Tesi etd-10162025-190239 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
MINACAPELLI, IRMA
URN
etd-10162025-190239
Titolo
Caratterizzazione clinica di un campione di bambini con ADHD prescolare: il ruolo delle funzioni esecutive e dei correlati elettrofisiologici
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Relatori
relatore Prof.ssa Battini, Roberta
correlatore Dott.ssa Viglione, Valentina
correlatore Dott. Bartolini, Emanuele
correlatore Dott.ssa Viglione, Valentina
correlatore Dott. Bartolini, Emanuele
Parole chiave
- ADHD prescolare
- correlati elettrofisiologici
- funzioni esecutive
Data inizio appello
05/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/11/2028
Riassunto
I disturbi del neurosviluppo sono quadri clinici complessi e altamente eterogenei. In età prescolare, il disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) si accompagna spesso a fragilità esecutive e ad elevata comorbidità con i disturbi dello spettro dell’autismo (ASD), ponendo la necessità di strumenti di valutazione precoce che integrino indicatori clinici e neurofisiologici. Il presente studio osservazionale ha analizzato il funzionamento esecutivo e le sue correlazioni neurofisiologiche in un campione di bambini prescolari (3-5,11 anni) con ADHD, valutati tramite un protocollo di assessment comprendente funzionamento esecutivo, adattivo, l’assetto psicopatologico e analisi EEG in sonno–veglia.
Un primo obiettivo dello studio è stato quello di verificare se la presenza di anomalie all’EEG potesse influenzare il profilo psicopatologico e il funzionamento esecutivo dei soggetti esaminati. A tal fine, è stato condotto un confronto tra due gruppi (senza anomalie EEG vs con anomalie EEG): dall’analisi è emersa una differenza prossima alla significatività in una prova di memoria di lavoro visuo-spaziale (BAFE, “Giro di Barattoli”), con prestazioni tendenzialmente inferiori nei soggetti che presentavano anomalie EEG. All’analisi di confronto tra quattro gruppi (ADHD e ADHD-ASD con e senza anomalie EEG), sono emerse differenze significative riguardanti l’inibizione, i sintomi attentivi e una prova di memoria di lavoro visuo-spaziale; nello specifico, i bambini con ADHD puro e anomalie EEG presentavano un profilo più compromesso rispetto ai coetanei con ADHD-ASD e anomalie EEG. L’analisi di moderazione confermava questo andamento, suggerendo che l’impatto delle anomalie EEG sia più marcato nei profili ADHD senza comorbidità ASD.
Un altro obiettivo dello studio si è incentrato sullo studio del rapporto Theta/Beta (TBR) in un sottocampione di bambini con diagnosi di ADHD e ADHD-ASD, selezionato indipendentemente dalla presenza o assenza di anomalie EEG, con il fine di approfondire le caratteristiche neurofisiologiche associate alla comorbidità. I bambini con ADHD-ASD mostravano un TBR significativamente più elevato e una maggiore potenza Theta rispetto ai soggetti con ADHD puro, delineando un pattern neurofisiologico con più marcata lentezza corticale.
Le correlazioni tra il TBR e le variabili cliniche nell'intero sottocampione non hanno raggiunto la soglia di significatività statistica, eccetto che per un'unica associazione negativa tra il TBR e i punteggi relativi alla scala "Problemi oppositivo-provocatori" della CBCL, indicando che valori più alti di problematiche comportamentali risultano associate a un TBR relativamente più basso; anche la potenza della banda Theta ha mostrato una correlazione negativa con la medesima scala. All'analisi correlazionale tra i due sottogruppi (ADHD-ASD e ADHD puri), sono emerse associazioni significative e di elevata entità tra la potenza della banda Beta e le misure relative alle funzioni esecutive e alla regolazione emotiva, indicative di una relazione diretta tra incremento dell'attività Beta e una maggiore compromissione nel funzionamento esecutivo e nella gestione dell'emotività, come riportato dai caregiver. In tale confronto, è inoltre emersa significativa associazione tra funzionamento adattivo e misure EEG indicative di un rallentamento dell’attività corticale, suggerendo una correlazione tra maggiore TBR/potenza della banda theta e peggior funzionamento adattivo nei bambini con diagnosi ADHD-ASD.
Il modello di regressione lineare ha infine confermato la correlazione significativa tra l’aumento del TBR ed un peggior funzionamento adattivo (abilità del vivere quotidiano), effetto che risultava specifico del gruppo comorbido, suggerendo un legame tra rallentamento dell’attività corticale e minore autonomia quotidiana.
Complessivamente, i risultati del nostro studio appaiono in linea con i dati della letteratura che descrivono l’ADHD come un disturbo eterogeneo non solo nella sua espressività clinica con diversi possibili fenotipi clinici ma anche a livello neurofisiologico. Inoltre, questa eterogeneità clinica e neurofisiologica può essere intercettata anche molto precocemente, data la giovane età del nostro campione, con particolare riguardo a quei pattern elettrofisiologici oggetto di notevole interesse in quanto possibili precursori biomarcatori che si manifestano ancor prima dei sintomi dell’ADHD; tali aspetti supportano anche la necessità di superare un modello unitario di TBR e orientarsi verso una caratterizzazione neurobiologica per sottotipi. Questi risultati sottolineano l’importanza di un approccio multimodale all’inquadramento diagnostico in età prescolare, che integri dati comportamentali, neuropsicologici ed elettrofisiologici, e che tenga conto della variabilità dei profili clinici e della possibile presenza di comorbidità.
Un primo obiettivo dello studio è stato quello di verificare se la presenza di anomalie all’EEG potesse influenzare il profilo psicopatologico e il funzionamento esecutivo dei soggetti esaminati. A tal fine, è stato condotto un confronto tra due gruppi (senza anomalie EEG vs con anomalie EEG): dall’analisi è emersa una differenza prossima alla significatività in una prova di memoria di lavoro visuo-spaziale (BAFE, “Giro di Barattoli”), con prestazioni tendenzialmente inferiori nei soggetti che presentavano anomalie EEG. All’analisi di confronto tra quattro gruppi (ADHD e ADHD-ASD con e senza anomalie EEG), sono emerse differenze significative riguardanti l’inibizione, i sintomi attentivi e una prova di memoria di lavoro visuo-spaziale; nello specifico, i bambini con ADHD puro e anomalie EEG presentavano un profilo più compromesso rispetto ai coetanei con ADHD-ASD e anomalie EEG. L’analisi di moderazione confermava questo andamento, suggerendo che l’impatto delle anomalie EEG sia più marcato nei profili ADHD senza comorbidità ASD.
Un altro obiettivo dello studio si è incentrato sullo studio del rapporto Theta/Beta (TBR) in un sottocampione di bambini con diagnosi di ADHD e ADHD-ASD, selezionato indipendentemente dalla presenza o assenza di anomalie EEG, con il fine di approfondire le caratteristiche neurofisiologiche associate alla comorbidità. I bambini con ADHD-ASD mostravano un TBR significativamente più elevato e una maggiore potenza Theta rispetto ai soggetti con ADHD puro, delineando un pattern neurofisiologico con più marcata lentezza corticale.
Le correlazioni tra il TBR e le variabili cliniche nell'intero sottocampione non hanno raggiunto la soglia di significatività statistica, eccetto che per un'unica associazione negativa tra il TBR e i punteggi relativi alla scala "Problemi oppositivo-provocatori" della CBCL, indicando che valori più alti di problematiche comportamentali risultano associate a un TBR relativamente più basso; anche la potenza della banda Theta ha mostrato una correlazione negativa con la medesima scala. All'analisi correlazionale tra i due sottogruppi (ADHD-ASD e ADHD puri), sono emerse associazioni significative e di elevata entità tra la potenza della banda Beta e le misure relative alle funzioni esecutive e alla regolazione emotiva, indicative di una relazione diretta tra incremento dell'attività Beta e una maggiore compromissione nel funzionamento esecutivo e nella gestione dell'emotività, come riportato dai caregiver. In tale confronto, è inoltre emersa significativa associazione tra funzionamento adattivo e misure EEG indicative di un rallentamento dell’attività corticale, suggerendo una correlazione tra maggiore TBR/potenza della banda theta e peggior funzionamento adattivo nei bambini con diagnosi ADHD-ASD.
Il modello di regressione lineare ha infine confermato la correlazione significativa tra l’aumento del TBR ed un peggior funzionamento adattivo (abilità del vivere quotidiano), effetto che risultava specifico del gruppo comorbido, suggerendo un legame tra rallentamento dell’attività corticale e minore autonomia quotidiana.
Complessivamente, i risultati del nostro studio appaiono in linea con i dati della letteratura che descrivono l’ADHD come un disturbo eterogeneo non solo nella sua espressività clinica con diversi possibili fenotipi clinici ma anche a livello neurofisiologico. Inoltre, questa eterogeneità clinica e neurofisiologica può essere intercettata anche molto precocemente, data la giovane età del nostro campione, con particolare riguardo a quei pattern elettrofisiologici oggetto di notevole interesse in quanto possibili precursori biomarcatori che si manifestano ancor prima dei sintomi dell’ADHD; tali aspetti supportano anche la necessità di superare un modello unitario di TBR e orientarsi verso una caratterizzazione neurobiologica per sottotipi. Questi risultati sottolineano l’importanza di un approccio multimodale all’inquadramento diagnostico in età prescolare, che integri dati comportamentali, neuropsicologici ed elettrofisiologici, e che tenga conto della variabilità dei profili clinici e della possibile presenza di comorbidità.
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