Tesi etd-10162024-212143 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
AGRETTI, FEDERICO
URN
etd-10162024-212143
Titolo
L'approccio anteriore diretto per l'artroplastica totale bilaterale simultanea dell'anca: analisi dell'efficacia a breve termine e confronto con l’artroplastica unilaterale in una serie di casi trattati da un singolo chirurgo
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Relatori
relatore Parchi, Paolo Domenico
Parole chiave
- artroplastica totale d'anca total hip arthroplasty
Data inizio appello
05/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/11/2064
Riassunto
L'artroplastica dell'anca rappresenta uno degli interventi chirurgici ortopedici più comuni e di successo per il trattamento di condizioni debilitanti come l'osteoartrosi, l'artrite reumatoide, le fratture del collo femorale, e di altre patologie che compromettono
gravemente la funzionalità dell'articolazione.
Nel corso degli anni, le tecniche chirurgiche per la sostituzione dell'anca si sono evolute significativamente, con lo sviluppo di approcci sempre più mirati a ridurre l'invasività dell'intervento, migliorare il recupero post-operatorio e minimizzare le complicazioni. Tra questi, l'approccio anteriore diretto (DAA) ha guadagnato una crescente popolarità per i suoi potenziali vantaggi rispetto agli approcci tradizionali, tra cui un recupero più rapido, una minore perdita ematica, e un rischio ridotto di lussazione post-operatoria [1-4].
Negli ultimi anni, l'attenzione si è focalizzata anche sull'applicazione di questa tecnica nel contesto della protesi bilaterale d'anca, un intervento in cui entrambe le articolazioni dell'anca vengono sostituite in un'unica seduta chirurgica. Questo tipo di intervento rappresenta una sfida significativa, non solo per la complessità tecnica, ma anche per i rischi associati a una procedura chirurgica più lunga e potenzialmente più traumatica per il paziente[5]. Tuttavia, l'approccio anteriore, con i suoi benefici intrinseci, offre una prospettiva interessante per migliorare i risultati in questi pazienti. Il DAA, attraverso un'incisione anteriore relativamente piccola , un piano intermuscolare e internervoso, consente un accesso diretto all'articolazione dell'anca. Questo si traduce in un trauma chirurgico ridotto ai tessuti molli, preservando in gran parte la stabilità muscolare e la biomeccanica dell’anca[1].
Questi aspetti sono particolarmente rilevanti nel contesto della protesi bilaterale, dove la capacità di preservare la forza e la funzione muscolare è cruciale per un recupero rapido e simultaneo di entrambe le articolazioni. Un altro vantaggio significativo dell'approccio anteriore diretto è la possibilità di utilizzare l'imaging intraoperatorio in tempo reale, che consente un posizionamento più preciso delle componenti protesiche. Questo è essenziale per ridurre il rischio di dislocazione e altre complicazioni post-operatorie, particolarmente in pazienti sottoposti a protesi bilaterale, che possono essere più vulnerabili a tali problemi a causa della complessità del loro intervento[5].
La decisione di eseguire una protesi bilaterale in un'unica seduta è spesso guidata da considerazioni cliniche, tra cui la gravità della patologia articolare, la condizione fisica generale del paziente, e i potenziali benefici di un'unica anestesia e un solo ricovero ospedaliero. Tuttavia, questa scelta comporta anche rischi aumentati, come una maggiore perdita di sangue, un tempo operatorio più lungo e un recupero più impegnativo [5].
In questo contesto, l'adozione del DAA può contribuire a mitigare alcuni di questi ri-schi, rendendo l'intervento più sicuro ed efficace.
Numerosi studi hanno documentato i risultati positivi associati all'approccio anteriore nella sostituzione unilaterale dell'anca[1-3], evidenziando tempi di degenza più brevi, un ritorno più rapido alla mobilità e una ridotta incidenza di complicazioni rispetto agli approcci laterali o posteriori. Tuttavia, l'applicazione del DAA nel contesto della protesi bilaterale d'anca è un'area di ricerca ancora in evoluzione, con un crescente interesse da parte della comunità ortopedica che cerca di comprendere meglio i benefici e le limitazioni di questa tecnica in un contesto chirurgico più complesso.
L'obiettivo di questa tesi è quindi di esplorare in modo approfondito l'uso dell'approccio anteriore diretto per la protesi bilaterale d'anca, analizzando i risultati clinici, le complicazioni e il percorso di recupero dei pazienti sottoposti a questa procedura. Attraverso una revisione della letteratura esistente e l'analisi dei dati clinici raccolti da pazienti operati con questa tecnica, si cercherà di fornire un quadro completo e aggiornato sui vantaggi e le sfide dell'approccio anteriore nella gestione delle protesi bilaterali d'anca. La tesi si concentrerà anche sulle indicazioni per l'utilizzo del DAA per le protesi bilaterali, discutendo quali pazienti possono trarre i maggiori benefici da questa tecnica e quali precauzioni devono essere prese per ottimizzare i risultati. Particolare attenzione sarà data alla gestione perioperatoria, alla pianificazione preoperatoria, e alle strategie per minimizzare le complicazioni, come la dislocazione, le fratture periprotesiche e le infezioni.
Infine, verranno considerati anche gli aspetti relativi alla riabilitazione post-operatoria, un elemento cruciale per il successo a lungo termine di qualsiasi intervento di sostituzione articolare, e in particolare per la protesi bilaterale, dove il recupero funzionale deve essere bilanciato su entrambi i lati in modo armonioso e simmetrico. L'approccio anteriore, con il suo potenziale per un recupero più rapido, può offrire vantaggi significativi in questo contesto, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti e a ridurre il tempo di ritorno alle normali attività quotidiane.
Con questa tesi cercherò di offrire una valutazione completa e critica dell'utilizzo dell'approccio anteriore diretto nella protesi bilaterale d'anca, evidenziando sia i potenziali benefici che le sfide legate a questa tecnica. Attraverso l'analisi dei dati disponibili e delle esperienze cliniche, cercherò di definire meglio il ruolo del DAA in questo contesto chirurgico complesso, fornendo raccomandazioni pratiche per ottimizzare i risultati clinici e migliorare il benessere dei pazienti.
gravemente la funzionalità dell'articolazione.
Nel corso degli anni, le tecniche chirurgiche per la sostituzione dell'anca si sono evolute significativamente, con lo sviluppo di approcci sempre più mirati a ridurre l'invasività dell'intervento, migliorare il recupero post-operatorio e minimizzare le complicazioni. Tra questi, l'approccio anteriore diretto (DAA) ha guadagnato una crescente popolarità per i suoi potenziali vantaggi rispetto agli approcci tradizionali, tra cui un recupero più rapido, una minore perdita ematica, e un rischio ridotto di lussazione post-operatoria [1-4].
Negli ultimi anni, l'attenzione si è focalizzata anche sull'applicazione di questa tecnica nel contesto della protesi bilaterale d'anca, un intervento in cui entrambe le articolazioni dell'anca vengono sostituite in un'unica seduta chirurgica. Questo tipo di intervento rappresenta una sfida significativa, non solo per la complessità tecnica, ma anche per i rischi associati a una procedura chirurgica più lunga e potenzialmente più traumatica per il paziente[5]. Tuttavia, l'approccio anteriore, con i suoi benefici intrinseci, offre una prospettiva interessante per migliorare i risultati in questi pazienti. Il DAA, attraverso un'incisione anteriore relativamente piccola , un piano intermuscolare e internervoso, consente un accesso diretto all'articolazione dell'anca. Questo si traduce in un trauma chirurgico ridotto ai tessuti molli, preservando in gran parte la stabilità muscolare e la biomeccanica dell’anca[1].
Questi aspetti sono particolarmente rilevanti nel contesto della protesi bilaterale, dove la capacità di preservare la forza e la funzione muscolare è cruciale per un recupero rapido e simultaneo di entrambe le articolazioni. Un altro vantaggio significativo dell'approccio anteriore diretto è la possibilità di utilizzare l'imaging intraoperatorio in tempo reale, che consente un posizionamento più preciso delle componenti protesiche. Questo è essenziale per ridurre il rischio di dislocazione e altre complicazioni post-operatorie, particolarmente in pazienti sottoposti a protesi bilaterale, che possono essere più vulnerabili a tali problemi a causa della complessità del loro intervento[5].
La decisione di eseguire una protesi bilaterale in un'unica seduta è spesso guidata da considerazioni cliniche, tra cui la gravità della patologia articolare, la condizione fisica generale del paziente, e i potenziali benefici di un'unica anestesia e un solo ricovero ospedaliero. Tuttavia, questa scelta comporta anche rischi aumentati, come una maggiore perdita di sangue, un tempo operatorio più lungo e un recupero più impegnativo [5].
In questo contesto, l'adozione del DAA può contribuire a mitigare alcuni di questi ri-schi, rendendo l'intervento più sicuro ed efficace.
Numerosi studi hanno documentato i risultati positivi associati all'approccio anteriore nella sostituzione unilaterale dell'anca[1-3], evidenziando tempi di degenza più brevi, un ritorno più rapido alla mobilità e una ridotta incidenza di complicazioni rispetto agli approcci laterali o posteriori. Tuttavia, l'applicazione del DAA nel contesto della protesi bilaterale d'anca è un'area di ricerca ancora in evoluzione, con un crescente interesse da parte della comunità ortopedica che cerca di comprendere meglio i benefici e le limitazioni di questa tecnica in un contesto chirurgico più complesso.
L'obiettivo di questa tesi è quindi di esplorare in modo approfondito l'uso dell'approccio anteriore diretto per la protesi bilaterale d'anca, analizzando i risultati clinici, le complicazioni e il percorso di recupero dei pazienti sottoposti a questa procedura. Attraverso una revisione della letteratura esistente e l'analisi dei dati clinici raccolti da pazienti operati con questa tecnica, si cercherà di fornire un quadro completo e aggiornato sui vantaggi e le sfide dell'approccio anteriore nella gestione delle protesi bilaterali d'anca. La tesi si concentrerà anche sulle indicazioni per l'utilizzo del DAA per le protesi bilaterali, discutendo quali pazienti possono trarre i maggiori benefici da questa tecnica e quali precauzioni devono essere prese per ottimizzare i risultati. Particolare attenzione sarà data alla gestione perioperatoria, alla pianificazione preoperatoria, e alle strategie per minimizzare le complicazioni, come la dislocazione, le fratture periprotesiche e le infezioni.
Infine, verranno considerati anche gli aspetti relativi alla riabilitazione post-operatoria, un elemento cruciale per il successo a lungo termine di qualsiasi intervento di sostituzione articolare, e in particolare per la protesi bilaterale, dove il recupero funzionale deve essere bilanciato su entrambi i lati in modo armonioso e simmetrico. L'approccio anteriore, con il suo potenziale per un recupero più rapido, può offrire vantaggi significativi in questo contesto, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti e a ridurre il tempo di ritorno alle normali attività quotidiane.
Con questa tesi cercherò di offrire una valutazione completa e critica dell'utilizzo dell'approccio anteriore diretto nella protesi bilaterale d'anca, evidenziando sia i potenziali benefici che le sfide legate a questa tecnica. Attraverso l'analisi dei dati disponibili e delle esperienze cliniche, cercherò di definire meglio il ruolo del DAA in questo contesto chirurgico complesso, fornendo raccomandazioni pratiche per ottimizzare i risultati clinici e migliorare il benessere dei pazienti.
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