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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10172021-221203


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PAROLINI, FEDERICO
URN
etd-10172021-221203
Titolo
Inibitori di PCSK9 in pazienti ad elevato rischio cardiovascolare e follow up a trenta mesi: esperienza di un centro specialistico
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA INTERNA
Relatori
relatore Prof.ssa Solini, Anna
Parole chiave
  • evolocumab
  • alirocumab
  • colesterolo
  • rischio cardiovascolare
  • PCSK9
Data inizio appello
03/11/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/11/2024
Riassunto
I PCSK9-inibitori (PCSK9i), favorendo il catabolismo delle LDL, riducono i livelli di LDL-C e gli eventi cardiovascolari (CV). Questo studio osservazionale monocentrico ha incluso 38 soggetti ipercolesterolemici a rischio CV alto (target LDL <70 mg/dl) o molto alto (target LDL <55 mg/dl) secondo le linee guida ESC/EAS 2019; 13 erano affetti da diabete (DM); 19 erano in prevenzione secondaria (PS). Il 74% dei pazienti era intollerante a statine e/o ezetimibe. I pazienti hanno ricevuto alirocumab (ALI, n= 25) o evolocumab (EVO, n= 11).
Al termine del follow up (30 mesi): riduzione di colesterolo totale (TC) (-33%), LDL-C (-54%) e non HDL-C (-48%).
A 12 mesi: valori assoluti di TC (151 vs 187 mg/dl, p= 0.03), LDL-C (52 vs 94 mg/dl, p=ns) e non HDL-C (93 vs 141 mg/dl, p=0.04) inferiori con ALI. Al termine dell’osservazione: nessuna differenza nella riduzione percentuale tra ALI ed EVO (-33% vs -34% per TC, -54% vs -48% per LDL-C, -49% vs -46% per non HDL-C).
A 30 mesi: nei DM vs non DM si osservava una riduzione significativa di TC (-46% vs -30% p= 0.04), LDL-C (-69% vs -46% p= 0.02), non HDL-C (-66% vs -40% p= 0.01) e trigliceridi (-58% vs -8%, p= 0.03). Nei PS erano più bassi TC (130 vs 173 mg/dl, p= 0.01), HDL-C (55 vs 65 mg/dl, p= 0.02) e trigliceridi (83 vs 117 mg/dl, p=0.03).
A fronte dell’importante riduzione della colesterolemia, i target terapeutici di LDL-C stati raggiunti solo nel 47% dei pazienti, senza differenze tra i due PCSK9i, DM e non DM o entità del rischio CV.
Questi risultati sottolineano la assoluta necessità di una terapia di associazione e di una elevatissima compliance per raggiungere gli ambiziosi target terapeutici indicati dalle linee guida internazionali.
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