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Il presente elaborato rappresenta il tentativo di analizzare retrospettivamente la mia esperienza nel campo degli audiovisivi digitali, in oltre venti anni di attività praticata a cavallo tra sperimentazione e reportage sociale. Un’attività contraddistinta da un rapporto decisamente inquieto con il mezzo tecnologico, studiato durante gli anni universitari nelle sue dinamiche storiche e teoriche, e interrogato all’interno dei significati che ha assunto in seguito nei diversi contesti sociali e professionali in cui ho avuto modo di utilizzarlo. L’entusiasmo giovanile con cui è iniziato il mio percorso di videomaker è stato infatti presto contaminato dalla riflessione teorica sulle ambivalenze del mezzo audiovisivo: un formidabile veicolo di indagine e comprensione del reale determinato però tecnologicamente dalle ideologie politiche e culturali dominanti. Muoversi al suo interno ha significato quindi stabilire ogni volta un equilibrio che riuscisse a tracciare delle traiettorie di compromesso ideali tra le richieste della committenza professionale e il bisogno di mantenere integro l’impegno etico che stava dietro alla mia pratica audiovisiva.