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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11172024-095836


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MUNTEAN, MARIA
URN
etd-11172024-095836
Titolo
Il ruolo del giudice nell'applicazione della pena su richiesta delle parti: tra valorizzazione dei profili negoziali ed esigenze di accertamento giurisdizionale.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
  • Diritto processuale penale
  • patteggiamento
  • riti speciali
  • ruolo del giudice
Data inizio appello
02/12/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/12/2027
Riassunto
Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, rappresenta uno degli istituti più emblematici della giustizia penale moderna, frutto della continua tensione tra l'esigenza di efficienza processuale e la tutela delle garanzie costituzionali. Nato come strumento per alleggerire il carico giudiziario, il patteggiamento si è progressivamente trasformato in un istituto centrale del processo penale, richiamando l'attenzione del legislatore nazionale, del diritto sovranazionale e della giurisprudenza costituzionale ed europea.
La tensione tra l'aspirazione a una giustizia rapida ed effettiva e l’esigenza di un accertamento veritiero e completo dei fatti è il cuore del dibattito giuridico che questa tesi intende esplorare.
Nel primo capitolo, si esamina il patteggiamento con un excursus storico ed evolutivo, volto a comprendere come questa pratica sia nata e si sia trasformata nel corso degli anni fino ad arrivare alla sua configurazione attuale. Si parte dall’art. 77 della legge 689/1981, considerato il primo passo verso l’introduzione del patteggiamento nel nostro ordinamento, per poi confrontare tale istituto con il modello del plea bargaining statunitense. Sebbene quest’ultimo rappresenti una fonte di ispirazione, le differenze tra i due istituti, sia nelle finalità che nelle modalità applicative, evidenziano come il patteggiamento italiano sia il risultato di un adattamento alle peculiarità del nostro sistema giuridico.
L’esame proseguirà con un’analisi delle spinte sovranazionali che hanno favorito l’affermazione di procedure semplificate nel processo penale. Saranno approfondite, in particolare, la Raccomandazione R (87) 18 del Consiglio d’Europa, volta a promuovere la semplificazione della giustizia penale, e le Direttive di Stoccolma, che hanno delineato standard comuni in materia di giustizia penale nell’Unione Europea. A questo si aggiungerà il contributo della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha esaminato in più occasioni la compatibilità del patteggiamento con i diritti fondamentali, in particolare con il principio del giusto processo e il diritto di difesa.
Un ulteriore obiettivo di questo capitolo sarà evidenziare la distinzione tra patteggiamento ordinario e patteggiamento allargato, chiarendone caratteristiche e finalità, per poi affrontare gli interventi più recenti in materia, come quelli apportati dalla Riforma Cartabia.
Infine, verrà analizzato il delicato rapporto tra l’istituto del patteggiamento e la Costituzione, con particolare riferimento alle potenziali tensioni tra l’obiettivo di deflazione processuale e il rispetto delle garanzie fondamentali.
Il secondo capitolo della tesi si focalizza sull’analisi dei presupposti normativi e del ruolo del giudice nell’ambito del patteggiamento, mettendo in evidenza le responsabilità e i limiti di questa figura nella fase di accoglimento del rito. Il patteggiamento, quale strumento di semplificazione della giustizia penale, pone infatti il giudice in una posizione delicata, in cui è chiamato a bilanciare la garanzia dei diritti fondamentali con la necessità di rispettare l’autonomia negoziale delle parti.
Il capitolo prende avvio dalla descrizione del vaglio delle condizioni di ammissibilità del rito, primo passo di controllo che il giudice deve effettuare per accertare la compatibilità della richiesta con i requisiti previsti dalla legge. Successivamente, si passa alla fase più complessa della verifica delle condizioni per l’accoglimento del rito, articolata in una serie di operazioni fondamentali.
Un tema affrontato nel capitolo è l’eterno dilemma: il patteggiamento deve essere considerato una forma di accertamento della responsabilità o un semplice accordo negoziale tra le parti? Questo interrogativo si articola nell’analisi dell’equiparazione della sentenza di patteggiamento a una sentenza di condanna, che da un lato ne rafforza gli effetti giuridici, ma dall’altro solleva dubbi in relazione al mancato rispetto del canone del “ragionevole dubbio”, pilastro fondamentale del processo penale.
Il quadro giurisprudenziale che si andrà a delineare potrebbe destare preoccupazione, poiché la sentenza di patteggiamento comporta l'imposizione di una pena che, in molti casi, implica la limitazione della libertà personale. È quindi cruciale non trascurare il fatto che il patteggiamento non è una semplice scorciatoia procedurale, ma un istituto processuale complesso che richiede equilibrio tra negozialità e controllo giurisdizionale. La sua natura ibrida lo posiziona su un terreno fertile in cui i principi di diritto e le esigenze pratiche del sistema giudiziario si incontrano e talvolta si scontrano.
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