Thesis etd-12202021-152149 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale LM5
Author
MAGGI, ALESSANDRA
URN
etd-12202021-152149
Thesis title
IL REQUISITO DI LUNGO-RESIDENZA QUALE CONDIZIONE DI ACCESSO ALLE PRESTAZIONI SOCIALI.
Un caso studio sulla discriminazione dei cittadini stranieri non comunitari nell'accesso all'edilizia residenziale pubblica.
Department
GIURISPRUDENZA
Course of study
GIURISPRUDENZA
Supervisors
relatore Famiglietti, Gianluca
Keywords
- cittadini extraeuropei
- stranieri
- discriminazioni
- prestazioni sociali
- edilizia residenziale pubblica
- principio di eguaglianza
- residenza
- residenza di lungo periodo
Graduation session start date
01/02/2022
Availability
Withheld
Release date
01/02/2025
Summary
Il progetto nasce dalla presa d’atto di alcune asimmetrie di trattamento tra i cittadini italiani e i cittadini stranieri nell’accesso alle prestazioni sociali, in generale, e a quelle connesse al diritto all’abitare, in particolare.
Partendo dal quadro normativo, appoggiandosi alle riflessioni dottrinali e ripercorrendo l’evoluzione della giurisprudenza costituzionale, si proverà a ricostruire come siano state sollevate, in moltissime occasioni, questioni riconducibili al profilo sostanziale e formale del principio di eguaglianza.
Nello specifico, l’obiettivo è quello di un approfondimento - nel panorama delle politiche abitative, con un focus sull’edilizia residenziale pubblica - sulla legittimità dell’utilizzo del criterio della c.d. residenza qualificata per l’accesso alle prestazioni sociali. Con il termine residenza qualificata si fa riferimento allo status di residente protratto per un certo numero di anni nello stesso territorio. Sovente il legislatore ha fatto riferimento al soddisfacimento di questo requisito per accedere alle prestazioni sociali, talvolta esigendolo solo da parte degli stranieri, altre volte estendendolo a tutti, cittadini e non. Resta comunque evidente l’intento di sfavorire i cittadini stranieri che, verosimilmente, con più difficoltà integreranno più anni di residenza continuativa nello stesso territorio.
In quest’ottica si indagherà l’utilizzo del requisito della residenza qualificata come meccanismo di esclusione - e non di inclusione - del corpo migrante nell’accesso ai diritti, a fronte della necessità di una riduzione della platea degli aventi diritto alle prestazioni data dall’esigenza di contenimento della spesa pubblica rispetto alla limitatezza delle risorse.
Partendo dal quadro normativo, appoggiandosi alle riflessioni dottrinali e ripercorrendo l’evoluzione della giurisprudenza costituzionale, si proverà a ricostruire come siano state sollevate, in moltissime occasioni, questioni riconducibili al profilo sostanziale e formale del principio di eguaglianza.
Nello specifico, l’obiettivo è quello di un approfondimento - nel panorama delle politiche abitative, con un focus sull’edilizia residenziale pubblica - sulla legittimità dell’utilizzo del criterio della c.d. residenza qualificata per l’accesso alle prestazioni sociali. Con il termine residenza qualificata si fa riferimento allo status di residente protratto per un certo numero di anni nello stesso territorio. Sovente il legislatore ha fatto riferimento al soddisfacimento di questo requisito per accedere alle prestazioni sociali, talvolta esigendolo solo da parte degli stranieri, altre volte estendendolo a tutti, cittadini e non. Resta comunque evidente l’intento di sfavorire i cittadini stranieri che, verosimilmente, con più difficoltà integreranno più anni di residenza continuativa nello stesso territorio.
In quest’ottica si indagherà l’utilizzo del requisito della residenza qualificata come meccanismo di esclusione - e non di inclusione - del corpo migrante nell’accesso ai diritti, a fronte della necessità di una riduzione della platea degli aventi diritto alle prestazioni data dall’esigenza di contenimento della spesa pubblica rispetto alla limitatezza delle risorse.
File
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