logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11052024-182842


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BECHERONI, ASIA
URN
etd-11052024-182842
Titolo
Intelligenza artificiale e diritti di proprietà intellettuale: implicazioni e prospettive
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Kutufà, Ilaria
Parole chiave
  • copyright
  • diritti di proprietà intellettuale
  • diritto d'autore
  • intelligenza artificiale
Data inizio appello
02/12/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/12/2094
Riassunto
L'elaborato analizza il ruolo dei sistemi di Intelligenza Artificiale nell'ambito dei diritti di proprietà intellettuale, in cui vengono utilizzati non soltanto per valutare la solidità di marchi e brevetti, ma anche per creare opere d'arte originali. Lo sviluppo di tali sistemi, avvenuto già a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha posto dei problemi con riguardo al rapporto tra autore/inventore e titolare dei diritti di sfruttamento patrimoniale, nonché il loro utilizzo sempre più incisivo, con conseguente residualità del contributo umano nello svolgimento delle attività, ha sollevato dei dubbi sull’applicabilità della regolamentazione vigente. L’ambito della tutela autorale, disciplinata dalla l. 633/1941, ha visto un progressivo ampliamento dell’utilizzo delle strutture intelligenti, ponendo la necessità di determinare se la normativa vigente sia estendibile, e di conseguenza applicabile, anche alle opere d’arte create non soltanto attraverso l’ausilio di sistemi artificiali, ma anche da questi generate autonomamente. I programmi per elaboratore non erano inizialmente inquadrabili nella disciplina, ma grazie all’interpretazione ed analisi della normativa hanno ricevuto tutela, tuttavia tale problematica continua a persistere con riguardo alle opere c.d. computer-generated, ovvero realizzate interamente dalle strutture intelligenti, in quanto in questo caso l’apporto umano è presente solo al momento iniziale, sostanziandosi nel mero input alla macchina affinché questa realizzi il risultato finale. La pronuncia italiana più rilevante in materia riguarda il “caso Banchieri c. Rai”, tuttavia la pronuncia della Cassazione è intervenuta tramite un obiter dictum e non è entrata nel merito della questione delle opere AI-generated, ciononostante costituisce una prima pronuncia sul tema.
La questione dell’attribuzione della qualità di opere dell’ingegno a sistemi realizzati in modo autonomo dalle strutture intelligenti è condivisa a livello internazionale ed i diversi ordinamenti hanno cercato di dare una risposta al quesito adottando le soluzioni più diverse ed il panorama che si è venuto a creare può essere semplificato secondo tre modelli, in cui si distinguono il modello europeo, basato sul bilanciamento dell’evoluzione tecnologica con i principi costituzionali, l’approccio nord-americano, fondato sulla regolazione diversificata, e cinese, che si basa sull’autonormazione etica da parte di enti pubblici e privati. L’analisi dei tre modelli di regolazione del fenomeno si articola nello studio delle normative nazionali, con riferimento alle fonti sia di hard law sia di soft law, nonché la speciale tutela inglese accordata al copyright, e dell’analisi dei casi giurisprudenziali più in rilievo, quali il caso statunitense “Zarya of the Dawn”, il caso ceco “DALL-E” e quello cinese “Li v. Liu”, deciso della Beijing Internet Court. Il caso più emblematico in materia è costituito dal “caso DABUS”, il quale si è qualificato come una global litigation in quanto ha investito gli Uffici brevetti di tutto il mondo e le soluzioni adottate dai diversi ordinamenti sono state pressoché univoche, sebbene con motivazioni diverse, tuttavia si è registrata un’inversione di tendenza nei Paesi di Australia e Sudafrica, che hanno fornito spunti di riflessione interessanti per gli altri Paesi e costituiscono un importante primo tentativo di risoluzione della problematica. Il caso di specie ha evidenziato la necessità di dotarsi di una regolamentazione condivisa a livello sovranazionale ed è questo che ha ispirato l’Unione Europea ad adottare l’Artificial Intelligence Act, il quale è entrato in vigore il 1 agosto 2024 allo scopo di dettare una disciplina organica, completa e generale in materia. A livello nazionale, sulla scia della proposta europea, l’Italia ha predisposto il “Disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale”, al fine di promuovere un utilizzo corretto, trasparente e responsabile di tali sistemi, tuttavia il testo è ad oggi ancora sottoposto all’esame parlamentare, nonché lo sviluppo delle reti neurali è oggetto specifico della strategia multidisciplinare 2024-2026.
File