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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10142025-122723


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARRAI, SARA
URN
etd-10142025-122723
Titolo
Il Volto Santo di Santa Croce sull'Arno. Storia, devozione e ipotesi di datazione
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Ascani, Valerio
correlatore Galoppini, Laura
Parole chiave
  • Bocca di Magra
  • Lucca
  • Sansepolcro
  • Santa Croce sull'Arno
  • Soraggio
  • Volto Santo
Data inizio appello
07/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/11/2095
Riassunto
L’argomento scelto per questa trattazione è il Volto Santo di Santa Croce sull’Arno, oggi conservato sull’altare della cappella terminale della navata sinistra della chiesa collegiata di San Lorenzo. In particolar modo si è tentato di darne una collocazione cronologica più precisa rispetto a quanto fatto negli studi precedenti, attraverso una sua analisi iconografica e stilistica, un confronto con quello che è il suo prototipo, ossia il Volto Santo di Lucca, e le altre “copie” dell’esemplare lucchese, e la ricerca di una testimonianza scritta dell’esistenza di tale crocifisso in documenti antichi, per fissare un termine post quem alla sua nascita.
Il testo della ricerca è stato perciò suddiviso in tre capitoli funzionali a questa indagine.
Il primo ha come soggetto la “terra nuova” di Santa Croce sull’Arno, prima indagando la situazione geografica e politica precedente alla sua comparsa, partendo dall’età tardo romana per arrivare sino all’alto Medioevo, per analizzare poi gli eventi storici che hanno portato alla sua creazione tra il 1252 e il 1253, riportando gli studi fatti sulle pergamene antiche unitamente alle parole degli storici dell’epoca passata e odierna. Soprattutto è importante sottolineare l’origine lucchese di questa città, e la sua permanenza sotto tale dominazione fino al 1330, anno della volontaria sottomissione di Santa Croce a Firenze, e addirittura la sua appartenenza alla diocesi di Lucca dalla sua nascita fino al 1622, con la fondazione della nuova diocesi di San Miniato al Tedesco. Questa digressione sulla storia di Santa Croce, le sue origini, la sua geografia e la sua situazione politica è necessaria per comprendere l’ambito culturale, storico e geografico in cui è stato realizzato il crocifisso oggetto di questa trattazione, con un approfondimento ancor più necessario sull’antica chiesa di Santa Croce, con la sua complicata e poco nota storia, oggi collegiata di San Lorenzo, luogo dove ancora è custodito il simulacro. È stato inoltre necessario aggiungere qualche notizia sull’altro centro religioso della città di Santa Croce, ossia il monastero di S. Maria Novella e S. Michele e la sua santa fondatrice Cristiana, per ottenere un quadro completo su quella che era la gestione della cura d’anime in questo piccolo centro.
Il secondo capitolo invece tratta del Volto Santo lucchese, simbolo religioso della città, analizzandone la storia tramite la critica della sua leggenda e le evidenze storiche nei documenti, che attestano più o meno concretamente la sua presenza a Lucca, fondendo elementi mitici a quelli reali. Si passa poi al suo rapporto indissolubile con la cattedrale di San Martino a Lucca, custode del simulacro anche oggi, per poi proseguire con la difficilissima e ancora dibattuta questione della sua datazione, la quale pare essere a un punto di svolta, come sarà argomentato, grazie all’intervento di restauro che lo vede coinvolto dal 2022, che ha permesso anche una conoscenza migliore della statua per quanto riguarda i materiali costitutivi e le tecniche utilizzate. Partendo poi dall’analisi stilistica e iconografica del simulacro lucchese è stato successivamente necessario un approfondimento su altre “copie” del crocifisso, riguardante la loro storia, la loro collocazione, gli interventi conservativi e il loro rapporto, più o meno evidente, con il Volto Santo di Lucca. Sono stati quindi analizzati i crocifissi di Rocca Soraggio, Bocca di Magra, San Sisto a Pisa e Sansepolcro.
Infine l’ultimo capitolo ha come oggetto il protagonista della ricerca, il Volto Santo di Santa Croce, di cui viene prima fornita un’analisi iconografica, stilistica e una panoramica sull’intervento di restauro a cui venne sottoposto nel 1979, del quale sono rimaste le testimonianze dirette degli interventi sia documentarie che fotografiche, per poi farne un confronto con le altre copie e il Volto Santo di Lucca, per trovarne le somiglianze e le differenze, proponendo così una lettura più approfondita dell’opera quasi misconosciuta di Santa Croce, e trovare degli indizi per la sua datazione. Questa purtroppo è stata una questione che ha sempre creato grossi problemi a quei pochi che si sono interessati allo studio di quest’opera, e dopo aver raccolto le testimonianze degli studiosi a riguardo, per proporre una mia ipotesi è stato necessario affrontare un’indagine archivistica, alla ricerca di documenti pertinenti allo scopo risalenti agli anni dalla fondazione nel 1252-3 sino alla dominazione fiorentina del 1330. Lo spoglio di ciò che è conservato all’Archivio di Stato di Firenze, consultato sia fisicamente, sia su formato digitale che come trascrizione fatta da altri studiosi, è stato il punto di partenza per arrivare all’Archivio Storico del Comune di Santa Croce, purtroppo però i documenti sinora ritrovati non hanno riportato alcuna menzione o prova certa utile all’attribuzione ad una cronologia più accurata del crocifisso, ma sicuramente hanno permesso un approfondimento sull’assetto politico e religioso della comunità di Santa Croce. Unendo però i dati delle ricerche precedenti, basate su analisi iconografiche, stilistiche ma anche dirette sul manufatto artistico, con le ricerche storiche e archivistiche, credo sia possibile comunque attribuire il Volto Santo di Santa Croce a un certo arco temporale, in linea con la datazione che finora è stata proposta.
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