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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10212025-100028


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CECCHINI, CHIARA
URN
etd-10212025-100028
Titolo
Fenotipizzazione del paziente OSAS con carico ipossico moderato-severo
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO
Relatori
relatore Prof.ssa Carrozzi, Laura
correlatore Dott.ssa Conti, Barbara
Parole chiave
  • AHI
  • carico ipossico
  • hipoxic burden
  • indici ossimetrici
  • ipossia intermittente
  • sindrome delle apnee ostruttive del sonno
Data inizio appello
07/11/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è un disturbo cronico caratterizzato da collabimento ricorrente delle vie aeree superiori con desaturazioni e arousal ripetuti. La prevalenza globale supera 1 miliardo di adulti, configurandosi come una “pandemia silenziosa”. I fattori di rischio principali includono obesità, età, sesso maschile e alterazioni cranio-facciali; nei bambini prevalgono ipertrofia adenotonsillare e disturbi comportamentali da sonno frammentato.
Sul piano fisiopatologico, l’OSAS deriva dall’interazione tra anomalie anatomiche e instabilità del controllo ventilatorio (modello PALM: Pcrit, arousal threshold, loop gain, attività muscolare). Le conseguenze sistemiche dell’ipossia intermittente comprendono ipertensione, aritmie, stroke, sindrome metabolica e steatosi epatica.
Gli indici ossimetrici tradizionali (AHI, ODI, T90) quantificano solo la frequenza o la durata delle desaturazioni, non il danno ossidativo cumulativo. Da qui nasce il concetto di carico ipossico (Hypoxic Burden, HB), definito come l’area sotto la curva di desaturazione normalizzata per il tempo di sonno. L’HB integra frequenza, profondità e durata delle desaturazioni, correlando meglio con eventi cardiovascolari, cerebrovascolari e metabolici rispetto all’AHI. Studi come MrOS, SHHS e MESA lo riconoscono come potente biomarcatore prognostico e potenziale nuovo standard per la stratificazione del rischio nell’OSA.
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