Tesi etd-12282024-143106 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
LEBOSI, MARIANNA
Indirizzo email
m.lebosi@studenti.unipi.it, lebosita@outlook.it
URN
etd-12282024-143106
Titolo
Revisione Sistematica e Metanalisi sull'utilizzo di Metilfenidato nel Disturbo da Uso di Cocaina
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Scarselli, Marco
correlatore Dott.ssa Biso, Letizia
correlatore Dott.ssa Biso, Letizia
Parole chiave
- Cocaina
- Disturbo da Uso di Cocaina
- Metanalisi
- Metilfenidato
- Revisione Sistematica
Data inizio appello
11/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/02/2028
Riassunto
Il disturbo da uso di sostanze è una patologia neuro-psico-comportamentale cronica caratterizzata da ricadute e dalla perdita di controllo nell’assunzione di una sostanza, con eziopatogenesi multifattoriale.
Con il termine sostanza d’abuso si intende una qualsiasi sostanza psicoattiva o psicotropa che, una volta introdotta a scopo ricreativo, sia in grado di alterare il comportamento e lo stato psichico (attenzione, percezione, umore) dell’individuo, influenzando negativamente la propria attività lavorativa e le relazioni interpersonali.
Tra i composti capaci di causare un disturbo da uso di sostanze, sono rilevanti gli psicostimolanti. Queste sostanze sono in grado di determinare lo sviluppo di una condotta d’abuso caratterizzata dalla presenza di dipendenza fisica, astinenza, tolleranza, craving e addiction (dipendenza patologica). Ad oggi, non sono disponibili terapie approvate per il disturbo da uso di psicostimolanti, in particolare per il disturbo da uso di cocaina (DUC), e i farmaci disponibili hanno soprattutto lo scopo di ridurre la sintomatologia associata o le comorbidità eventualmente presenti. Una possibile ipotesi terapeutica prevede l’utilizzo di stimolanti del sistema nervoso centrale (SNC), come il metilfenidato, attualmente approvato nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Il razionale dell’utilizzo del metilfenidato nel DUC risiede nel suo meccanismo d’azione sul sistema monoaminergico, in particolare sul trasportatore della dopamina. Il metilfenidato potrebbe quindi essere in grado di agire nei pazienti con DUC in modo analogo alla terapia sostitutiva con composti oppioidi nei pazienti con disturbo da uso da eroina.
Con queste premesse, lo scopo principale dello studio è stato quello di analizzare la letteratura esistente sull’efficacia dell’utilizzo del metilfenidato nei pazienti con DUC, attraverso un’analisi qualitativa (revisione sistematica) e quantitativa (metanalisi) della letteratura scientifica. Inoltre, uno scopo secondario è stato quello di analizzare il profilo di sicurezza del farmaco in questo sottotipo di pazienti, raccogliendo dati sugli effetti avversi dagli studi inclusi. Per lo sviluppo rigoroso della revisione sistematica e metanalisi sono state seguite le linee guida del Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses (PRISMA) statement, e il protocollo dello studio è stato registrato sul sito PROSPERO (CRD42024562654). Nella revisione sistematica sono stati inclusi sia studi clinici randomizzati che non randomizzati in lingua inglese o italiana, ma non sono stati inclusi case reports o case series, studi preclinici, o studi pubblicati in altre lingue. La ricerca degli studi è stata effettuata utilizzando una stringa che raccogliesse le principali parole chiave separate da operatori booleani. La stringa è stata utilizzata su tre fra i principali motori di ricerca utilizzati, ovvero PubMed, Scopus, e Web of Science, per un totale di 625 studi. Dopo la rimozione dei duplicati sono stati screenati 552 studi, di cui è stato letto il testo integrale di 45 lavori, in quanto potenzialmente includibili. In ultimo, sono stati inclusi nella revisione sistematica 18 articoli, mentre in seguito alla valutazione della qualità degli studi attraverso i tool Risk of Bias 2 (RoB2) per gli studi clinici randomizzati e Robins-I per gli studi clinici non randomizzati, sono stati inclusi nella metanalisi sei studi finali. È stata fatta un’analisi della effect size e i risultati sono stati resi figurativamente con dei forest plot. Dalla metanalisi non risulta una superiorità del metilfenidato rispetto al placebo valutando sia il craving che l’assunzione di cocaina, probabilmente causa dell’alto standard error e dell’eterogeneità nella via di somministrazione del metilfenidato. Anche i risultati della revisione sistematica sono discordanti e riflettono la bassa coesione tra gli studi in termini di metodologia, numerosità campionaria e via di somministrazione.
Tuttavia, nonostante queste indicazioni preliminari, ci aspettiamo che ulteriori studi clinici randomizzati condotti con rigore possano portare a dei risultati promettenti, in linea con l’evidenza clinica, soprattutto discriminando tra studi che fanno distinzione tra soggetti con ADHD in comorbidità con CUD e soggetti con solo CUD. Questo apre alla possibilità di un uso razionale di una terapia di sostituzione con il metilfenidato nel DUC, in pazienti con la doppia diagnosi in comorbidità con l’ADHD.
Con il termine sostanza d’abuso si intende una qualsiasi sostanza psicoattiva o psicotropa che, una volta introdotta a scopo ricreativo, sia in grado di alterare il comportamento e lo stato psichico (attenzione, percezione, umore) dell’individuo, influenzando negativamente la propria attività lavorativa e le relazioni interpersonali.
Tra i composti capaci di causare un disturbo da uso di sostanze, sono rilevanti gli psicostimolanti. Queste sostanze sono in grado di determinare lo sviluppo di una condotta d’abuso caratterizzata dalla presenza di dipendenza fisica, astinenza, tolleranza, craving e addiction (dipendenza patologica). Ad oggi, non sono disponibili terapie approvate per il disturbo da uso di psicostimolanti, in particolare per il disturbo da uso di cocaina (DUC), e i farmaci disponibili hanno soprattutto lo scopo di ridurre la sintomatologia associata o le comorbidità eventualmente presenti. Una possibile ipotesi terapeutica prevede l’utilizzo di stimolanti del sistema nervoso centrale (SNC), come il metilfenidato, attualmente approvato nel trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD). Il razionale dell’utilizzo del metilfenidato nel DUC risiede nel suo meccanismo d’azione sul sistema monoaminergico, in particolare sul trasportatore della dopamina. Il metilfenidato potrebbe quindi essere in grado di agire nei pazienti con DUC in modo analogo alla terapia sostitutiva con composti oppioidi nei pazienti con disturbo da uso da eroina.
Con queste premesse, lo scopo principale dello studio è stato quello di analizzare la letteratura esistente sull’efficacia dell’utilizzo del metilfenidato nei pazienti con DUC, attraverso un’analisi qualitativa (revisione sistematica) e quantitativa (metanalisi) della letteratura scientifica. Inoltre, uno scopo secondario è stato quello di analizzare il profilo di sicurezza del farmaco in questo sottotipo di pazienti, raccogliendo dati sugli effetti avversi dagli studi inclusi. Per lo sviluppo rigoroso della revisione sistematica e metanalisi sono state seguite le linee guida del Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses (PRISMA) statement, e il protocollo dello studio è stato registrato sul sito PROSPERO (CRD42024562654). Nella revisione sistematica sono stati inclusi sia studi clinici randomizzati che non randomizzati in lingua inglese o italiana, ma non sono stati inclusi case reports o case series, studi preclinici, o studi pubblicati in altre lingue. La ricerca degli studi è stata effettuata utilizzando una stringa che raccogliesse le principali parole chiave separate da operatori booleani. La stringa è stata utilizzata su tre fra i principali motori di ricerca utilizzati, ovvero PubMed, Scopus, e Web of Science, per un totale di 625 studi. Dopo la rimozione dei duplicati sono stati screenati 552 studi, di cui è stato letto il testo integrale di 45 lavori, in quanto potenzialmente includibili. In ultimo, sono stati inclusi nella revisione sistematica 18 articoli, mentre in seguito alla valutazione della qualità degli studi attraverso i tool Risk of Bias 2 (RoB2) per gli studi clinici randomizzati e Robins-I per gli studi clinici non randomizzati, sono stati inclusi nella metanalisi sei studi finali. È stata fatta un’analisi della effect size e i risultati sono stati resi figurativamente con dei forest plot. Dalla metanalisi non risulta una superiorità del metilfenidato rispetto al placebo valutando sia il craving che l’assunzione di cocaina, probabilmente causa dell’alto standard error e dell’eterogeneità nella via di somministrazione del metilfenidato. Anche i risultati della revisione sistematica sono discordanti e riflettono la bassa coesione tra gli studi in termini di metodologia, numerosità campionaria e via di somministrazione.
Tuttavia, nonostante queste indicazioni preliminari, ci aspettiamo che ulteriori studi clinici randomizzati condotti con rigore possano portare a dei risultati promettenti, in linea con l’evidenza clinica, soprattutto discriminando tra studi che fanno distinzione tra soggetti con ADHD in comorbidità con CUD e soggetti con solo CUD. Questo apre alla possibilità di un uso razionale di una terapia di sostituzione con il metilfenidato nel DUC, in pazienti con la doppia diagnosi in comorbidità con l’ADHD.
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