logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10142025-123807


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
STEFANINI, DOROTEA
URN
etd-10142025-123807
Titolo
Violenza nei luoghi di lavoro: metodo sperimentale per la valutazione del rischio
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA DEL LAVORO
Relatori
relatore Prof. Foddis, Rudy
Parole chiave
  • luoghi di lavoro
  • medicina del lavoro
  • occupational medicine
  • rischio
  • valutazione
  • violenza
  • workplace violence
Data inizio appello
03/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/11/2095
Riassunto
Obiettivo: Elaborare un metodo per la valutazione del rischio aggressione nei luoghi di lavoro. Sulla base di quanto indicato dall’Art. 8 della Raccomandazione ILO n. 206 e dall’Art. 9 della Convenzione ILO n. 190, la valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro deve tenere conto dei fattori che aumentano la probabilità di violenza e molestie, soprattutto quelli che siano conseguenza delle condizioni, delle modalità e dell’organizzazione del lavoro, che riguardino soggetti terzi e che siano dovuti alla discriminazione anche di genere e dell’abuso di potere.
Materiali e Metodi: Prendendo spunto dalla Convenzione ILO n.190, dalla Raccomandazione n. 206 e dal percorso di valutazione del rischio stress lavoro-correlato dell’INAIL, sono state elaborate la fase preliminare e approfondita della valutazione del rischio aggressione nei luoghi di lavoro. La fase preliminare è data da una check-list di 24 item da sottoporre a lavoratori esperti. La fase approfondita, cui si accede se alla preliminare si raggiunge il punteggio ≥10, prevede la pianificazione e adozione di interventi correttivi (strutturali, organizzativi, formativi, comunicativi, procedurali) con particolare attenzione al genere. Se però alla valutazione preliminare non si raggiunge il punteggio ≥10, ma dai colloqui emergono comunque delle criticità, queste andranno corrette, il risultato riportato nel DVR (Documento Valutazione dei Rischi) con previsto piano di monitoraggio. Se invece emerge un punteggio ≥10, nella fascia di rischio gialla qui si aprono due scenari: possono essersi verificati casi di aggressione sul luogo di lavoro o meno. In caso che non si siano verificati eventi si esegue una valutazione approfondita restituisce un punteggio che corrisponde a fasce di rischio correlate alla tempistica di intervento, se invece si fossero verificati eventi si procede con una valutazione approfondita mediante check-list mirate a trovare le irregolarità che hanno permesso che accadesse. Gli interventi correttivi, se validi ed efficaci, dovranno essere riportati nel DVR e dovrà essere previsto un piano di monitoraggio. La sperimentazione è iniziata dall’U.O. Laboratorio Analisi Chimico-Cliniche dell’AOUPisana, formato da due centri prelievi nella città di Pisa (presidi di S. Chiara e di Cisanello) e da un laboratorio analisi (presidio di Cisanello) per poi proseguire con i lavoratori del servizio accoglienza dello stesso ospedale e con i lavoratori del call-center del servizio prenotazione e del servizio prenotazione-accettazione di secondo livello.
Risultati: Le criticità maggiori sono emerse dai centri prelievi, dal servizio accoglienza dell’ospedale e dal call-center, dove il punteggio è in fascia di rischio gialla e rossa per il servizio accoglienza. Seguendo la flow-chart per la valutazione del rischio aggressione che abbiamo elaborato, è previsto il passaggio alla valutazione approfondita, con effettuazione di sopralluoghi e compilazione di check-list (variante “con casi”). Da questi sono emerse criticità riguardanti le vie di fuga, l’accesso dell’utenza, la presenza di oggetti contundenti, la sicurezza dei parcheggi e del tragitto parcheggio-luogo di lavoro.
Conclusioni: Si rende sempre più impellente la valutazione del rischio aggressione nei luoghi di lavoro. Gli infortuni per aggressione nella sanità sono in aumento ed è spesso colpito il sesso femminile. Dal nostro studio emerge un grave criticità soprattutto nei punti dell’ospedale con accesso libero dell’utenza, non mediato da liste di prenotazione. Questo accade allo stesso modo per il call center, dove episodi di violenza verbale e molestie sono quotidiani. È di grande importanza la formazione e la diffusione di procedure di segnalazione veloci ed efficaci.

Objective: To develop a method for assessing the risk of aggression in the workplace. Based on the provisions of Article 8 of ILO Recommendation No. 206 and Article 9 of ILO Convention No. 190, workplace risk assessments must take into account factors that increase the likelihood of violence and harassment, especially those resulting from the conditions, methods, and organization of work, involving third parties, and resulting from discrimination, including gender discrimination, and abuse of power.
Materials and Methods: Drawing on ILO Convention No. 190, Recommendation No. 206, and the INAIL work-related stress risk assessment process, the preliminary and in-depth phases of the workplace aggression risk assessment were developed. The preliminary phase consists of a 24-item checklist to be submitted to experienced workers. The in-depth phase, accessed if the preliminary assessment scores ≥10, involves planning and implementing corrective measures (structural, organizational, training, communication, procedural) with particular attention to gender. However, if the preliminary assessment does not score ≥10, but the interviews still reveal critical issues, these will need to be addressed. The results are reported in the Risk Assessment Document (DVR) with a planned monitoring plan. If, however, a score ≥10 is achieved, the yellow risk band presents two scenarios: workplace aggression may or may not have occurred.If no events have occurred, a thorough assessment is performed, resulting in a score corresponding to risk bands related to the timing of the intervention. If events have occurred, a thorough assessment is performed using checklists aimed at identifying the irregularities that allowed them to occur. Corrective actions, if valid and effective, must be reported in the DVR, and a monitoring plan must be established. The trial began with the Clinical-Chemical Analysis Laboratory Unit of the AOUPisana Hospital, consisting of two blood collection centers in the city of Pisa (S. Chiara and Cisanello facilities) and a laboratory analysis center (Cisanello facility). It then continued with the hospital's reception staff, the call center staff, and the second-level booking-admission staff.
Results: The greatest critical issues emerged in the blood collection centers, the hospital reception service, and the call center, where the score is in the yellow risk band, while the reception service is in the red risk band. Following the flowchart for assessing assault risk that we developed, a transition to an in-depth assessment is planned, with on-site inspections and the completion of checklists (the "with cases" variant). These revealed critical issues regarding escape routes, user access, the presence of blunt objects, parking safety, and the route from the parking lot to the workplace.
Conclusions: Assessing the risk of assault in the workplace is increasingly urgent. Accidents involving assault in healthcare are on the rise, and women are often affected. Our study highlights a serious problem, especially in hospital areas with free, unrestricted access. This is also true for call centers, where incidents of verbal abuse and harassment are commonplace. Training and dissemination of rapid and effective reporting procedures are of paramount importance.
File