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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10222024-205205


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BIANCHINI, MARIA
URN
etd-10222024-205205
Titolo
Nec enim praesentior illo est deus. Rappresentazioni letterarie di Dioniso nella poesia augustea: i casi di Virgilio e Ovidio.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof.ssa Piazzi, Lisa
correlatore Prof.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
  • Augusto
  • Bacco
  • Dioniso
  • Eneide
  • Fasti
  • letteratura latina
  • Metamorfosi
  • Ovidio
  • religione romana
  • storia delle religioni
  • Tristia
  • Virgilio
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/11/2064
Riassunto
La suddetta tesi sviluppa il tema della ricezione di Dioniso in età augustea, soffermandosi sulla trattazione del dio nell’Eneide di Viriglio e nella poetica ovidiana. Nell’introduzione viene tracciata una storia della religione dionisiaca a Roma, a partire dal 496 a.C, anno in cui Dioniso fu accolto nel pantheon romano su ordine dei Libri Sibillini, venendo indentificato con l’italico Liber Pater, per passare poi al 186 a.C., anno del celebre Senatus consultum de Bacchanalibus e arrivare, infine, agli ultimi anni della Repubblica, in cui Dioniso fu assunto a patrono e modello di Antonio, e al principato, in cui il dio fu protagonista di un processo di riabilitazione da parte dell’apparato religioso e culturale augusteo e di dissociazione dalle componenti più estatiche e orientaleggianti del suo culto. Nel primo capitolo verrà analizzata la rappresentazione di Dioniso nell’Eneide: essa non riguarda tanto il dio in sé, che non viene chiamato in causa, quanto i suoi elementi rituali ravvisabili soprattutto nell’episodio del furor bacchico di Amata che dà vita a un rito orgiastico vero e proprio, sul modello dell’Agave euripidea, e nel furor passionale di Didone paragonata in una celebre similitudine ad una menade invasata. La presenza dionisiaca si fa invece più concreta e frequente nelle opere ovidiane, oggetto del secondo capitolo. Verranno presi in analisi quattro episodi, tratti rispettivamente da Met. III e IV, Fasti III e Tristia V, 3, in cui Bacco occupa un ruolo di primo piano ed è costantemente celebrato secondo moduli innici: un aspetto non trascurabile atto a dimostrare una sincera predilezione del poeta per Dioniso
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