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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10292021-003416


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LAZZARINI, CHIARA
URN
etd-10292021-003416
Titolo
Questioni di costituzionalita' dell'obbligo vaccinale: evoluzione legislativa e recenti implicazioni.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Romboli, Roberto
Parole chiave
  • trattamenti sanitari obbligatori
  • sanitary emergency
  • right to healt
  • recommended vaccines
  • mandatory vaccines
  • mandatory health treatments
  • indennizzo
  • indemnity
  • green pass
  • emergenza sanitaria
  • diritto alla salute
  • covid-19
  • certificazione verde covid-19
  • vaccines
  • vaccini
  • vaccini obbligatori
  • vaccini raccomandati
Data inizio appello
06/12/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questa tesi di laurea è volta ad esaminare, partendo da un’analisi generale circa il diritto alla salute, le principali questioni di costituzionalità inerenti l'obbligo di vaccinazione. Questo anche alla luce delle problematiche sollevate dall'ormai nota pandemia da Covid-19, che ha inciso profondamente non soltanto sulla vita di tutti ma anche su alcune rilevanti questioni giuridiche. L’intento è quindi quello di rapportare alla peculiare situazione in atto la normativa che si è stratificata in materia di obbligo vaccinale e di valutare in che modo – in Italia - un’imposizione vaccinale possa essere legittimamente prevista dal Legislatore anche nella specifica situazione contingente.
Dall’analisi dell’articolo 32 della Costituzione emerge evidente come il diritto alla salute possa essere scisso in due distinte ma connesse accezioni: non solo inteso come diritto individuale del singolo ma anche come interesse della collettività. La salute è considerata diritto-dovere fondamentale, la condizione che permette l'esercizio di tutti gli altri diritti. Inoltre il secondo comma dell’articolo 32 prevede il c.d. principio di autodeterminazione.
Quindi, un’imposizione come quella vaccinale sembrerebbe una vera e propria eccezione rispetto alla regola generale, basata sul principio personalistico di autodeterminazione, per il quale ogni singolo soggetto ha la piena libertà di scegliere il trattamento sanitario che ritiene più opportuno.
In realtà, la Costituzione va a creare una sorta di bilanciamento tra il diritto alla salute proprio di ciascun soggetto, consistente in una effettiva integrità fisica e psichica, e un interesse comune, inteso invece come elemento proprio del patrimonio sociale, giustificato anche dall’art. 2 della Costituzione e cioè dal dovere di solidarietà.
Pertanto, un determinato trattamento sanitario può essere imposto dal Legislatore nel rispetto di due essenziali condizioni: la prima consistente in una situazione di effettiva necessità - non per forza coincidente con una situazione emergenziale – capace di giustificare l’intervento del Legislatore mediante una legge o un atto ad esso equiparato; la seconda condizione riguarda invece il rispetto della persona umana.
Per cercare di comprendere meglio le problematiche che possono derivare dall’imposizione di un obbligo vaccinale, lo scritto va poi a ripercorrere l'evoluzione storica e legislativa di tale obbligo. Vengono analizzate le principali questioni di costituzionalità e come la Corte Costituzionale sia giunta più di una volta ad ammettere che, in determinate circostanze e condizioni, una simile imposizione possa essere legittimamente prevista.
Inoltre, il testo si sofferma anche sull’Emergenza sanitaria da Covid-19 e, in particolare, sulle modalità con le quali, dal punto di vista giuridico, si è cercato di fronteggiare la pandemia. Infatti – una volta che la ricerca scientifica, in tempi veramente brevi, ha portato sul mercato un vaccino considerato sicuro - il Legislatore, con il Decreto legge n. 44 del 2021, ha optato per introdurre l’obbligo vaccinale solo per alcune categorie di lavoratori, mentre ha scelto di non imporre, almeno fino ad oggi, un obbligo vaccinale generalizzato, muovendosi piuttosto attraverso la strada della vaccinazione raccomanda. Dal punto di vista dei risultati concreti, la differenza tra imposizione e raccomandazione è veramente sottile. Pertanto, come emerge da diverse sentenze della Corte Costituzionale, la propensione per l’una o l’altra soluzione risiede esclusivamente nella diversa impostazione che l’Ordinamento decide di adottare con riferimento alla maggior o minor valorizzazione della libertà di autodeterminazione del singolo nelle scelte terapeutiche, in rapporto all’obiettivo primario costituito dalla tutela della salute individuale e collettiva. Nell’ambito di tale impostazione, l’obbligo di vaccinazione viene giustificato solo da situazioni di necessità caratterizzate da una scarsa adesione alla campagna vaccinale su base volontaria: solo quando strumenti come la raccomandazione e la persuasione non si saranno rivelate efficaci, si procederà attraverso un obbligo esplicito.
Nel testo, al capitolo terzo, viene poi affrontato l’argomento inerente il danno da vaccino con particolare riferimento alla misura indennitaria sancita dalla legge numero 210 del 1992, concepita come misura autonoma, evidenziando le precipue differenze con l’istituto del risarcimento del danno ex art. 2043 del Codice Civile.
In conclusione, nell’ultimo capitolo, si va ad esaminare quali siano gli “strumenti” utilizzati oggi dal Legislatore – nell’attuale emergenza sanitaria – per incentivare la propensione alla vaccinazione, con riferimento in particolar modo a eventuali questioni di costituzionalità inerenti la figura del Certificazione Verde Covid-19 (Green Pass).
Le vicissitudini che si sono susseguite in questi ultimi anni hanno confermato non soltanto come il nostro Ordinamento sia strutturato per resistere a possibili situazioni di emergenza, ma anche come la stessa Costituzione sia capace di bilanciare e ponderare tra loro beni giuridici rilevanti. Ad oggi, un’imposizione vaccinale anti-Covid-19 (generalizzata) senza ombra di dubbio potrebbe essere legittimante prevista dal Legislatore, il quale ha però preferito - almeno per il momento - procedere attraverso una strategia “mista”: imponendo il vaccino solo a talune categorie di lavoratori e raccomandando al resto della popolazione di sottoporsi alla vaccinazione spontanea, incentivata anche attraverso strumenti innovativi come appunto il Green pass.
Su questo ultimo punto – in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci in merito a tale strumento - ciò che appare evidente è che le limitazioni temporanee che vengono disposte, attraverso un atto avente forza di legge, sono giustificate dalla la necessità concreta di tutelare il diritto alla salute.
Quest’ultimo, essendo considerato diritto-dovere fondamentale, bene primario in assenza del quale gli altri beni giuridici nemmeno esisterebbero, è capace di comprimere e limitare temporaneamente altri diritti costituzionalmente garantiti.
Quindi questa misura, frutto ancora una volta di un bilanciamento ben orientato di interessi in gioco reggerà probabilmente al vaglio della Corte.
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