Tesi etd-11262024-223238 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
QUINCI, ROSA
URN
etd-11262024-223238
Titolo
Il giornalismo ambientale tra drammatizzazione e sensibilizzazione
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Prof.ssa Minuto, Emanuela
Parole chiave
- ambiente
- environment
- environmental issues
- giornalismo
- journalism
- questioni ambientali
Data inizio appello
16/12/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi indaga il ruolo del giornalismo ambientale nella diffusione di un’informazione dettagliata e consapevole sulle tematiche che riguardano l’ambiente, soffermandosi sul ruolo sociale che questo tipo di giornalismo ha nello sviluppo di una coscienza ambientale nel lettore.
Partendo dalle origini e dallo sviluppo della comunicazione ambientale, si sfruttano le teorie dell’agenda-setting e del framing per chiarire le dinamiche attraverso cui le tematiche ambientali “entrano” all’interno dell’agenda mediale e l’importanza che la loro rappresentazione assume nella costruzione delle percezioni di rilevanza per il pubblico. La complessità intrinseca delle questioni ambientali, spesso caratterizzate anche da un alto grado di contraddittorietà, ne rendono particolarmente difficile la comunicazione e la conseguente comprensione da parte del pubblico.
Nonostante emerga la necessità di un’informazione più approfondita di queste tematiche, l’analisi mostra come il giornalismo ambientale rimanga legato ai tradizionali modelli informativi. Il criterio della notiziabilità, più di ogni altro, continua ad avere un ruolo centrale nei processi di selezione delle notizie, mantenendo il giornalismo ambientale saldamente ancorato ad una logica “event- driven”. La copertura informativa aumenta, infatti, notevolmente in concomitanza del verificarsi di eventi drammatici e catastrofici. Anche la storia dell’informazione ecologica/ambientale nel nostro paese ha seguito, e segue tutt’ora, questa caratteristica fondamentale del giornalismo ambientale. L’analisi della copertura da parte del «Corriere della Sera» di tre fra le più grandi catastrofi che hanno segnato la storia dei disastri ambientali nel nostro paese (Vajont, Seveso, Val di Stava), svolta attraverso la metodologia dell’analisi del contenuto, evidenzia come la copertura giornalistica privilegi la spettacolarizzazione e la forte carica emotiva per catturare l'attenzione del lettore. Questo approccio informativo si traduce in una copertura che si fa intensa durante la fase emergenziale, ma che riserva poca attenzione alla prevenzione e alle cause strutturali dei disastri ecologici. La drammatizzazione delle notizie è resa evidente dall'uso di linguaggi enfatici e narrazioni volte a creare un forte coinvolgimento emotivo nel lettore, limitando così la riflessione necessaria a comprendere le dinamiche sottostanti.
Il contributo di Antonio Cederna al giornalismo ambientale italiano offre, di contro, un esempio concreto di come il giornalismo ambientale possa discostarsi da questa logica episodica per diventare strumento di una lotta attiva per la difesa dell’ambiente, inteso in senso di “bene collettivo”. La sua eredità sottolinea la necessità e l’importanza di un giornalismo impegnato e indipendente.
Infine, il lavoro riflette sulla necessità di ridefinire i concetti di obiettività e imparzialità nel giornalismo ambientale proponendo modelli alternativi che si adattano maggiormente alla trattazione delle tematiche ambientali.
Partendo dalle origini e dallo sviluppo della comunicazione ambientale, si sfruttano le teorie dell’agenda-setting e del framing per chiarire le dinamiche attraverso cui le tematiche ambientali “entrano” all’interno dell’agenda mediale e l’importanza che la loro rappresentazione assume nella costruzione delle percezioni di rilevanza per il pubblico. La complessità intrinseca delle questioni ambientali, spesso caratterizzate anche da un alto grado di contraddittorietà, ne rendono particolarmente difficile la comunicazione e la conseguente comprensione da parte del pubblico.
Nonostante emerga la necessità di un’informazione più approfondita di queste tematiche, l’analisi mostra come il giornalismo ambientale rimanga legato ai tradizionali modelli informativi. Il criterio della notiziabilità, più di ogni altro, continua ad avere un ruolo centrale nei processi di selezione delle notizie, mantenendo il giornalismo ambientale saldamente ancorato ad una logica “event- driven”. La copertura informativa aumenta, infatti, notevolmente in concomitanza del verificarsi di eventi drammatici e catastrofici. Anche la storia dell’informazione ecologica/ambientale nel nostro paese ha seguito, e segue tutt’ora, questa caratteristica fondamentale del giornalismo ambientale. L’analisi della copertura da parte del «Corriere della Sera» di tre fra le più grandi catastrofi che hanno segnato la storia dei disastri ambientali nel nostro paese (Vajont, Seveso, Val di Stava), svolta attraverso la metodologia dell’analisi del contenuto, evidenzia come la copertura giornalistica privilegi la spettacolarizzazione e la forte carica emotiva per catturare l'attenzione del lettore. Questo approccio informativo si traduce in una copertura che si fa intensa durante la fase emergenziale, ma che riserva poca attenzione alla prevenzione e alle cause strutturali dei disastri ecologici. La drammatizzazione delle notizie è resa evidente dall'uso di linguaggi enfatici e narrazioni volte a creare un forte coinvolgimento emotivo nel lettore, limitando così la riflessione necessaria a comprendere le dinamiche sottostanti.
Il contributo di Antonio Cederna al giornalismo ambientale italiano offre, di contro, un esempio concreto di come il giornalismo ambientale possa discostarsi da questa logica episodica per diventare strumento di una lotta attiva per la difesa dell’ambiente, inteso in senso di “bene collettivo”. La sua eredità sottolinea la necessità e l’importanza di un giornalismo impegnato e indipendente.
Infine, il lavoro riflette sulla necessità di ridefinire i concetti di obiettività e imparzialità nel giornalismo ambientale proponendo modelli alternativi che si adattano maggiormente alla trattazione delle tematiche ambientali.
File
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