Tesi etd-11282024-120759 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PETRINI, FILIPPO
URN
etd-11282024-120759
Titolo
Verifica di assoggettabilità alla VIA di un impianto trattamento rifiuti inerti da costruzione e demolizione presso Località Montegemoli, Piombino (LI).
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Prof. Rovai, Massimo
Parole chiave
- Valutazione di Impatto Ambientale
Data inizio appello
21/02/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/02/2095
Riassunto
L’obiettivo del mio lavoro di tesi è quello di descrivere le fasi e i passaggi di una verifica di assoggettabilità alla VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa all’ampliamento di un impianto che gestisce rifiuti inerti da costruzione e demolizione in Località Montegemoli, nel Comune di Piombino, in Provincia di Livorno.
Descriverò quali sono gli impatti ambientali più significativi, generati dall’ impianto oggetto di studio, nell’interno dell’area con focus anche sulle fasi di monitoraggio e di mitigazione.
La Regione Toscana ha inizialmente regolato le procedure di valutazione ambientale con la L.R. 68 del 1995, operativa limitatamente alle sole categorie di opere di cui all‘allegato 3, della medesima legge.
Tale norma è rimasta efficace fino al 1999, quando è divenuta operativa, per le procedure di competenza regionale, la L.R. 79 del 1998, che ha regolato la materia fino al 2012 (per completezza si specifica che, per le procedure di competenza di Comuni, Province ed Enti Parco la L.R. 79/98, la legge è divenuta operativa dal 1999). Ad oggi, è in vigore la nuova L.R. 10/2010 che riporta le norme in materia di Valutazione Ambientale Strategica “di Valutazione Di Impatto Ambientale” e di Valutazione di Incidenza e s.m.i.
La Valutazione di Impatto Ambientale si articola attraverso le seguenti prime due fasi:
a) Screening;
b) Scoping.
Il presente lavoro sviluppa la prima fase della VIA (Screening) per ampliamento e modifiche sostanziali di un impianto di trattamento rifiuti inerti da costruzione e demolizione nel Comune di Piombino (LI).
La verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in Italia è disciplinata principalmente dal D. Lgs. 152/2006, in particolare:
• art. 19: disciplina la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA;
• allegato III alla Parte Seconda: definisce i criteri per la selezione dei progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità;
• allegato IV alla Parte Seconda: elenca le tipologie di progetti soggetti a verifica di assoggettabilità a VIA;
• direttiva 2011/92/UE, modificata dalla Direttiva 2014/52/UE, che ha aggiornato le disposizioni in materia di VIA a livello europeo, recepite nell’ordinamento italiano.
Le Regioni possono inoltre avere disposizioni specifiche in base alle proprie normative ambientali.
I riferimenti normativi principali per quanto riguarda la gestione dei rifiuti sono:
- il D. Lgs. n. 152/2006 (chiamato anche Testo Unico Ambientale – T.U.A.) e successive modifiche e integrazioni;
- la parte IV del D.M. Ambiente del 1998 dove si riporta, all’interno, l’individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alla procedura semplificata di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del D. Lgs. del 1997, n. 22 (come modificato dal D.M. del 2006). In particolare, esso rappresenta il riferimento giuridico di definizione dei criteri ambientali e prestazionali che determinano la cessazione della qualifica di rifiuto per i materiali inerti recuperati;
- la L.R. del 1998, n. 25 sulle norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati;
- il D.P.G.R. del 2004, n. 14/R, che riporta il regolamento regionale di attuazione ai sensi della lettera e), comma 1, dell’art. 5 della L.R. del 1998, n. 25 (norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati), contenente norme tecniche e procedurali per l’esercizio delle funzioni amministrative e di controllo attribuite agli enti locali nelle materie della gestione dei rifiuti e delle bonifiche;
- e l’ultimo D.M. 127/2024 che regola la disciplina per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione.
Per le valutazioni di screening, così come definite dalla normativa vigente sia nazionale che regionale, le indagini devono essere effettuate su tutte le matrici ambientali: suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, emissioni atmosferiche e rumore all’interno e circostanti l’impianto, per tutelare ed eventualmente mitigare, i danni da loro causati.
Relativamente al lavoro svolto, l’analisi del contesto territoriale e delle lavorazioni previste non ha rilevato criticità ambientali, grazie ad una attenta progettazione che ha tenuto conto non solo delle principali tematiche ambientali ma soprattutto il contesto in cui è inserito l’impianto stesso. Inoltre, l’attività si inserisce in un sito che risulta idoneo in termini di vincoli e pianificazione urbanistica, garantendo coerenza con gli strumenti di programmazione territoriale.
Lo studio preliminare ambientale ha valutato le principali sorgenti emissive connesse all’attività di recupero dei rifiuti inerti non pericolosi, stimandone l’impatto e identificando soluzioni di mitigazione conformi alla normativa vigente.
Descriverò quali sono gli impatti ambientali più significativi, generati dall’ impianto oggetto di studio, nell’interno dell’area con focus anche sulle fasi di monitoraggio e di mitigazione.
La Regione Toscana ha inizialmente regolato le procedure di valutazione ambientale con la L.R. 68 del 1995, operativa limitatamente alle sole categorie di opere di cui all‘allegato 3, della medesima legge.
Tale norma è rimasta efficace fino al 1999, quando è divenuta operativa, per le procedure di competenza regionale, la L.R. 79 del 1998, che ha regolato la materia fino al 2012 (per completezza si specifica che, per le procedure di competenza di Comuni, Province ed Enti Parco la L.R. 79/98, la legge è divenuta operativa dal 1999). Ad oggi, è in vigore la nuova L.R. 10/2010 che riporta le norme in materia di Valutazione Ambientale Strategica “di Valutazione Di Impatto Ambientale” e di Valutazione di Incidenza e s.m.i.
La Valutazione di Impatto Ambientale si articola attraverso le seguenti prime due fasi:
a) Screening;
b) Scoping.
Il presente lavoro sviluppa la prima fase della VIA (Screening) per ampliamento e modifiche sostanziali di un impianto di trattamento rifiuti inerti da costruzione e demolizione nel Comune di Piombino (LI).
La verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) in Italia è disciplinata principalmente dal D. Lgs. 152/2006, in particolare:
• art. 19: disciplina la procedura di verifica di assoggettabilità a VIA;
• allegato III alla Parte Seconda: definisce i criteri per la selezione dei progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità;
• allegato IV alla Parte Seconda: elenca le tipologie di progetti soggetti a verifica di assoggettabilità a VIA;
• direttiva 2011/92/UE, modificata dalla Direttiva 2014/52/UE, che ha aggiornato le disposizioni in materia di VIA a livello europeo, recepite nell’ordinamento italiano.
Le Regioni possono inoltre avere disposizioni specifiche in base alle proprie normative ambientali.
I riferimenti normativi principali per quanto riguarda la gestione dei rifiuti sono:
- il D. Lgs. n. 152/2006 (chiamato anche Testo Unico Ambientale – T.U.A.) e successive modifiche e integrazioni;
- la parte IV del D.M. Ambiente del 1998 dove si riporta, all’interno, l’individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alla procedura semplificata di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del D. Lgs. del 1997, n. 22 (come modificato dal D.M. del 2006). In particolare, esso rappresenta il riferimento giuridico di definizione dei criteri ambientali e prestazionali che determinano la cessazione della qualifica di rifiuto per i materiali inerti recuperati;
- la L.R. del 1998, n. 25 sulle norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati;
- il D.P.G.R. del 2004, n. 14/R, che riporta il regolamento regionale di attuazione ai sensi della lettera e), comma 1, dell’art. 5 della L.R. del 1998, n. 25 (norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati), contenente norme tecniche e procedurali per l’esercizio delle funzioni amministrative e di controllo attribuite agli enti locali nelle materie della gestione dei rifiuti e delle bonifiche;
- e l’ultimo D.M. 127/2024 che regola la disciplina per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione.
Per le valutazioni di screening, così come definite dalla normativa vigente sia nazionale che regionale, le indagini devono essere effettuate su tutte le matrici ambientali: suolo, sottosuolo, acque superficiali e sotterranee, emissioni atmosferiche e rumore all’interno e circostanti l’impianto, per tutelare ed eventualmente mitigare, i danni da loro causati.
Relativamente al lavoro svolto, l’analisi del contesto territoriale e delle lavorazioni previste non ha rilevato criticità ambientali, grazie ad una attenta progettazione che ha tenuto conto non solo delle principali tematiche ambientali ma soprattutto il contesto in cui è inserito l’impianto stesso. Inoltre, l’attività si inserisce in un sito che risulta idoneo in termini di vincoli e pianificazione urbanistica, garantendo coerenza con gli strumenti di programmazione territoriale.
Lo studio preliminare ambientale ha valutato le principali sorgenti emissive connesse all’attività di recupero dei rifiuti inerti non pericolosi, stimandone l’impatto e identificando soluzioni di mitigazione conformi alla normativa vigente.
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