Tesi etd-12012015-170622 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CACCIATO, GIUSEPPA
URN
etd-12012015-170622
Titolo
La promozione della cultura di pace: il
caso Prem Rawat.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, MEDIAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof. Corrieri, Fulvio
Parole chiave
- cultura di pace
Data inizio appello
17/12/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La promozione della cultura di Pace: il caso Prem Rawat
Il presente lavoro nasce dal personale interesse verso la figura e l'opera di Prem Rawat che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla promozione della cultura di pace.
L'indagine sull'operato di questo personaggio non è semplice: poche sono le notizie biografiche, per lo più contenute in un saggio biografico di una giornalista, Andrea Cagan (2007), decisamente agiografico, e che non consente di approfondire aspetti controversi della sua attività, che sono stati oggetto di attacchi polemici da parte di alcuni Premi (suoi ex-Allievi), rintracciabili in siti Internet.
Rimane il fatto che Prem Rawat, grazie all'opera della sua Fondazione, è stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali proprio per la promozione degli ideali di pace, quali, ad esempio, il titolo di Ambasciatore della pace nel mondo da parte di Pier Weil, Rettore dell'Università della Pace Unipaz di Florianapolis (Brasile), e che il saggio della Cagan, non tradotto in italiano, reca la prefazione di Emilio Colombo, redatta proprio in occasione del primo incontro istituzionale in Italia, nel 2004, a Palazzo Marini, nella Sala delle Conferenze dei Deputati.
Scopo del lavoro è perciò di illustrare il pensiero e l'agire del personaggio per comprendere sia le peculiari specificità del suo messaggio e delle modalità con cui viene diffuso, sia per elaborare ipotesi sul suo accoglimento anche nel nostro paese basandosi su dati empirici quali i contenuti di 9 interviste di tipo narrativo che sono state somministrate a soggetti italiani che avevano ricevuto ciò che egli definisce “la Conoscenza”, essendo entrati direttamente in contatto con lui in occasione di particolari momenti, assimilabili a 'cerimonie iniziatiche', accaduti negli anni 1970 – 2007.
Dall'analisi dei loro resoconti narrativi la cui lettura è stata condotta sulle tematiche ricorrenti attraverso la comparazione dei contenuti, emergono alcuni tratti comuni, quali, ad esempio, l'adesione conseguente a forti delusioni sperimentate in relazione all'impegno etico – politico, il senso di gratitudine per l'insegnamento ricevuto che viene descritto come “consolatorio”, il significato di autentica svolta nelle loro storie di vita conseguente all'incontro con il 'Maestro'.
Emergono inoltre, dall'analisi delle modalità comunicative adottate dalla Fondazione, in particolare dagli eventi da essa organizzati in varie parti del mondo, alcune caratteristiche ricorrenti, quali il carattere pubblico degli incontri collettivi, sempre realizzati in modo che vi possa partecipare il più gran numero possibile di partecipanti, dall'utilizzo intensivo delle opportunità offerte dalla Rete e dai Social Network attuali, dall'uso di strumenti di diffusione dell'informazione che sembrano essere particolarmente efficaci (quali il 'passa-parola'), strategie di diffusione del messaggio di natura persuasiva in gruppi sociali eterogenei, sia per età che per ceto.
Dal lavoro di analisi si può concludere che l'efficacia comunicativa del messaggio è legata alla semplicità dello stesso, il che denota anche i suoi limiti, soprattutto in termini di capacità di declinare la spinta ideale che lo caratterizza nella complessità delle situazioni concrete, soprattutto per quanto attiene la promozione di cambiamenti sociali, essendo rivolto per lo più ai singoli e alle loro motivazioni al cambiamento interiore dal quale deriverebbero, quasi come logica conseguenza, significative modificazioni culturali e socio-economiche.
Il lavoro compiuto ha infine permesso di saggiare l'importanza della stessa presenza fisica e psicologica del personale promotore culturale quale garanzia di autenticità del messaggio di cui lo stesso si fa portatore, secondo una tradizione che nasce nel contesto della cultura indiana ma che sembra essersi radicato anche nella cultura dei paesi post – industriali.
Il presente lavoro nasce dal personale interesse verso la figura e l'opera di Prem Rawat che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla promozione della cultura di pace.
L'indagine sull'operato di questo personaggio non è semplice: poche sono le notizie biografiche, per lo più contenute in un saggio biografico di una giornalista, Andrea Cagan (2007), decisamente agiografico, e che non consente di approfondire aspetti controversi della sua attività, che sono stati oggetto di attacchi polemici da parte di alcuni Premi (suoi ex-Allievi), rintracciabili in siti Internet.
Rimane il fatto che Prem Rawat, grazie all'opera della sua Fondazione, è stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali proprio per la promozione degli ideali di pace, quali, ad esempio, il titolo di Ambasciatore della pace nel mondo da parte di Pier Weil, Rettore dell'Università della Pace Unipaz di Florianapolis (Brasile), e che il saggio della Cagan, non tradotto in italiano, reca la prefazione di Emilio Colombo, redatta proprio in occasione del primo incontro istituzionale in Italia, nel 2004, a Palazzo Marini, nella Sala delle Conferenze dei Deputati.
Scopo del lavoro è perciò di illustrare il pensiero e l'agire del personaggio per comprendere sia le peculiari specificità del suo messaggio e delle modalità con cui viene diffuso, sia per elaborare ipotesi sul suo accoglimento anche nel nostro paese basandosi su dati empirici quali i contenuti di 9 interviste di tipo narrativo che sono state somministrate a soggetti italiani che avevano ricevuto ciò che egli definisce “la Conoscenza”, essendo entrati direttamente in contatto con lui in occasione di particolari momenti, assimilabili a 'cerimonie iniziatiche', accaduti negli anni 1970 – 2007.
Dall'analisi dei loro resoconti narrativi la cui lettura è stata condotta sulle tematiche ricorrenti attraverso la comparazione dei contenuti, emergono alcuni tratti comuni, quali, ad esempio, l'adesione conseguente a forti delusioni sperimentate in relazione all'impegno etico – politico, il senso di gratitudine per l'insegnamento ricevuto che viene descritto come “consolatorio”, il significato di autentica svolta nelle loro storie di vita conseguente all'incontro con il 'Maestro'.
Emergono inoltre, dall'analisi delle modalità comunicative adottate dalla Fondazione, in particolare dagli eventi da essa organizzati in varie parti del mondo, alcune caratteristiche ricorrenti, quali il carattere pubblico degli incontri collettivi, sempre realizzati in modo che vi possa partecipare il più gran numero possibile di partecipanti, dall'utilizzo intensivo delle opportunità offerte dalla Rete e dai Social Network attuali, dall'uso di strumenti di diffusione dell'informazione che sembrano essere particolarmente efficaci (quali il 'passa-parola'), strategie di diffusione del messaggio di natura persuasiva in gruppi sociali eterogenei, sia per età che per ceto.
Dal lavoro di analisi si può concludere che l'efficacia comunicativa del messaggio è legata alla semplicità dello stesso, il che denota anche i suoi limiti, soprattutto in termini di capacità di declinare la spinta ideale che lo caratterizza nella complessità delle situazioni concrete, soprattutto per quanto attiene la promozione di cambiamenti sociali, essendo rivolto per lo più ai singoli e alle loro motivazioni al cambiamento interiore dal quale deriverebbero, quasi come logica conseguenza, significative modificazioni culturali e socio-economiche.
Il lavoro compiuto ha infine permesso di saggiare l'importanza della stessa presenza fisica e psicologica del personale promotore culturale quale garanzia di autenticità del messaggio di cui lo stesso si fa portatore, secondo una tradizione che nasce nel contesto della cultura indiana ma che sembra essersi radicato anche nella cultura dei paesi post – industriali.
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