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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10222024-092324


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
BOLOGNA, MARIA LIDIA
URN
etd-10222024-092324
Titolo
RDRI e accoppiamento artero-venoso: marcatori di ipoperfusione e di congestione splancnica nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Corradi, Francesco
correlatore Mandarano, Raffaele
Parole chiave
  • accoppiamento artero-venoso
  • cardiochirurgia
  • congestione splancnica
  • ipoperfusione
  • rdri
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/11/2094
Riassunto
Il rene è uno degli organi più danneggiati nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia. Il danno renale acuto può portare a malattia renale cronica e rappresenta un fattorie di rischio indipendente di morte. La fisiopatologia è complessa e coinvolge molti meccanismi. Oltre alle alterazioni emodinamiche associate allo squilibrio tra domanda e offerta svolge un ruolo significativo la congestione venosa renale.
Nelle unità di terapia intensiva la precocità e l’accuratezza della diagnosi di AKI e di ipoperfusione splancnica diventano pertanto fondamentali. Utile, dunque, individuare strategie preventive mediante marcatori sensibili e mediante l’utilizzo di ultrasuoni. L'ecografia point-of-care (POCUS), si rivela essere uno strumento potente e versatile, ripetibile e non invasivo.
L'obiettivo principale dello studio è quello di valutare se l’analisi combinata del flusso renale, venoso e arterioso, effettuala a livello dei vasi interlobari, può rappresentare un metodo clinicamente utile per prevedere il danno renale acuto (AKI) nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia elettiva.
In questo lavoro sono stati inclusi 20 adulti, emodinamicamente stabili, sottoposti a cardiochirurgia con valori di creatinina compresa tra 0,5 – 1,20 mg/dL, senza storia di danno renale acuto o cronico e non in terapia sostitutiva renale. Sono stati esclusi pazienti con stenosi dell’arteria renale, endocardite, ritmo non sinusale.
L’esame ecocardiografico è stato effettuato nel post-operatorio in un intervallo di tempo compreso tra le 8 e le 12 ore dall’ingresso in terapia intensiva. Sono state acquisite immagini Doppler a colori per la visualizzazione dell’IRVF (Intrarenal Venous Flow) e di almeno tre spettri Doppler tempo-velocità consecutivi per il calcolo del RDRI (Renal Doppler Resistive Index).
L’RDRI è stato calcolato secondo il protocollo di Planiol e Pourcelot come (VMax-VMin)/VMax. Sono state effettuate tre misurazioni, una per ciascuna zona renale, acquisendo i valori medi per ridurre al minimo l’errore di campionamento.
I pazienti sono stati raggruppati in due categorie in base al valore di RDRI (cut off 0.72) e in sei profili combinando gli spettri doppler arteriosi e venosi. Le forme d’onda della vena intra-renale sono state considerare anomale in presenza di un pattern di flusso bifasico o monofasico.
Sono stati, inoltre, acquisiti dati sulle caratteristiche della popolazione in esame, insieme a dati clinici e laboratoristici. I pazienti sono stati monitorati fino alla dimissione ospedaliera.
Cinque pazienti avevano un RDRI > 0,72 con un valore medio di 0,67. Il decorso dei pazienti con indice elevato non differiva da quello osservato nei pazienti con valori normali in termini di durata di degenza. Nello studio sull’intera popolazione con età media 65,7, il 5% ha sviluppato AKI, con una prevalenza nella metà del campione di un pattern renale venoso continuo. Un dato, questo, che evidenzia una casistica non rappresentativa dell’intera popolazione cardiochirurgica. Tuttavia, la tecnica non invasiva e ripetibile merita di essere applicata su un campione più elevato e rappresentativo per poter esplorare il potere predittivo di tale indice, da solo e in combinazione con il doppler venoso. Al fine di identificare quadri restrittivi e migliorare la perfusione d’organo ottimizzando l’accoppiamento artero-venoso.
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