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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12192024-184350


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CUTTONE, ALESSIA
URN
etd-12192024-184350
Titolo
Cura e resistenza. Dall'ecofemminismo occidentale alle prospettive indigene.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Fabris, Adriano
Parole chiave
  • buen vivir
  • buen vivir
  • capitalism
  • capitalismo
  • care
  • colonialism
  • colonialismo
  • cura
  • domination
  • dominio
  • ecofeminism
  • ecofemminismo
  • ecologia
  • ecological feminism
  • ecology
  • ethics
  • etica
  • feminism
  • femminismo
  • femminismo ecologico
  • filosofie indigene
  • indigenous philosophies
  • interconnection
  • interconnessione
  • interdependence
  • interdipendenza
  • pachamama
  • panchamama
  • patriarcato
  • patriarchy
  • resistance
  • resistenza
  • sostenibilità
  • spiritualità
  • spirituality
  • sustainability
Data inizio appello
07/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/02/2065
Riassunto
La tesi, dal titolo "Cura e Resistenza. Dall’ecofemminismo occidentale alle prospettive indigene", esplora il tema dell'ecofemminismo, un movimento e una teoria che intreccia ecologia e femminismo nell’obiettivo comune di opporsi alla logica del dominio che alimenta sistemi di potere patriarcali e antropocentrici. La tesi è suddivisa in due parti principali: la prima parte affronta l'etica della cura all'interno della teoria ecofemminista occidentale, mentre la seconda analizza l’ecofemminismo nel contesto latino-americano, approfondendo in particolare la centralità che questo dà alle filosofie, teologie e cosmologie indigene. La prima parte è divisa in due capitoli, di cui il primo delinea la nascita del termine, coniato da Françoise D’Eaubonne, e affronta gli sviluppi del movimento, presentando, infine, alcune delle tematiche maggiormente trattate nei testi rappresentativi dell’ecofemminismo e del femminismo ecologico. L’ecofemminismo viene presentato come una teoria e movimento che si suddivide al suo interno in tre correnti principali: l’ecofemminismo radicale o classico, che inverte le gerarchie tradizionali rivalutando la sfera femminile e naturale come superiore; l’ecofemminismo costruttivista, che vede il legame tra donne e natura come risultato di ruoli sociali, piuttosto che di essenze innate, e l’ecofemminismo spirituale, che valorizza la connessione spirituale tra esseri umani e natura, denunciando l’impatto distruttivo del capitalismo e del razionalismo occidentale. Il secondo capitolo approfondisce le origini e lo sviluppo dell’etica della cura nell’ambito dell’ecofemminismo, ponendo particolare attenzione al contributo di Karen J. Warren (1947-2020), una delle filosofe più influenti dell’ecofemminismo costruttivista. Warren, scrittrice, accademica e docente presso il Macalester College, ha dedicato la sua carriera all’analisi delle connessioni tra oppressione ambientale e di genere. Tra le sue opere più significative, il capitolo si basa principalmente su “Ecofeminist Philosophy: A Western Perspective on What It Is and Why It Matters”, che rappresenta un punto di riferimento centrale per la trattazione dei temi discussi. Della filosofia di Warren viene in particolar modo analizzato il concetto di “logica del dominio” e l’etica sensibile alla cura che viene proposta come alternativa relazionale all’individualismo promosso dalla struttura di potere patriarcale e capitalista. La seconda parte della tesi si sposta, infine, verso le tradizioni indigene dell’America Latina, dove l’ecofemminismo incontra filosofie come quella del Buen Vivir e il concetto di Pachamama (Madre Terra). Le prospettive indigene affrontate portano a un’analisi della visione olistica del mondo, del concetto di interdipendenza e di sacralità, con un’attenzione particolare al significato di natura promosso da culture non occidentali e a un rapporto tra esseri umani e ambiente che si fonda su armonia e rispetto, piuttosto che su dominio e sfruttamento. In relazione a questo, viene esposta una critica al modello capitalista, descritto come incompatibile con il Buen Vivir, poiché privilegia l’accumulazione e lo sfruttamento delle risorse naturali. La tesi evidenzia come il colonialismo e il patriarcato abbiano imposto una logica di dominio, distruggendo equilibri tradizionali basati sulla reciprocità e la cura. In questo modo, il seguente lavoro si propone di sottolineare l’importanza di integrare l’etica della cura e le visioni indigene in una prospettiva ecofemminista globale, privilegiando un approccio che non solo si oppone al dominio patriarcale, ma propone un nuovo modello di relazione con la natura e gli altri basandosi su alcuni concetti fondamentali come quello del rispetto, dell’interconnessione e della sostenibilità.
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