Tesi etd-11122024-173623 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MENCONI, DAVIDE
URN
etd-11122024-173623
Titolo
La Composizione negoziata della crisi di impresa: il ruolo dell'esperto
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Benedetti, Lorenzo
Parole chiave
- Composizione negoziata della crisi
- esperto
Data inizio appello
02/12/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi analizza in maniera approfondita il ruolo dell’esperto nella composizione negoziata della crisi d’impresa, evidenziandone la funzione di facilitatore delle trattative tra l’imprenditore e i creditori per prevenire conseguenze irreversibili per l’impresa e per il sistema economico in generale. Con l’introduzione del Codice della crisi e dell’insolvenza, l’ordinamento italiano ha dato vita a una figura professionale nuova e indipendente, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, equità e coordinazione nelle delicate fasi di risanamento aziendale. L’esperto, agendo come terza parte neutrale e imparziale, sostiene il debitore nella definizione e negoziazione di un piano di risanamento che, pur salvaguardando i diritti dei creditori, possa assicurare la continuità dell’impresa.
Uno dei compiti centrali dell’esperto consiste nell’agevolare la comunicazione e nell’orientare le negoziazioni tra le parti, svolgendo un ruolo di mediazione che limita le frizioni e le incomprensioni, spesso all’origine del fallimento delle trattative di risanamento. La sua presenza fornisce maggiore credibilità al percorso di risanamento, aumentando le probabilità di un accordo proficuo per tutte le parti coinvolte. Sebbene l’esperto non disponga di poteri autoritativi o direttivi sugli attori della crisi, il suo ruolo è essenziale per il buon esito della composizione negoziata, poiché incentiva il rispetto di standard di trasparenza e integrità, oltre a favorire il flusso informativo tra imprenditore e creditori.
In termini pratici, l’esperto non si limita a svolgere un ruolo passivo o meramente consultivo, ma opera come un attore propositivo, suggerendo misure operative e finanziarie per migliorare la situazione aziendale, favorendo così l’adozione di strategie che rispondano concretamente ai bisogni dell’impresa. Inoltre, la sua funzione implica anche la verifica delle condizioni e delle tempistiche per l’esecuzione del piano di risanamento, elemento fondamentale per evitare il protrarsi della crisi e prevenire il deterioramento dell’azienda.
Infine, la presenza di un esperto istituzionalmente designato serve a bilanciare gli interessi dei diversi soggetti coinvolti: da un lato, permette all’imprenditore di mantenere la propria autonomia nella gestione ordinaria e straordinaria, dall’altro, rassicura i creditori sull’affidabilità del processo di risanamento. Ciò rende il ruolo dell’esperto un elemento di stabilità, non solo per le singole imprese in crisi, ma anche per il tessuto economico complessivo, in quanto previene la dispersione di valore e promuove la sostenibilità del sistema economico-produttivo.
In sintesi, questa figura rappresenta un’evoluzione fondamentale nel diritto della crisi d’impresa, adattandosi ai bisogni di una società economica moderna, in cui le procedure di risanamento necessitano di soluzioni collaborative e consensuali. La presente tesi si propone di esaminare tutti questi aspetti, valutando l’efficacia, i limiti e le prospettive future dell’intervento dell’esperto nella composizione negoziata della crisi.
Uno dei compiti centrali dell’esperto consiste nell’agevolare la comunicazione e nell’orientare le negoziazioni tra le parti, svolgendo un ruolo di mediazione che limita le frizioni e le incomprensioni, spesso all’origine del fallimento delle trattative di risanamento. La sua presenza fornisce maggiore credibilità al percorso di risanamento, aumentando le probabilità di un accordo proficuo per tutte le parti coinvolte. Sebbene l’esperto non disponga di poteri autoritativi o direttivi sugli attori della crisi, il suo ruolo è essenziale per il buon esito della composizione negoziata, poiché incentiva il rispetto di standard di trasparenza e integrità, oltre a favorire il flusso informativo tra imprenditore e creditori.
In termini pratici, l’esperto non si limita a svolgere un ruolo passivo o meramente consultivo, ma opera come un attore propositivo, suggerendo misure operative e finanziarie per migliorare la situazione aziendale, favorendo così l’adozione di strategie che rispondano concretamente ai bisogni dell’impresa. Inoltre, la sua funzione implica anche la verifica delle condizioni e delle tempistiche per l’esecuzione del piano di risanamento, elemento fondamentale per evitare il protrarsi della crisi e prevenire il deterioramento dell’azienda.
Infine, la presenza di un esperto istituzionalmente designato serve a bilanciare gli interessi dei diversi soggetti coinvolti: da un lato, permette all’imprenditore di mantenere la propria autonomia nella gestione ordinaria e straordinaria, dall’altro, rassicura i creditori sull’affidabilità del processo di risanamento. Ciò rende il ruolo dell’esperto un elemento di stabilità, non solo per le singole imprese in crisi, ma anche per il tessuto economico complessivo, in quanto previene la dispersione di valore e promuove la sostenibilità del sistema economico-produttivo.
In sintesi, questa figura rappresenta un’evoluzione fondamentale nel diritto della crisi d’impresa, adattandosi ai bisogni di una società economica moderna, in cui le procedure di risanamento necessitano di soluzioni collaborative e consensuali. La presente tesi si propone di esaminare tutti questi aspetti, valutando l’efficacia, i limiti e le prospettive future dell’intervento dell’esperto nella composizione negoziata della crisi.
File
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Tesi_defi.pdf | 2.95 Mb |
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