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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11142024-131051


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CECCONI, GINEVRA
URN
etd-11142024-131051
Titolo
Frequenza ed impatto dell'assunzione di alimenti ultra-processati in pazienti celiaci pediatrici e controlli sani
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
Parole chiave
  • alimenti ultra-processati
  • celiac disease
  • celiachia
  • dieta mediterranea
  • mediterranean diet
  • ultra-processed food
Data inizio appello
03/12/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/12/2094
Riassunto
Negli ultimi decenni si sta assistendo ad una modifica sostanziale delle abitudini alimentari della popolazione pediatrica in tutto il Mondo, infatti in diversi studi su larga scala si sta osservando una tendenza sempre maggiore al consumo di alimenti ultra-processati ed un’aderenza alla dieta mediterranea sempre meno rigorosa, abitudine che ha come conseguenza una minor assunzione globale di frutta, verdura ed alimenti di origine naturale, contrapposta ad un aumento di consumo di alimenti ad alto contenuto di sale, zuccheri semplici, grassi saturi, conservanti, additivi, coloranti e prodotti di origine industriale.
Questi stessi dati sono ancora più allarmanti se si considerano i risultati ottenuti in studi su pazienti pediatrici celiaci, dove si sta evidenziando come l’assunzione di alimenti ultra-processati in questa specifica popolazione sia maggiore rispetto alla popolazione sana, mentre l’aderenza alla dieta mediterranea sia peggiore.
Sulle ragioni che possano giustificare questo trend in aumento relativo al consumo di alimenti ultra-processati si sono concentrati diversi studi, in generale si tratta di alimenti accattivanti sia dal punto di vista visivo che palatale, infatti sono alimenti spesso venduti in confezioni colorate, che attirano l’attenzione e sono caratterizzati dall’avere un contenuto elevato di zuccheri, sale ed aromi umami che fa sì che vengano spesso ricercati per il loro gusto.
Si tratta inoltre di alimenti già pronti, consumabili in qualunque momento e situazione, aspetto che ne incentiva il consumo sia nei bambini sani ma soprattutto nei bambini con celiachia. Si è cercato infatti di capire quale fosse il motivo di un consumo maggiore di alimenti ultra-processati da parte dei bambini con celiachia rispetto ai controlli sani ed un’ipotesi sembra essere legata proprio alla praticità di questi alimenti, si deve infatti considerare che gli alimenti naturalmente privi di glutine non sono facilmente reperibili nei locali, aspetto che può avere delle conseguenze soprattutto nella vita sociale e di relazione della popolazione adolescente, che sembra ricorrere più frequentemente ad alimenti ultra-processati proprio per questo motivo.
Per quanto riguarda i pazienti celiaci, si deve poi considerare che spesso questi ricorrono all’utilizzo di alimenti ultra-processati privi di glutine perché non sono a conoscenza della grande varietà di alimenti naturalmente privi di glutine, come il riso, la quinoa, la polenta, il grano saraceno o l’amaranto, a dimostrazione di come sia fondamentale intervenire attraverso protocolli di educazione alimentare al momento della diagnosi di malattia celiaca.
Gli alimenti ultra-processati non dovrebbero essere presenti nell’alimentazione o comunque dovrebbero essere assunti in maniera occasionale, in quanto sono stati associati ad uno stato infiammatorio cronico di basso grado, responsabile dell’aumento di malattie non trasmissibili di ordine metabolico, immunologico e tumorale, come diabete mellito di tipo 2, malattia metabolica, dislipidemie, obesità ma anche asma, allergie e rischio tumorale.
Il seguente studio si è occupato di valutare la qualità dietetica in un gruppo di pazienti celiaci pediatrici e controlli sani, attraverso l’analisi dell’aderenza alla dieta mediterranea e la frequenza di assunzione di alimenti ultra-processati nei due gruppi in studio.
In entrambe le popolazioni sono stati registrati i parametri antropometrici, è stato somministrato il questionario KIDMED (un questionario per la valutazione dell’aderenza alla dieta mediterranea) e richiesto di compilare un diario alimentare di tre giorni per la valutazione delle assunzioni giornaliere di alimenti ultra-processati e nutrienti.
I risultati ottenuti sono in linea con la letteratura scientifica in merito, infatti si è osservata una frequenza di consumo di alimenti ultra-processati decisamente maggiore ed allarmante da parte dei bambini con celiaca, dove il consumo di alimenti ultra-processati rappresenta il 51% dell’introito energetico giornaliero, contro il 18,9% nella popolazione sana, i livelli di consumo di grassi saturi e sale sono maggiori nei pazienti celiaci, e la quantità di ferro e di fibre assunti è risultata invece maggiore nei controlli sani, ragionevolmente a causa l’effetto del consumo differente di alimenti ultra-processati nelle due popolazioni.
Inoltre un aspetto che riguarda entrambe le popolazioni è l’osservazione di un consumo insufficiente di calcio e di ferro ed un consumo elevato di lipidi.
Sono attesi anche i risultati per quanto riguarda l’aderenza alla dieta mediterranea che è risultata migliore nella popolazione sana, in particolare i dati mostrano come i controlli sani siano caratterizzati da consumi maggiori di frutta, verdura e di pasta e riso integrale ed affermino di consumare meno frequentemente alimenti ultra-processati rispetto ai pazienti celiaci.
Dall’analisi di correlazione risulta anche che la percentuale di Kcal ottenuta da alimenti ultra-processati, sia correlata positivamente con la malattia celiaca e negativamente con la dieta mediterranea, dimostrando come la malattia celiaca sia un fattore determinante per l’entità di consumo di alimenti ultra-processati e che all’aumento del consumo di questi, si riduca l’aderenza alla dieta mediterranea e quindi la qualità dietetica.
Per quanto riguarda i valori antropometrici non si sono osservate differenze statisticamente significative tra le due popolazioni ed il valore del BMI non risulta correlato con l’assunzione di alimenti ultra-processati, risultato che è stato ottenuto anche in altri studi simili, di fatti la correlazione tra l’assunzione di alimenti ultra-processati e l’aumento del BMI nella popolazione pediatrica ha mostrato risultati discordati e per adesso inconcludenti.
Dall’analisi dei risultati si può quindi affermare che l’alimentazione dei bambini con celiachia sia caratterizzata da consumi molto elevati di alimenti ultra-processati e che questi risultino maggiori rispetto alla popolazione sana della stessa età. Si può affermare inoltre che l’aderenza alla dieta mediterranea, risultata scarsa tra i pazienti celiaci, diminuisca all’aumento del consumo di alimenti ultra-processati.
Dovrebbe quindi essere implementata l’educazione alimentare fornita alle famiglie dei pazienti pediatrici celiaci al momento della diagnosi, sottolineando i rischi relativi al consumo frequente di alimenti ultra-processati e mostrando loro tutte le possibili alternative naturalmente prive di glutine grazie alle quali è possibile sostituire il glutine senza ricorrere a prodotti di origine industriale.


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