Tesi etd-11132024-105640 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BENDINELLI, CARLOTTA
URN
etd-11132024-105640
Titolo
Incidenza delle reazioni avverse da vaccinazione durante l'ospedalizzazione nei neonati fortemente prematuri vaccinati nell'AOUP: studio retrospettivo e confronto con i dati attualmente presenti in letteratura sui neonati a termine
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Filippi, Luca
correlatore Dott.ssa Nuzzi, Giulia
correlatore Dott.ssa Nuzzi, Giulia
Parole chiave
- adverse reactions
- neonati
- newborns
- prematuri
- preterms
- reazioni avverse
- vaccinazione
Data inizio appello
03/12/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/12/2094
Riassunto
L’avvento delle vaccinazioni ha determinato una drastica riduzione della mortalità infantile sotto i 5 anni. A beneficiare maggiormente dell’immunoprofilassi primaria sono i neonati prematuri, categoria di pazienti fragili con un intrinseco rischio maggiore di incorrere in infezioni e in complicanze severe ad esse correlate.
Il calendario vaccinale dei neonati prematuri è il medesimo dei bambini nati a termine e segue l’età anagrafica e non l’età corretta, ovvero l’età che il neonato avrebbe se la gravidanza fosse stata portata a termine. A causa di questo, ai neonati prematuri, durante vaccinazione, viene inevitabilmente somministrata una dose vaccinale per chilogrammo superiore rispetto a quella destinata ai nati a termine.
L’obiettivo di questo studio è valutare se tale maggiore dose vaccinale e la prematurità possano rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di reazioni avverse, con un’incidenza maggiore rispetto alle incidenze ad oggi presenti in letteratura. L’ipotesi di partenza è stata formulata dopo il riscontro di un caso di mielite trasversa, manifestatasi in una neonata di 25 settimane in seguito alla vaccinazione contro l’epatite B.
La ricerca si è basata su uno studio retrospettivo di 5 anni, condotto su tutti i neonati con un’età gestazionale pari o inferiore alle 30 settimane, che avessero ricevuto almeno una vaccinazione durante il loro periodo di degenza all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Sono state revisionate le cartelle cliniche di 97 neonati, e per i 45 neonati che hanno eseguito almeno una vaccinazione in ospedale, sono stati ricercati tutti i segni clinici potenzialmente riconducibili ad eventi avversi ascrivibili ad una vaccinazione.
In accordo con la letteratura esistente, lo studio ha evidenziato che le vaccinazioni nei neonati prematuri possono determinare lo sviluppo di episodi caratterizzati da segni quali apnea, desaturazioni e bradicardia. L’incidenza di febbre e reazioni locali non si discosta da quanto evidenziato nei neonati a termine. Tuttavia, è emerso un potenziale aumento della gravità delle apnee e della frequenza della febbre nei neonati con peso corporeo inferiore. Poiché la numerosità del campione è limitata, a cause delle caratteristiche intrinseche della popolazione in esame, quanto ipotizzato deve essere maggiormente indagato tramite studi più ampi.
Nello studio è stato, inoltre, documentato il caso estremamente raro di mielite trasversa verificatosi in una neonata di 25 settimane dopo la seconda dose di vaccino contro l’epatite B. I neonati con età gestazionale inferiore alle 30 settimane e con un peso corporeo al di sotto di 1000 gr sono rari, e ancora meno frequenti sono i neonati estremamente pretermine e di peso molto basso che ricevono la vaccinazione anti-epatite B. Inoltre, è importante sottolineare come in questo caso specifico, non essendo previsto un dosaggio per chilogrammo, i neonati così piccoli ricevono una dose che può anche essere 10 volte maggiore rispetto ai neonati nati a termine.
Ad oggi, la letteratura scientifica ha riportato alcuni casi di mielite trasversa successivi alla vaccinazione contro l’HBV a partire dai 2 anni d’età, ma gli eventi descritti sono ancora troppo pochi per poter confermare una potenziale relazione tra il vaccino ed eventi avversi autoimmunitari. Nonostante ciò, questo evento riveste un'importanza particolare sia per l’estrema inusualità di una patologia autoimmunitaria in un neonato, sia per la possibilità che un evento avverso simile si sia già verificato in altri neonati, non segnalati in letteratura, o che si possa verificare nuovamente in futuro. Pertanto, la segnalazione di questi casi diviene fondamentale per aprire una riflessione circa l’opportunità di usare una stessa dose in neonati con un peso che può variare anche di dieci volte.
Il calendario vaccinale dei neonati prematuri è il medesimo dei bambini nati a termine e segue l’età anagrafica e non l’età corretta, ovvero l’età che il neonato avrebbe se la gravidanza fosse stata portata a termine. A causa di questo, ai neonati prematuri, durante vaccinazione, viene inevitabilmente somministrata una dose vaccinale per chilogrammo superiore rispetto a quella destinata ai nati a termine.
L’obiettivo di questo studio è valutare se tale maggiore dose vaccinale e la prematurità possano rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di reazioni avverse, con un’incidenza maggiore rispetto alle incidenze ad oggi presenti in letteratura. L’ipotesi di partenza è stata formulata dopo il riscontro di un caso di mielite trasversa, manifestatasi in una neonata di 25 settimane in seguito alla vaccinazione contro l’epatite B.
La ricerca si è basata su uno studio retrospettivo di 5 anni, condotto su tutti i neonati con un’età gestazionale pari o inferiore alle 30 settimane, che avessero ricevuto almeno una vaccinazione durante il loro periodo di degenza all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Sono state revisionate le cartelle cliniche di 97 neonati, e per i 45 neonati che hanno eseguito almeno una vaccinazione in ospedale, sono stati ricercati tutti i segni clinici potenzialmente riconducibili ad eventi avversi ascrivibili ad una vaccinazione.
In accordo con la letteratura esistente, lo studio ha evidenziato che le vaccinazioni nei neonati prematuri possono determinare lo sviluppo di episodi caratterizzati da segni quali apnea, desaturazioni e bradicardia. L’incidenza di febbre e reazioni locali non si discosta da quanto evidenziato nei neonati a termine. Tuttavia, è emerso un potenziale aumento della gravità delle apnee e della frequenza della febbre nei neonati con peso corporeo inferiore. Poiché la numerosità del campione è limitata, a cause delle caratteristiche intrinseche della popolazione in esame, quanto ipotizzato deve essere maggiormente indagato tramite studi più ampi.
Nello studio è stato, inoltre, documentato il caso estremamente raro di mielite trasversa verificatosi in una neonata di 25 settimane dopo la seconda dose di vaccino contro l’epatite B. I neonati con età gestazionale inferiore alle 30 settimane e con un peso corporeo al di sotto di 1000 gr sono rari, e ancora meno frequenti sono i neonati estremamente pretermine e di peso molto basso che ricevono la vaccinazione anti-epatite B. Inoltre, è importante sottolineare come in questo caso specifico, non essendo previsto un dosaggio per chilogrammo, i neonati così piccoli ricevono una dose che può anche essere 10 volte maggiore rispetto ai neonati nati a termine.
Ad oggi, la letteratura scientifica ha riportato alcuni casi di mielite trasversa successivi alla vaccinazione contro l’HBV a partire dai 2 anni d’età, ma gli eventi descritti sono ancora troppo pochi per poter confermare una potenziale relazione tra il vaccino ed eventi avversi autoimmunitari. Nonostante ciò, questo evento riveste un'importanza particolare sia per l’estrema inusualità di una patologia autoimmunitaria in un neonato, sia per la possibilità che un evento avverso simile si sia già verificato in altri neonati, non segnalati in letteratura, o che si possa verificare nuovamente in futuro. Pertanto, la segnalazione di questi casi diviene fondamentale per aprire una riflessione circa l’opportunità di usare una stessa dose in neonati con un peso che può variare anche di dieci volte.
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