Tesi etd-10202025-174756 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CACCIATORE, MASSIMILIANO
URN
etd-10202025-174756
Titolo
PPI Trial vs pH-impedenziometria: i parametri fisiopatologici ma non quelli clinici come gli unici fattori predittivi di diagnosi di GERD
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MALATTIE DELL'APPARATO DIGERENTE
Relatori
relatore Prof. de Bortoli, Nicola
correlatore Dott. Manta, Raffaele
correlatore Dott. Manta, Raffaele
Parole chiave
- gerd
- ph-impedenziometria
- ppi trial
Data inizio appello
10/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/11/2065
Riassunto
La valutazione della malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) include frequentemente l’analisi di metriche di correlazione tra sintomi e reflussi, come l’Indice dei Sintomi (SI) e la Probabilità di Associazione dei Sintomi (SAP).
Tali strumenti forniscono informazioni fondamentali sul rapporto temporale tra episodi di reflusso e percezione dei sintomi, contribuendo all’identificazione dei pazienti che possono trarre maggiore beneficio da una terapia personalizzata con inibitori di pompa protonica (PPI).
L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare una serie continua di pazienti responder al trattamento con PPI, al fine di distinguere coloro che presentavano GERD oggettiva (provata) da quelli senza evidenza fisiopatologica della malattia.
Materiali e metodi
È stata arruolata una serie consecutiva di pazienti con diagnosi di NERD (malattia da reflusso non erosiva) o esofagite di grado A, sottoposti a monitoraggio fisiopatologico esofageo (MIIpH 24h).
Tutti i pazienti sono stati valutati per:
caratteristiche epidemiologiche e antropometriche,
presentazione clinica tramite questionario GERDQ.
Conformemente all’obiettivo dello studio, sono stati inclusi solo i soggetti che risultavano responder completi al trattamento con PPI protratto per più di 3 mesi.
La risposta clinica è stata valutata mediante scala analogico-visiva (VAS).
I parametri fisiopatologici analizzati comprendevano:
AET (Acid Exposure Time) – tempo di esposizione acida;
numero totale di episodi di reflusso;
MNBI (Mean Nocturnal Baseline Impedance) – valore medio dell’impedenza basale notturna;
SI e SAP, calcolati per quantificare la correlazione sintomo-reflusso.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, GERD provata e GERD negativa, secondo le soglie diagnostiche del Lyon Consensus 2.0.
Risultati
Nel corso dei sei mesi di studio sono stati arruolati 83 pazienti (57 donne) che riportavano un sollievo adeguato della pirosi in seguito a terapia standard con PPI.
La popolazione è stata suddivisa in:
GERD provata: 26 pazienti (16 donne, età media 58,6 anni);
GERD negativa: 57 pazienti (41 donne, età media 53,2 anni).
Il miglioramento sintomatologico, valutato tramite VAS, è risultato simile nei due gruppi (p=NS), così come la durata della terapia con PPI a pieno dosaggio.
Dal punto di vista fisiopatologico, i parametri che hanno consentito di distinguere i pazienti con GERD provata da quelli senza GERD sono stati:
AET,
numero di episodi di reflusso,
MNBI (tutti con p<0.01).
Dal punto di vista epidemiologico, i pazienti con GERD provata presentavano un BMI più elevato e una maggiore prevalenza del sesso maschile (p<0.001).
Parametri come SI e SAP, il punteggio GERDQ, la durata del trattamento e il miglioramento della pirosi (VAS) non hanno mostrato differenze statisticamente significative.
Conclusioni
Dall’analisi dei dati emerge chiaramente che solo i parametri fisiopatologici derivati dal monitoraggio pH-impedenziometrico (MIIpH) sono in grado di distinguere in modo affidabile i pazienti con GERD provata da quelli con sintomatologia analoga ma senza evidenza oggettiva di malattia.
Al contrario, il PPI trial, inteso come miglioramento clinico dei sintomi in seguito alla terapia, non rappresenta un criterio diagnostico affidabile per la conferma della GERD.
Il monitoraggio pH-impedenziometrico delle 24 ore si conferma pertanto come gold standard per la diagnosi differenziale di GERD, anche nei pazienti con risposta clinica positiva ai PPI.
L’integrazione tra valutazione clinica e parametri fisiopatologici risulta essenziale per un corretto inquadramento diagnostico e per una gestione terapeutica realmente personalizzata.
Tali strumenti forniscono informazioni fondamentali sul rapporto temporale tra episodi di reflusso e percezione dei sintomi, contribuendo all’identificazione dei pazienti che possono trarre maggiore beneficio da una terapia personalizzata con inibitori di pompa protonica (PPI).
L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare una serie continua di pazienti responder al trattamento con PPI, al fine di distinguere coloro che presentavano GERD oggettiva (provata) da quelli senza evidenza fisiopatologica della malattia.
Materiali e metodi
È stata arruolata una serie consecutiva di pazienti con diagnosi di NERD (malattia da reflusso non erosiva) o esofagite di grado A, sottoposti a monitoraggio fisiopatologico esofageo (MIIpH 24h).
Tutti i pazienti sono stati valutati per:
caratteristiche epidemiologiche e antropometriche,
presentazione clinica tramite questionario GERDQ.
Conformemente all’obiettivo dello studio, sono stati inclusi solo i soggetti che risultavano responder completi al trattamento con PPI protratto per più di 3 mesi.
La risposta clinica è stata valutata mediante scala analogico-visiva (VAS).
I parametri fisiopatologici analizzati comprendevano:
AET (Acid Exposure Time) – tempo di esposizione acida;
numero totale di episodi di reflusso;
MNBI (Mean Nocturnal Baseline Impedance) – valore medio dell’impedenza basale notturna;
SI e SAP, calcolati per quantificare la correlazione sintomo-reflusso.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi, GERD provata e GERD negativa, secondo le soglie diagnostiche del Lyon Consensus 2.0.
Risultati
Nel corso dei sei mesi di studio sono stati arruolati 83 pazienti (57 donne) che riportavano un sollievo adeguato della pirosi in seguito a terapia standard con PPI.
La popolazione è stata suddivisa in:
GERD provata: 26 pazienti (16 donne, età media 58,6 anni);
GERD negativa: 57 pazienti (41 donne, età media 53,2 anni).
Il miglioramento sintomatologico, valutato tramite VAS, è risultato simile nei due gruppi (p=NS), così come la durata della terapia con PPI a pieno dosaggio.
Dal punto di vista fisiopatologico, i parametri che hanno consentito di distinguere i pazienti con GERD provata da quelli senza GERD sono stati:
AET,
numero di episodi di reflusso,
MNBI (tutti con p<0.01).
Dal punto di vista epidemiologico, i pazienti con GERD provata presentavano un BMI più elevato e una maggiore prevalenza del sesso maschile (p<0.001).
Parametri come SI e SAP, il punteggio GERDQ, la durata del trattamento e il miglioramento della pirosi (VAS) non hanno mostrato differenze statisticamente significative.
Conclusioni
Dall’analisi dei dati emerge chiaramente che solo i parametri fisiopatologici derivati dal monitoraggio pH-impedenziometrico (MIIpH) sono in grado di distinguere in modo affidabile i pazienti con GERD provata da quelli con sintomatologia analoga ma senza evidenza oggettiva di malattia.
Al contrario, il PPI trial, inteso come miglioramento clinico dei sintomi in seguito alla terapia, non rappresenta un criterio diagnostico affidabile per la conferma della GERD.
Il monitoraggio pH-impedenziometrico delle 24 ore si conferma pertanto come gold standard per la diagnosi differenziale di GERD, anche nei pazienti con risposta clinica positiva ai PPI.
L’integrazione tra valutazione clinica e parametri fisiopatologici risulta essenziale per un corretto inquadramento diagnostico e per una gestione terapeutica realmente personalizzata.
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