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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12262021-012744


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TOVANI, DAVIDE
URN
etd-12262021-012744
Titolo
Visioni distopiche di una societa' fallace. Il cinema di John Carpenter e David Cronenberg
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Tognolotti, Chiara
Parole chiave
  • Carpenter
  • Cronenberg
  • distopiche
  • dystopian
  • dystopic
  • società
  • society
Data inizio appello
31/01/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
31/01/2025
Riassunto
John Carpenter, David Cronenberg. Due registi indipendenti dell’era postmoderna in realtà atipicamente postmoderni, dato che i loro film, nonostante il configurarsi nella postmodernità e portarne inevitabilmente alcune marche, si contraddistinguono inoltre per una certa profondità tematica che in qualche modo si oppone ai canoni del seppur contraddittorio periodo culturale.
Dalla produzione dei due registi è possibile estrapolare una certa visione della condizione contemporanea, sebbene in modalità spesso fondamentalmente diverse: nei film di Carpenter, il più diretto tra i due, i problemi che piagano la società balzano evidentemente in primo piano, protagonisti di accese critiche dell’autore, mosso dall’impellente necessità di manifestare il suo malcontento riguardo a tutto ciò che vede non funzionare intorno a sé e portarlo all’attenzione del pubblico; Cronenberg, dal canto suo, regista notoriamente apolitico che non intende muovere alcuna accusa alla società, ma piuttosto saggiare ed esplorare la psiche dell’individuo portandola fino all’estremo, finisce involontariamente per fornirci indizi utili sulla società che circonda e fa da sfondo alle vicende dei suoi instabili personaggi.
Ambito di considerevole interesse che entrambi si trovano a coprire nella loro carriera è quello del cambiamento della percezione del ruolo della donna e della sessualità all’indomani della rivoluzione sessuale principiata negli anni Sessanta, epoca in cui i due registi sono cresciuti.
Cronenberg si contraddistingue poi per una certa ascendenza mcluhaniana nell’analisi dei media e l’impatto delle tecnologie nella vita dell’uomo all’interno della società occidentale. La produzione carpenteriana, invece, risulta essere manifestamente attraversata da una costante sfiducia nell’autorità, la quale, a suo avviso, fallisce sistematicamente, mancando di compiere il proprio dovere nei confronti del popolo, in favore dei propri fini egoistici. Di particolare interesse è in questo frangente il punto di vista del regista sull’istituzione religiosa e le ragioni per cui essa manchi di raggiungere un qualsiasi tipo di autenticità, a partire dai suoi presupposti. Da sempre rispettoso di qualunque fede o confessione l’essere umano possa abbracciare, Carpenter vede il problema della religione risiedere negli enti che la presiedono.
La disistima nei confronti dell’autorità del cineasta americano si estende inevitabilmente alla società capitalista e a tutto il ramo della destra conservatrice che alberga nel suo paese, oggetto di impetuosi attacchi retorici. Anche Cronenberg ci propone il suo solito punto di vista neutro ma rivelatore sulla questione, non mancando, nel processo, di far emergere i problemi del sistema economico del libero mercato.
In definitiva, studiare i due cineasti in un confronto-scontro di temi contenutistici e marche registiche risulta altamente fruttuoso nel fornire un’interessante e produttiva prospettiva di due inconsueti autori dotati della consapevolezza e sensibilità di veri artisti.


John Carpenter. David Cronenberg. Two independent filmmakers and atypical postmodernists, given the peculiar attribute of thematic depth in their films, which contradicts in a major way the traditional feats of postmodern era.
Although in rather different ways, it is possible to obtain a certain view of contemporary world through the production of the two directors. In Carpenter’s work, definitely the most straightforward, society’s issues spring on the foreground, target of the author’s critique, who strongly needs to manifest his displeasure toward what does not work in the world around him, and alert the public. Cronenberg, for its side, notoriously apolitical, who prefers to explore the individual’s psyche bringing it to the edge, ends up giving us valuable information and details on the society that surrounds his characters.
A most interesting topic the two explore in their production is the evolving roles of sexuality and the woman in the aftermath of the Sixties’ sexual revolution, an era the two directors grew up in.
Furthermore, Cronenberg is characterized by a particular McLuhan ascendency in the analysis of media and technology’s role in the life of the western man. Carpenter’s production is instead manifestly crossed all along by a mistrust in the authority, which constantly fails in fulfilling its duties in the interest of the people, while going after its own egotistical aims. Religious institution is of particular interest in this juncture as how the director sees it as a failing in attaining any kind of authenticity and benefit for the devotees. Carpenter, notoriously respectful of every faith and religion, sees the problem dwelling in the agencies which preside over them.
His disdain for authority inevitably extends to capitalism and the right wing which is taking over in the United States, subjects of a strong criticism from his part. Cronenberg as well provides his perspective on the matter with his usual apolitical yet revealing style, bringing out, in the process, the very issues of the free economy.
Ultimately, the head-to-head study of the auteurs provides an interesting and highly productive perspective of two unusual directors gifted with the awareness and sensitivity of real artists.
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