Tesi etd-10172024-172114 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PIERI, ALICE
URN
etd-10172024-172114
Titolo
Pressione Intracranica e outcome del paziente
Argomento ancora attuale?
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE, TERAPIA INTENSIVA E DEL DOLORE
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
correlatore Dott. De Masi, Francesco
correlatore Dott. De Masi, Francesco
Parole chiave
- monitoraggio
- outcome
- pressione intracranica
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/11/2094
Riassunto
Il monitoraggio della pressione intracranica risulta essere ancora oggi un argomento attuale. Il monitoraggio della ICP può influire sull’outcome dei azioni con lesioni cerebrali acute? Andando a confrontare gli ultimi studi e le ultime raccomandazioni ci rendiamo conto di come non siano ancora presenti linee guida universalmente concordi al riguardo. Molte informazioni possono essere recuperate dal monitoraggio della ICP, permettendo di ottenere una gestione clinica personalizzata per il paziente e una migliore comprensione della fisiopatologia.
Andando a valutare lo stato neurologico di ingresso e di uscita dalla Terapia intensiva tramite la Glasgow Coma Scale in un centro di riferimento per la neurochirurgia è possibile riscontrare se esistono differenze significative tra chi ha inserito monitoraggio della pressione intracranica di tipo invasivo e chi invece è stato monitorato tramite immagini ed esame obiettivo.
Dai dati emerge come il monitoraggio della pressione intracranica sia fondamentale nella gestione dei pazienti con lesioni cerebrali acute severe, dimostrando un migliore outcome nei pazienti che hanno inserito il monitoraggio. Nei pazienti con trauma cranico lieve e moderato risulta invece importante il saper identificare i pazienti a rischio di peggioramento per poter prevenire danni secondari irreversibili tramite neuromonitoraggio.
Il monitoraggio invasivo della ICP è ad oggi lo strumento principale per consentire l’individuazione di eventi dannosi prima che causino danni irreversibili e risulta quindi centrale nella pratica clinica, permettendo un trattamento più mirato ed efficace.
Studi più ampi e di lungo periodo potrebbero fornire ulteriori dati riguardati l’utilità del monitoraggio della ICP.
Il monitoraggio della pressione intracranica risulta essere quindi tuttora un argomento attuale, guidando la gestione dei pazienti con lesioni cerebrali acute in molti centri in tutto il mondo, nonostante alcune controversie sul suo utilizzo siano ancora presenti.
Andando a valutare lo stato neurologico di ingresso e di uscita dalla Terapia intensiva tramite la Glasgow Coma Scale in un centro di riferimento per la neurochirurgia è possibile riscontrare se esistono differenze significative tra chi ha inserito monitoraggio della pressione intracranica di tipo invasivo e chi invece è stato monitorato tramite immagini ed esame obiettivo.
Dai dati emerge come il monitoraggio della pressione intracranica sia fondamentale nella gestione dei pazienti con lesioni cerebrali acute severe, dimostrando un migliore outcome nei pazienti che hanno inserito il monitoraggio. Nei pazienti con trauma cranico lieve e moderato risulta invece importante il saper identificare i pazienti a rischio di peggioramento per poter prevenire danni secondari irreversibili tramite neuromonitoraggio.
Il monitoraggio invasivo della ICP è ad oggi lo strumento principale per consentire l’individuazione di eventi dannosi prima che causino danni irreversibili e risulta quindi centrale nella pratica clinica, permettendo un trattamento più mirato ed efficace.
Studi più ampi e di lungo periodo potrebbero fornire ulteriori dati riguardati l’utilità del monitoraggio della ICP.
Il monitoraggio della pressione intracranica risulta essere quindi tuttora un argomento attuale, guidando la gestione dei pazienti con lesioni cerebrali acute in molti centri in tutto il mondo, nonostante alcune controversie sul suo utilizzo siano ancora presenti.
File
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