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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10182017-122742


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CERRI, LIDIA
Indirizzo email
lidiacerri@hotmail.it
URN
etd-10182017-122742
Titolo
Pea uomo di teatro
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Barsotti, Anna
Parole chiave
  • teatro enrico pea
  • poliedrico pea
  • poeta enrico pea
  • maggio enrico pea
  • Enrico Pea
Data inizio appello
06/11/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/11/2087
Riassunto
Il passare del tempo sbiadisce o frammenta la memoria di personaggi importanti che sono stati protagonisti dei cambiamenti culturali nei luoghi dove questi hanno soggiornato, lasciando una traccia profonda anche nell’ambiente. Attraverso i documenti conservati nelle biblioteche, nei centri documentari storici, nelle emeroteche, nelle collezioni di privati, che li conservano gelosamente, si possono far riemergere ricordi di uomini che hanno dato lustro ad un’epoca. Questa tesi è incentrata sulla persona di Enrico Pea e sulle sue molteplici attività culturali. Prima fra tutte la sua inclinazione a tutto ciò che riguarda il mondo del teatro. Pea era già considerato a suo tempo “cubolirico”; il Conte Boni, soprannominato Cravache, così lo nomina cento anni fa in un verso della poesia Camera d’albergo1. Eppure, un così stimato poeta e scrittore risulta essere sconosciuto a molti. La mia tesi non è una tesi critica sul suo operato, ma piuttosto una ricostruzione sul suo percorso umano e letterario. A questo scopo ho raccolto le informazioni della sua vita ricercandole, non solo nel suo romanzo, ritenuto autobiografico, Moscardino, ma lavorando sul paragone tra vari documenti di archivio e saggi del periodo a lui contemporaneo. Analizzando quelli più vicini al Nostro, voci ricavate da giornali dell’epoca, scritti dei nipoti (Giovanni Bellora ed Enrico Lorenzetti), la corrispondenza epistolare con amici, ed anche biografie di altri che hanno vissuto vicino a lui e ve lo hanno ricordato. L’indagine delle informazioni sulla vita di Pea è arricchita dai materiali rinvenuti nel Centro Documentario Storico di Viareggio, località dove egli ha passato gran parte della sua vita artistica. Nasce così una nuova biografia accresciuta di vecchie e nuove notizie, che riportano alla luce fatti nuovi ed originali ed opere riguardanti l’autore comprese le poesie e i testi per opere musicali scritte nel periodo egiziano, che il Nostro ha trascurato di raccogliere. Non fu solo scrittore appartenente al vasto panorama letterario nazionale, ma anche poeta, drammaturgo, librettista. Non è possibile parlare di Pea e dimenticare che fu impresario teatrale e in particolare del Teatro dei Maggi.
Il suo amore per questo genere di teatro occupa un vasto arco di anni, da quando era ancora bambino, e assisteva sul sagrato della chiesa del suo paese alle rappresentazioni del Maggio, fino alla tarda età quando ancora li farà rappresentare in una rassegna regionale.
Interessandomi a questo genere teatrale è stato coinvolgente ripercorrerne le origini tanto discusse dai vari studiosi, le trame, i temi e tutto quello che esso rappresenta 1 «Lasciato in fondo a un tiretto/ da qualche immemore ebrea/ lo Spaventacchio, libretto/ del cubolirico Pea». Cravache, Camera d’albergo, in “Viareggio estiva”, 1 luglio 1917.
a livello di preparazione e rappresentazione. Parlare del Maggio “come lo ha visto Pea”, è scoprirne la lunga gestazione, nata nel lontano 1907, e che ha acquisito la sua forma definitiva di saggio solo nelle edizioni Carpena del 1954 Pea, indignato, ha smesso di rappresentare maggi, dopo essere stato partecipe degli eventi tragici, che sono avvenuti nel frattempo di questo suo lavoro creativo, come la morte di amici Capomaggio, a causa dei fascisti. Una passione la sua, che nel difficile periodo del primo dopoguerra, gli permetterà di crearsi un’attività come impresario, collaborando, come usa fare spesso, con personaggi importanti come Giacomo Puccini o il facoltoso Angelo Magrini, lasciando che questi lo aiutino finanziariamente nel suo progetto. Egli ha anche fondato un famoso circolo di ritrovo al Caffè Roma di Forte dei marmi, “Il Quarto Platano”, insieme a molti artisti dell’epoca, che facevano dei “caffè” la sede delle loro accademie culturali. A questi affibbiavano, di volta in volta, nomi fantasiosi come: La Repubblica d’Apua, l’Accademia degli Zeteti, Il Club Gianni Schicchi, tutti cenacoli dei quali Pea ha fatto parte.
Si riscopre anche un edificio teatro, una struttura effimera stagionale fatta erigere da Pea al limite estremo della città di Viareggio, al confine con Lido di Camaiore. Siamo sempre alla fine della prima guerra mondiale, e il teatro è dedicato alla “Prosa e Poesia”; ritorna alla luce da documentazioni fotografiche, e con una mappa si evidenzia la sua ubicazione originaria nella città, affinché non sia confuso con altri spazi dedicati agli spettacoli, sempre amministrati e voluti dallo stesso Pea. Riconosciuto nel suo operato di impresario di teatri all’aperto, viene chiamato a gestire quello che dai viareggini è soprannominato il “Cavallo di Troia”, il Teatro Politeama. La conduzione risulta vincente, tanto da permettere a Pea con il figlio di Rosano, Luigi, di acquistarlo, ed in seguito restaurarlo.
Tutti gli studiosi affermano che i bombardamenti della guerra hanno distrutto il teatro Politeama, sede di alcune sue vicende artistiche e di impresario; in realtà ha solo creato qualche danno al tetto. Il baule contenente vari appunti e il manoscritto di Vita in Egitto apre un enigma: è stata trafugata dai soldati nemici oppure è stata ritrovata in un secondo tempo a Lucca, luogo dove era sfollato Pea?
Nella sua vita artistica è stato molto apprezzato e premiato; non ha trascurato neppure i nuovi mezzi di comunicazione come la Radio e il Cinema, partecipando sia all’una che all’altro in prima persona, guadagnando anche qui la stima dei suoi collaboratori, che nei loro scritti lo descriveranno in modo lusinghiero.
Un lungo viaggio, fra gli scritti di Pea e quelli su Pea, per scoprire quanto quest’uomo sia stato un faro per coloro che ebbero la fortuna di conoscerlo. Una miniera di nuove notizie, che attraverso nomi noti e meno noti, si scoprono su questo ”poliedrico” personaggio.
Pea è conosciuto per la sua avversione al fascismo e per il suo amore nella fede in Cristo, riacquistati dopo una lunga riflessione e dopo un periodo di anarchia sia politica che religiosa. Un travaglio intimistico nel quale ha scritto alcune opere teatrali e testi di poesia che lo hanno fatto conoscere al pubblico. Riscoprire Pea è ripercorrere un passato glorioso della città di Viareggio, che attraverso personaggi come lui, ha acquistato notorietà. Una città che purtroppo dimentica troppo in fretta, senza riconoscere che è solo tramite la memoria che si costruisce una società nuova.
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