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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10162025-173459


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
ALMESBERGER, AZZURRA
URN
etd-10162025-173459
Titolo
Pattern ipnico, acuzie psichiatrica e suicidalità in adolescenza: studio di correlazione con coorte sana mediante monitoraggio actigrafico
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Relatori
relatore Prof.ssa Battini, Roberta
correlatore Dott.ssa Mucci, Maria
correlatore Dott.ssa D'Acunto, Maria Giulia
Parole chiave
  • actigrafia
  • acuzie psichiatrica
  • adolescenza
  • disturbo del sonno
  • pattern ipnico
  • suicidalità
Data inizio appello
05/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/11/2028
Riassunto
L’adolescenza si configura come un periodo di sviluppo complesso, durante il quale si verificano significativi processi di maturazione biologica, evoluzione psicologica e ridefinizione delle relazioni sociali. Durante questo periodo, i disturbi del sonno emergono frequentemente e si manifestano attraverso difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, durata del sonno insufficiente e disturbi specifici come insonnia e parasonnie, con una prevalenza stimata del 10,7% (de Zambotti et al., 2020). Tali disturbi sono associati a molteplici esiti negativi, tra cui peggioramento del rendimento scolastico, aumento della frequenza di comportamenti a rischio, e maggiore vulnerabilità (ansia, depressione, ideazione suicidaria, etc.) (Shochat et al., 2013; Carskadon et al., 2004). Crescenti evidenze suggeriscono, inoltre, che i problemi del sonno potrebbero rappresentare negli adolescenti un fattore di rischio per pensieri e comportamenti anticonservativi (Kearns et al, 2020; Goldstein & Franzen, 2022). In particolare, studi longitudinali evidenziano che gli adolescenti con disturbi del sonno hanno un rischio significativamente maggiore di ideazione suicidaria e di tentativi di suicidio, indipendentemente dalla presenza di depressione (Blake et al., 2018).
Evidenze scientifiche suggeriscono che i disturbi del sonno non solo possono predire comportamenti para- e suicidari (Gowin et al., 2024; Bandel & Brausch, 2018), ma potrebbero agire negli adolescenti come fattori con-causali modificabili (Blake et al., 2018). La relazione tra sonno e suicidalità sembra essere mediata da meccanismi biologici, come la disregolazione emotiva e la ridotta resilienza allo stress, che compromettono le capacità di coping e aumentano la vulnerabilità a ideazioni suicidarie (Shochat et al., 2014). Inoltre, la mancanza di sonno adeguato potrebbe ostacolare il recupero emotivo durante la notte, aggravando stati di angoscia preesistenti (Gregory et al., 2016; Gregory & Sadeh, 2012; Sadeh et al., 2003).
Considerata la rilevanza dei disturbi del sonno nella psicopatologia dell’età evolutiva e nei comportamenti para- e suicidari, questo progetto si propone di identificare marker del sonno associati a rischio suicidario negli adolescenti mediante parametri del sonno soggettivi ed oggettivi. L’actigrafia, metodica non invasiva basata su un accelerometro da polso, consente il monitoraggio ecologico e prolungato del sonno stimando durata, latenza, efficienza e frammentazione; è utile nella valutazione di insonnia, disturbi del ritmo circadiano e ipersonnia (Meltzer et al., 2012; Sadeh, 2011). Le linee guida AASM (2023) ne raccomandano l’uso in studi ecologici e longitudinali in età evolutiva (Ancoli-Israel et al., 2015).
Metodi. Lo studio ha incluso adolescenti (n=26) ricoverati per acuzie psichiatrica valutati tramite K-SADS-PL per le diagnosi cliniche e Columbia-Suicide Severity Rating Scale (C-SSRS) per la suicidalità. I disturbi del sonno sono stati indagati mediante questionari soggettivi (SDSC, rMEQ-A, SSHQ) e tramite monitoraggio actigrafico, volto a misurare durata totale del sonno (TST), efficienza (SE), frammentazione (WASO, NAW), regolarità circadiana (SRI) e ritardo di fase (DLMO stimato). I dati sono stati confrontati con una coorte di controllo (n=19) composta da adolescenti sani.
Risultati principali. Sia nella coorte clinica che di controllo emerge una buona concordanza tra percezioni soggettive e misure oggettive del sonno, oltre a una coerenza significativa tra quanto riportato dai genitori e quanto riferito dai figli adolescenti nei questionari sul sonno. Nella coorte di controllo, tutti i parametri del sonno rientrano nei range normativi internazionali, ad eccezione del NAW, patologico nel 68% dei casi. Nel gruppo clinico, il profilo del sonno risulta più disorganizzato: si osservano irregolarità circadiane, frammentazione e ridotta efficienza, con incremento dell’attività motoria notturna e diminuzione della durata complessiva del sonno, segni di iperattivazione fisiologica e arousal emotivo. La riduzione dell’indice di regolarità (SRI) si accompagna a una percezione di sonno non ristoratore e affaticamento diurno. Alcune associazioni specifiche emergono in base ad alcuni quadri clinici: nei soggetti con uso problematico di alcol-tendenza all’abuso è frequente un ritardo di fase; nei soggetti con disturbi bipolari si mantiene elevata l’attività motoria notturna; nei soggetti con ADHD sono più marcati frammentazione e riduzione del tempo di sonno e nei soggetti con disturbi alimentari restrittivi prevalgono anticipazione di fase e minore regolarità.
Il legame tra sonno e suicidalità è evidenziato dalla correlazione tra una scarsa regolarità circadiana (SRI basso) sia con l’ideazione suicidaria che con i comportamenti suicidari (atti preparatori e TS), mentre una maggiore stabilità del ritmo sonno-veglia si associa a una riduzione progressiva della probabilità di aver effettuato un TS. Anche una minore durata del sonno (TST) correla con livelli più elevati di ideazione e comportamenti autolesivi. La sonnolenza diurna percepita (SLS) e i disturbi dell’arousal e della transizione veglia-sonno (DA, DTVS) si associano a maggiore intensità di ideazione e a comportamenti preparatori. Anche nei pazienti con condotte autolesive non suicidarie (NSSI) il sonno risulta più compromesso: ridotta durata e minore regolarità circadiana. Quando l’autolesività coesiste con ideazione o tentativi di suicidio, tali alterazioni si accentuano, suggerendo che la disregolazione del sonno amplifica la vulnerabilità affettiva e la propensione alla progressione del rischio anticonservativo.
Sintesi e implicazioni. I risultati definiscono il sonno come dominio trasversale della psicopatologia adolescenziale. L’actigrafia coglie la dimensione cronobiologica di base, mentre i questionari restituiscono la componente esperienziale e relazionale; entrambe convergono nell’evidenziare che l’instabilità del ciclo sonno-veglia e la frammentazione del riposo possono risultare associate al rischio suicidario. L’integrazione di misure oggettive e soggettive rafforza la capacità di stratificare il rischio suicidario in popolazioni di adolescenti già vulnerabili e suggerisce la regolarità circadiana come potenziale obiettivo preventivo e terapeutico precoce.
Conclusioni. L’introduzione sistematica della valutazione del sonno, mediante actigrafia e questionari a pazienti e genitori, dovrebbe rappresentare un parametro integrativo nei percorsi di valutazione clinica specialistica e follow-up delle acuzie psichiatriche adolescenziali. Indici di regolarità circadiana, insieme a misure di durata ed efficienza del sonno, emergono come indicatori clinici sensibili nella modulazione della disregolazione emotiva e del rischio suicidario in adolescenza. Dal punto di vista clinico, obiettivi pragmatici includono la promozione della regolarità circadiana e dell’igiene del sonno all’interno dei piani di trattamento individualizzati, con interventi precoci su routine e comportamenti che mantengono l’irregolarità del ritmo sonno-veglia.
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