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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10042024-111208


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LA REGINA, MARCO
URN
etd-10042024-111208
Titolo
Anarchismo tra Idee e Azione: L’internazionalismo libertario e lo sviluppo in Italia (1840-1914)
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Fulvetti, Gianluca
Parole chiave
  • Anarchismo italiano
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
La mia tesi di Laurea é un lavoro di ricerca teso a ricostruire la storia dell’ideale anarchico, attingendo alle sue radici attraverso lo sviluppo del pensiero libertario dal XV secolo al XVIII, dettato dall’elaborazione ideologica e filosofo/politica di numerosi autori, fra cui Godwin, Stirner e Proudhon. Dal pensiero libertario e dall’elaborazione teorica dell’ideale anarchico si passa, durante la seconda metà del XIX secolo, alla concretizzazione dell’ideale libertario, dall’esperienza della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864, alla creazione e costruzione del movimento anarchico internazionale, che prende forma e consapevolezza di sé attraverso l’esperienza delle Sezioni dell’AIL. La contrapposizione fra Bakunin e Marx porterà alla scissione della compagine libertaria nell’Internazionale Antiautoritaria, dando vita a una compagine prettamente anarchica in seno al socialismo internazionale. Dal decennio 1870 l’anarchismo sarà impegnato nella realizzazione del suo programma, pianificando azioni e insurrezioni tese alla Rivoluzione sociale, alla ristrutturazione della società, del lavoro e della struttura politica su nuove basi egualitarie. Da quel momento in avanti le attività internazionaliste e soprattutto dell’anarchismo andranno incontro ad una violenta e feroce repressione, costringendo il movimento e i suoi leader all’esilio, al carcere e alla clandestinità. Reazione spontanea allo smantellamento delle strutture organizzative del movimento sarà l’emergere di una tendenza individualista, terrorista e incline ad atti di violenza fine a se stessa. L’analisi del periodo qui descritto, dopo una ricostruzione dell’internazionalismo e della matrice internazionale del movimento andrà a concentrarsi sull’esperienza italiana, sia in patria che al di fuori dei confini nazionali, mostrando una capacità transnazionale del movimento, frutto dell’emergere del fenomeno dell’emigrazione alla ricerca di lavoro e della dimensione di esuli entro la quale i leader e protagonisti del movimento sono costretti dalla repressione governativa in Italia. Vent’anni di violenza individualista aggraveranno la condizione del movimento, fino all’inizio del XX secolo, aperto dal regicidio di Umberto I operato da G. Bresci, anarchico proveniente dalla conosciuta Paterson, centro dell’anarchismo italiano negli Stati Uniti. Attraverso le esperienze di E.Malatesta, C. Cafiero, F. S. Merlino, A. Cipriani, P. Gori, L. Fabbri e molti altri anarchici di spicco italiani saranno ricostruiti gli eventi, le correnti di pensiero e gli scontri interni ed esterni che il movimento ebbe durante la fine del XIX e l’inizio del XX. Infine il fenomeno del sindacalismo, gli scioperi e le agitazioni, la paura dell’imperialismo e i progetti di pace infranti dallo scoppio della Grande Guerra annichiliranno l’esperienza anarchica, già provata dalla repressione reazionaria dei governi. Questo progetto, teso a ricostruire l’animo, le ambizioni e i desideri dell’anarchismo italiano e internazionale si conclude con delle riflessioni sul valore dell’ideale, il rapporto con il socialismo parlamentare e con il fenomeno della violenza. L’analisi del primo dopoguerra e dell’avvento dei totalitarismi in rapporto all’anarchismo è rimandato a un futuro lavoro capace di continuare questo filone di studi, nella speranza che ciò avvenga, ci si chiede, infine, quando e perché l’elaborazione ideologica contemporanea abbia smesso di immaginare una società, un mondo e delle strutture politiche diverse.
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