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Il modello di capitalismo italiano si differenzia principalmente da quello renano e da quello anglosassone per la grande presenza di piccole-medio imprese a conduzione familiare, oltre che per l’assenza di intermediari finanziari di elevate dimensioni e per la limitata quotazione sul mercato azionario.
Il nanismo italiano e la limitata crescita dimensionale sono dovute soprattutto al modello familiare chiuso che impedisce l’apertura della compagine societaria a nuovi soggetti. Tutto ciò ha portato ricadute negative sulla competitività e sulla crescita del nostro sistema economico, che risente sempre più della grande concorrenza che proviene dai paesi emergenti dell’Estremo Oriente e dell’Europa centro-orientale. L’Italia presenta perciò una ridotta capacità innovativa e tecnologica e conseguentemente un basso grado di internazionalizzazione e di penetrazione nei mercati esteri, soprattutto se confrontata a livello globale e rispetto all’avanzato sistema economico statunitense, caratterizzato dalla forte capacità innovativa e dalla elevata propensione al rischio.
Queste considerazioni riguardano anche il settore high-tech italiano e perciò sono particolarmente evidenti le varie problematiche relative alla nascita, crescita e sviluppo delle piccole e medio imprese ad alta tecnologia. Andremo perciò ad analizzare le politiche pubbliche di agevolazione alla nascita di questa tipologia di imprese e le varie problematiche finanziare inerenti ai fondi di Private Equity e di Venture Capital ed al processo di quotazione in Borsa. Verranno poi affrontate anche alcune problematiche imprenditoriali, manageriali e normative che possono più o meno agevolare la crescita delle imprese high-tech.
Infine Molmed Spa è un caso rappresentativo delle difficoltà affrontate dalla maggior parte delle imprese high-tech italiane e possiamo riscontrarvi tutte le problematiche sopra citate.