Tesi etd-10172025-182634 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
POLI, FRANCESCA
URN
etd-10172025-182634
Titolo
Il fine vita nel paziente anziano: appropriatezza delle cure tra gestione dei sintomi, razionalizzazione terapeutica e riflessioni etico-legali.
Uno studio osservazionale retrospettivo monocentrico su pazienti ricoverati in Hospice.
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
GERIATRIA
Relatori
relatore Prof. Virdis, Agostino
relatore Dott.ssa Calsolaro, Valeria
relatore Dott.ssa Calsolaro, Valeria
Parole chiave
- consenso informato
- cure palliative
- DAT
- DAT
- delirium di fine vita
- dolore di fine vita
- end of life
- end-of-life delirium
- end-of-life pain
- fiduciario
- fiduciary
- fine vita
- geriatria
- geriatrics
- hospice
- hospice
- informed consent
- palliative care
- palliative sedation
- refractory symptoms
- sedazione palliativa
- sintomi refrattari
- sintomi terminali
- terminal symptoms
Data inizio appello
17/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/11/2065
Riassunto
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie cronico-degenerative e oncologiche impongono alla medicina moderna di affrontare la complessità della gestione del fine vita. Lo studio, nato dall’esperienza formativa in Geriatria e da un tirocinio presso l’Hospice di Pisa, aveva l’obiettivo di analizzare le caratteristiche cliniche, assistenziali ed etico-legali dei pazienti ricoverati in Hospice, al fine di valutare la qualità dell’approccio palliativistico e individuare criticità e punti di forza del modello hospice.
È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 121 pazienti deceduti tra marzo e luglio 2024, con un’età media di 79,4 anni.
Il 79,3% era oncologico. La degenza media era 7,8 giorni, più breve in pazienti oncologici o con grave compromissione funzionale. Solo il 37,2% era seguito da cure palliative domiciliari. I sintomi prevalenti erano dolore (71,1%), delirium (44,6%) e dispnea (32,2%); il 28,9% ha sviluppato sintomi refrattari. La sedazione palliativa profonda continua è stata praticata nel 21,5% dei casi. La consapevolezza di terminalità era assente nel 52,1% dei pazienti e le DAT erano presenti solo nel 2,5%.
Lo studio conferma tardiva attivazione delle cure palliative, gestione subottimale di dolore e delirium e scarsa diffusione della cultura del consenso informato. L’hospice si conferma un contesto essenziale per controllo dei sintomi, razionalizzazione terapeutica e tutela della dignità del fine vita.
Population aging and the rising prevalence of chronic-degenerative and oncological diseases compel modern medicine to confront the increasing complexity of end-of-life care. This study, originating from training in Geriatrics and an internship at the Pisa Hospice, aimed to analyze the clinical, care-related, and ethical-legal characteristics of patients admitted to hospice, in order to assess the quality of the palliative approach and identify both critical issues and strengths of the hospice model.
A retrospective observational study was conducted on 121 patients who died between March and July 2024, with a mean age of 79.4 years. Of these, 79.3% had oncological diseases. The mean length of stay was 7.8 days, shorter among oncological patients or those with severe functional impairment. Only 37.2% had received home palliative care. The most frequent symptoms were pain (71.1%), delirium (44.6%), and dyspnea (32.2%); 28.9% developed refractory symptoms. Continuous deep palliative sedation was administered in 21.5% of cases. Awareness of the terminal condition was absent in 52.1% of patients, and advance directives were present in only 2.5%.
The study confirms a delayed initiation of palliative care, suboptimal management of pain and delirium, and limited dissemination of a culture of informed consent. The hospice emerges as an essential setting for symptom control, therapeutic rationalization, and the safeguarding of dignity at the end of life.
È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 121 pazienti deceduti tra marzo e luglio 2024, con un’età media di 79,4 anni.
Il 79,3% era oncologico. La degenza media era 7,8 giorni, più breve in pazienti oncologici o con grave compromissione funzionale. Solo il 37,2% era seguito da cure palliative domiciliari. I sintomi prevalenti erano dolore (71,1%), delirium (44,6%) e dispnea (32,2%); il 28,9% ha sviluppato sintomi refrattari. La sedazione palliativa profonda continua è stata praticata nel 21,5% dei casi. La consapevolezza di terminalità era assente nel 52,1% dei pazienti e le DAT erano presenti solo nel 2,5%.
Lo studio conferma tardiva attivazione delle cure palliative, gestione subottimale di dolore e delirium e scarsa diffusione della cultura del consenso informato. L’hospice si conferma un contesto essenziale per controllo dei sintomi, razionalizzazione terapeutica e tutela della dignità del fine vita.
Population aging and the rising prevalence of chronic-degenerative and oncological diseases compel modern medicine to confront the increasing complexity of end-of-life care. This study, originating from training in Geriatrics and an internship at the Pisa Hospice, aimed to analyze the clinical, care-related, and ethical-legal characteristics of patients admitted to hospice, in order to assess the quality of the palliative approach and identify both critical issues and strengths of the hospice model.
A retrospective observational study was conducted on 121 patients who died between March and July 2024, with a mean age of 79.4 years. Of these, 79.3% had oncological diseases. The mean length of stay was 7.8 days, shorter among oncological patients or those with severe functional impairment. Only 37.2% had received home palliative care. The most frequent symptoms were pain (71.1%), delirium (44.6%), and dyspnea (32.2%); 28.9% developed refractory symptoms. Continuous deep palliative sedation was administered in 21.5% of cases. Awareness of the terminal condition was absent in 52.1% of patients, and advance directives were present in only 2.5%.
The study confirms a delayed initiation of palliative care, suboptimal management of pain and delirium, and limited dissemination of a culture of informed consent. The hospice emerges as an essential setting for symptom control, therapeutic rationalization, and the safeguarding of dignity at the end of life.
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