Tesi etd-10232024-182627 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MUSTAFA, MERGIM
URN
etd-10232024-182627
Titolo
Il Kosovo e il suo processo di state building: il contributo dell’Unione Europea
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
Relatori
relatore Prof. Marzano, Arturo
Parole chiave
- Balkan conflict
- EULEX mission
- European Union
- independence
- international law
- Kosovo
- state building
- UNMIK mission
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/11/2064
Riassunto
Questa ricerca approfondisce il complesso processo di state building del Kosovo, concentrandosi sul contributo dell’Unione Europea. Il punto di partenza è una panoramica delle relazioni tra Kosovo e Jugoslavia, che mette in evidenza le sfide politiche e le tensioni etniche che hanno segnato la regione, dall’era della Jugoslavia titina fino alla sua disgregazione. Eventi fondamentali, come l’ascesa del nazionalismo serbo guidato da Slobodan Milosevic, il conflitto del 1998-1999, e le risposte della comunità internazionale, compreso l’intervento della NATO con l’Operazione Allied Force, sono analizzati per comprenderne l’impatto.
Un focus centrale della ricerca è l'amministrazione del Kosovo durante la supervisione dell’UNMIK (United Nations Mission in Kosovo). Questa missione è suddivisa in quattro pilastri: assistenza umanitaria e smilitarizzazione dell’UCK, gestione civile, sviluppo delle istituzioni democratiche, e promozione dello sviluppo economico. Si esaminano in dettaglio i disordini del marzo 2004, una fase critica, e la reazione della comunità internazionale, come il rapporto Eide, che ha messo in luce le difficoltà del periodo post-conflitto.
Il cammino del Kosovo verso l’indipendenza è un altro elemento chiave, con l'analisi del Piano Ahtisaari e della dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio 2008. Viene discusso anche il parere della Corte Internazionale di Giustizia sulla legittimità della secessione e il ruolo degli Stati membri dell’UE nel riconoscimento del Kosovo.
La ricerca si sofferma inoltre sul ruolo della missione EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), che ha preso il testimone dall’UNMIK, con l’obiettivo di rafforzare lo stato di diritto. Viene esaminata la transizione tra le due missioni e le sfide incontrate, come la lotta alla corruzione, la protezione dei diritti delle minoranze e la stabilizzazione economica.
L’ultimo capitolo esplora la questione della libera circolazione e le relazioni tra Kosovo e Serbia, concentrandosi sul rapporto Dick Marty, Corte Speciale per il Kosovo, sull'Accordo di Stabilizzazione e Associazione, e sul dialogo tra Prishtina e Belgrado. Si evidenziano i progressi fatti e le difficoltà incontrate, come il cammino verso la liberalizzazione dei visti con l’area Schengen.
In conclusione, la ricerca riflette sulla complessità della stabilizzazione del Kosovo e su l’importanza dell’intervento internazionale nel garantire pace e sicurezza. Il ruolo dell’Unione Europea risulta centrale, soprattutto nel promuovere la democratizzazione e il rispetto dei diritti umani, anche se restano diverse sfide aperte per l'integrazione del Kosovo nella comunità internazionale e la normalizzazione delle relazioni regionali.
Un focus centrale della ricerca è l'amministrazione del Kosovo durante la supervisione dell’UNMIK (United Nations Mission in Kosovo). Questa missione è suddivisa in quattro pilastri: assistenza umanitaria e smilitarizzazione dell’UCK, gestione civile, sviluppo delle istituzioni democratiche, e promozione dello sviluppo economico. Si esaminano in dettaglio i disordini del marzo 2004, una fase critica, e la reazione della comunità internazionale, come il rapporto Eide, che ha messo in luce le difficoltà del periodo post-conflitto.
Il cammino del Kosovo verso l’indipendenza è un altro elemento chiave, con l'analisi del Piano Ahtisaari e della dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio 2008. Viene discusso anche il parere della Corte Internazionale di Giustizia sulla legittimità della secessione e il ruolo degli Stati membri dell’UE nel riconoscimento del Kosovo.
La ricerca si sofferma inoltre sul ruolo della missione EULEX (European Union Rule of Law Mission in Kosovo), che ha preso il testimone dall’UNMIK, con l’obiettivo di rafforzare lo stato di diritto. Viene esaminata la transizione tra le due missioni e le sfide incontrate, come la lotta alla corruzione, la protezione dei diritti delle minoranze e la stabilizzazione economica.
L’ultimo capitolo esplora la questione della libera circolazione e le relazioni tra Kosovo e Serbia, concentrandosi sul rapporto Dick Marty, Corte Speciale per il Kosovo, sull'Accordo di Stabilizzazione e Associazione, e sul dialogo tra Prishtina e Belgrado. Si evidenziano i progressi fatti e le difficoltà incontrate, come il cammino verso la liberalizzazione dei visti con l’area Schengen.
In conclusione, la ricerca riflette sulla complessità della stabilizzazione del Kosovo e su l’importanza dell’intervento internazionale nel garantire pace e sicurezza. Il ruolo dell’Unione Europea risulta centrale, soprattutto nel promuovere la democratizzazione e il rispetto dei diritti umani, anche se restano diverse sfide aperte per l'integrazione del Kosovo nella comunità internazionale e la normalizzazione delle relazioni regionali.
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