Tesi etd-12112024-181403 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRANIO, GIUSEPPE
URN
etd-12112024-181403
Titolo
Fragilità e crepe nei giudizi fallimentari del tardo Rinascimento
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Maffei, Sonia
Parole chiave
- artista
- Baccio Bandinelli
- critica d'arte
- fallimento
- giudizi
- maniersimo
Data inizio appello
07/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/02/2095
Riassunto
Per alcuni artisti rinascimentali, il fallimento segna un'impronta indelebile, difficile da superare. È chiaro che un problema di questa portata richieda una ricerca molto più dettagliata sui singoli artisti. L’artista preso in esame è Baccio Bandinelli. Sarà possibile rispondere alla percezione del fallimento sia dai contemporanei che da parte dell’artista, comprendendo quanto il fallimento pesi sull'artista e sul suo percorso creativo.
Già dal fallimento della commissione della Ss. Annunziata, è evidente come l’artista non percepisca il fallimento come un ostacolo insormontabile, ma come un processo evolutivo: Il primo a riuscire a slegarsi dalla nozione di fallimento definitivo è proprio l’artista stesso, cosa che non avviene per la critica d’arte.
È stato evidenziato, infatti, come la critica d'arte odierna rimanga fortemente ancorata ai giudizi formulati da Vasari, senza suggerire una revisione o una rivalutazione di tali opinioni storiche.
Il punto fondamentale della ricerca è l’analisi dei giudizi negativi dei contemporanei. Se da un lato, in epoca rinascimentale, il giudizio più importante è quello degli artefici e amanti dell’arte, come afferma Lomazzo: “dal che possiamo chiaramente conoscere; quanto sia privo di giudicio chiunque non istima la pittura.” Dall’altro lato, i giudizi degli artefici sono i meno imparziali. L’artefice, in quanto uomo, è vincolato dalle rivalità e dalle invidie. Il lavoro di ricerca intende comprendere la natura dei giudizi fallimentari su Bandinelli, nel panorama artistico fiorentino, e capire se tali giudizi siano realmente connotati o meno.
Già dal fallimento della commissione della Ss. Annunziata, è evidente come l’artista non percepisca il fallimento come un ostacolo insormontabile, ma come un processo evolutivo: Il primo a riuscire a slegarsi dalla nozione di fallimento definitivo è proprio l’artista stesso, cosa che non avviene per la critica d’arte.
È stato evidenziato, infatti, come la critica d'arte odierna rimanga fortemente ancorata ai giudizi formulati da Vasari, senza suggerire una revisione o una rivalutazione di tali opinioni storiche.
Il punto fondamentale della ricerca è l’analisi dei giudizi negativi dei contemporanei. Se da un lato, in epoca rinascimentale, il giudizio più importante è quello degli artefici e amanti dell’arte, come afferma Lomazzo: “dal che possiamo chiaramente conoscere; quanto sia privo di giudicio chiunque non istima la pittura.” Dall’altro lato, i giudizi degli artefici sono i meno imparziali. L’artefice, in quanto uomo, è vincolato dalle rivalità e dalle invidie. Il lavoro di ricerca intende comprendere la natura dei giudizi fallimentari su Bandinelli, nel panorama artistico fiorentino, e capire se tali giudizi siano realmente connotati o meno.
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