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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-12192024-094534


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MASCIOPINTO, PAOLO
URN
etd-12192024-094534
Titolo
Relazioni italo-tedesche tra il 1936 e il 1939: dall'Asse al Patto d'Acciaio
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Dott. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • Germania
  • Italia
Data inizio appello
10/01/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/01/2065
Riassunto
Per comprendere a pieno la situazione geopolitica europea dagli anni ’30 alla seconda guerra mondiale è necessario effettuare un attento studio sulle relazioni diplomatiche ma ancor prima personali tra Adolf Hitler, cancelliere del Reich tedesco, e Benito Mussolini, capo del governo italiano. Gli anni di maggiore interesse e di cui si tratterà maggiormente all’interno di questo elaborato sono quelli che scorrono tra il 1936 e il 1939, che rappresentano l’inizio e il culmine del rapporto di amicizia tra i due dittatori. L’inizio viene considerato come l’intesa politica dell’Asse Roma-Berlino del 1936, di cui Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri italiano fu il maggior artefice. Il punto più alto di questa alleanza è invece la sigla del patto militare italo-tedesco, il Patto d’Acciaio del 1939 che legò indissolubilmente i destini delle due nazioni. La relazione tra i due leader rappresenta una miscela perfetta di convergenze ideologiche, ambizioni espansionistiche territoriali e opportunismo politico che furono fatali per la distruzione dell’ordine mondiale istauratosi successivamente alla prima guerra mondiali e ai trattati di pace successivi.
Lo studio verrà condotto iniziando dalla situazione storica e politica europea successiva alla pace di Versailles, soffermandosi particolarmente sulle situazioni interne italiane e tedesche. L’Italia del 1936 era uno dittatura fascista isolata politicamente a seguito della guerra di Etiopia che le causò l’allontanamento dalla Società delle Nazioni e le relative sanzioni economiche che causarono un progressivo deterioramento delle relazioni con Gran Bretagna e Francia e il susseguente avvicinamento alla Germania nazista. L’avvicinamento non fu facile o immediato poiché il Duce vedeva inizialmente Hitler come un dittatore razzista e assetato di sangue, pronto a voltare le spalle a chiunque pur di raggiungere gli obiettivi della sua agenda politica, ben sintetizzati all’interno del Mein Kampf, che prevedevano la ricerca assoluta e ad ogni costo del Lebensraum, lo spazio vitale tedesco. Gli eventi successivi alla guerra di Etiopia spazzeranno via ogni dubbio nella mente di Mussolini e lo convinceranno che l’unica opzione valida per il compimento del suo piano politico di fascistizzazione totale sarebbe stata quella di un’alleanza politico-militare con Hitler.
Al contempo, per la Germania, l’Italia era l’unica via per spezzare l’accerchiamento diplomatico e militare imposto dalle potenze occidentali vincitrici del primo conflitto bellico mondiale e per proiettare la propria sfera d’influenza sull’area balcanica e sul Mediterraneo.
La Guerra Civile Spagnola sarà oggetto di studio al fine di comprendere come i due stati si mossero militarmente per aiutare un possibile futuro alleato come Francisco Franco, cercando altresì di abbattere l’influenza comunista in Europa. Il teatro spagnolo fu importante non solo poiché si trattava del primo conflitto bellico all’interno del quale i due alleati si trovarono fianco a fianco ma poiché permise loro di testare sul campo uomini, mezzi e strategie belliche che si riveleranno utili agli inizi dell’invasione ai danni della Polonia.
Si tratterà del Patto Anti Comintern del 1936, fondamentale per l’avvicinamento politico al Giappone e poiché metteva in luce, davanti alle democrazie occidentali, le ambizioni delle due dittature di elevare il fascismo e il nazismo nella politica internazionale, in piena contrapposizione al comunismo sovietico.
Sarà importante analizzare parte dei molteplici incontri tra il Duce e il Cancelliere del Reich, soffermandosi su quelli più importanti, tra cui la visita a Berlino di Mussolini del 1937, che gli permetterà di capire quanto sarebbe stato importante avere un alleato politico così forte come Hitler.
Verranno trattati l’ Anschluss dell’Austria e la crisi dei Sudeti con la successiva conferenza di Monaco che sarà il culmine della fallimentare politica di appeasement anglo-francese che porterà Mussolini a ergersi davanti all’opinione pubblica internazionale come l’arbitro della pace europea ma che, al contempo, lo convincerà sempre di più del ruolo di alleato secondario del potente stato nazista.
Infine, prima delle dovute conclusioni finali, si studierà attentamente il Patto d’Acciaio del 1939, l’apice dell’alleanza italo-tedesca, che sancì l’alleanza militare offensiva e difensiva tra i due paesi. Nonostante Mussolini sembrasse fermamente convinto della sigla di questa forte alleanza, nel suo profondo, sapeva che l’Italia non era una potenza economica e militare e come si vedrà, non era minimamente pronta ad una guerra su larga scala
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