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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11182015-105110


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DI LILLO, PIETRANGELO
URN
etd-11182015-105110
Titolo
LA PROTEZIONE SUSSIDIARIA QUALE FORMA COMPLEMENTARE DI TUTELA DEI RICHIEDENTI ASILO: RUOLO E LIMITI DELL'ISTITUTO
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marinai, Simone
Parole chiave
  • diritto dell'immigrazione
  • protezione internazionale
  • protezione sussidiaria
  • richiedenti asilo
Data inizio appello
09/12/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi prende spunto da alcune riflessioni di carattere generale sul rapporto tra tutela dei diritti umani e diritto di asilo in Europa. Ci siamo posti una serie di domande alle quali abbiamo cercato di rispondere nel corso della nostra ricerca. La prima domanda riguarda i soggetti ritenuti meritevoli di protezione internazionale nel quadro del c.d. “Common European Asylum system”: quali sono le categorie di migranti ai quali gli ordinamenti nazionali europei garantiscono oggi una qualche forma di protezione internazionale? La seconda domanda riguarda invece il tipo di tutela a cui tali soggetti possono accedere: è possibile, individuare, a livello europeo, un unico status di protezione internazionale o ci troviamo piuttosto di fronte ad un sistema di norme complesso e non sempre perfettamente coerente?

Il primo capitolo della nostra tesi fornisce innanzitutto una ricostruzione della nozione di rifugiato quale derivante dal testo della Convenzione di Ginevra, poi ripreso e specificato dalla normativa comunitaria. L'attenzione si sposta poi sulla garanzia fondamentale a tutela di chiunque sia ritenuto meritevole di protezione internazionale: il principio di "non refoulement". Affermato in origine dalla Convenzione del 1951, con riferimento ai soli rifugiati, l'ambito di applicazione di tale principio è stato successivamente esteso – dalla normativa pattizia e giurisprudenziale in materia di diritti umani internazionali – ad una platea ben più vasta di soggetti. Abbiamo cercato quindi di mostrare come tale normativa, stratificatasi nel corso del tempo, abbia a vario titolo influito e continui ad influire nell'evoluzione della "Refugee law".

Nel secondo capitolo ci siamo concentrati poi sul ruolo armonizzatore svolto dall'Unione europea in materia di riconoscimento degli status di protezione internazionale. A partire dai primi anni Duemila, infatti, in virtù delle disposizioni contenute nel Titolo IV del Trattato istitutivo della Comunità Europea, il Consiglio dell'Unione Europea si è fatto carico di emanare una serie di importanti fonti normative derivate in materia di asilo. Tale attività legislativa è proseguita, dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, con la finalità – espressamente dichiarata dal nuovo Art. 78 TFUE – di offrire uno status appropriato a qualsiasi cittadino di un paese terzo che necessita di protezione internazionale e garantire il rispetto del principio di non respingimento, in conformità con la convenzione di Ginevra del 1951, il protocollo del 1967 e gli “altri trattati pertinenti”. Nel secondo capitolo della nostra tesi cercheremo, quindi, di analizzare dettagliatamente l'istituto della “protezione sussidiaria”, che ha trovato una sua prima puntuale regolamentazione nella Direttiva 2004/83/CE (c.d. “Direttiva Qualifiche”). Tale istituto rappresenta il primo tentativo – compiuto a livello sovranazionale – di garantire uno status di tutela analogo a quello previsto dalla Convenzione di Ginevra per una serie di soggetti che, pur non possedendo tutti i requisiti per essere riconosciuti rifugiati, siano altresì ritenuti meritevoli di tutela. Stando ai considerando della stessa Direttiva Qualifiche, infatti, tale forma di protezione si dovrebbe configurare come “complementare e supplementare rispetto alla protezione dei rifugiati sancita dalla convenzione di Ginevra”. Nell'analizzare tale forma di protezione, abbiamo cercato di capire, innanzitutto, quali siano i presupposti per il suo riconoscimento e in che modo eventualmente essa possa contribuire ad ampliare l'area dei soggetti beneficiari di protezione internazionale in Europa. Abbiamo visto, inoltre, quali diritti comporta lo status di beneficiario di protezione sussidiaria, ovvero quale sia oggi il contenuto di tale status, alla luce anche delle modifiche apportate alla disciplina originaria da parte della Direttiva Qualifiche "Recast" del 2011.

Il terzo ed ultimo capitolo del nostro elaborato, infine, prova a valutare la portata dell'opera riformatrice condotta dall'Unione europea. Abbiamo cercato, in particolare, di capire che ruolo abbia svolto l'istituto della protezione sussidiaria nel processo di armonizzazione in materia di protezione internazionale. Il Considerando n° 6 della Direttiva Qualifiche, infatti, individuava come ratio della stessa normativa comunitaria quella di completare lo status di rifugiato con “misure relative a forme sussidiarie di protezione che offrano uno status adeguato a chiunque abbia bisogno di protezione internazionale”. È possibile affermare che tale obiettivo sia stato oggi completamente raggiunto da parte dell'Unione Europea? E se così non fosse, attraverso quali strumenti sarà possibile in futuro ottenere un simile risultato?
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