ETD

• Algeria
• colonialismo
• decennio nero
• donne
• guerra civile
• libertà
• Maïssa Bey
• oppressione.
• patriarcato
• silenzio

La tesi finale è frutto della traduzione del romanzo "Au commencement était la mer", dell'analisi e del commento traduttologico del romanzo in questione. Essa analizza il ruolo della memoria, dell’identità e della scrittura femminile nell’opera di Maïssa Bey, una delle voci più autorevoli della letteratura algerina contemporanea, che si avvale della scrittura come strumento di ricostruzione storica e di emancipazione tanto individuale, quanto collettiva. Ambientato nell’Algeria degli anni Novanta, periodo segnato dal cosiddetto decennio nero, il romanzo racconta la violenza, la paura e la perdita vissute da una generazione segnata dalla guerra civile. La scrittrice denuncia la violenza di una moralità patriarcale che, strumentalizzando la religione, annienta la libertà individuale e opprime le donne semplicemente per la loro esistenza. La memoria diventa un luogo di resistenza, in cui i frammenti del passato si ricompongono per dare voce al silenzio, trasformando il dolore in testimonianza e memoria. In questo contesto, la scrittura assume un valore profondamente sovversivo; rappresenta atti di resistenza che permettono alla donna di riappropriarsi della propria soggettività, di affermare la propria libertà e di ribellarsi al silenzio imposto. Esprimersi diventa, dunque, un gesto rivoluzionario, capace di sfidare l’ordine patriarcale e di riaffermare il diritto a esistere come soggetto pienamente umano.