Tesi etd-10142025-120119 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
TEANI, ELISABETTA
URN
etd-10142025-120119
Titolo
Lavoro a turni notturno come fattore di rischio per il carcinoma mammario: risultati di un'indagine sulla percezione del rischio e implicazioni per la medicina del lavoro
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA DEL LAVORO
Relatori
relatore Dott. Guglielmi, Giovanni
correlatore Prof. Foddis, Rudy
correlatore Prof. Foddis, Rudy
Parole chiave
- breast cancer
- carcinoma mammario
- lavoro notturno
- night shift work
Data inizio appello
03/11/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro notturno, sempre più diffuso nelle società industrializzate, è riconosciuto come fattore di rischio per diverse alterazioni fisiologiche, in particolare per i disturbi del ritmo circadiano, le disfunzioni endocrine e metaboliche e, più recentemente, per alcune forme di neoplasie, tra cui il carcinoma mammario.
Lo studio ha avuto due obiettivi principali: analizzare la prevalenza del lavoro notturno e la percezione dei rischi associati in un campione di 132 lavoratori affetti da carcinoma mammario e proporre un metodo integrato di valutazione del rischio di carcinoma mammario, utile al medico competente per una sorveglianza sanitaria più personalizzata.
Dai risultati emerge che il 19% del campione ha svolto o svolge lavoro notturno, una percentuale superiore alla media nazionale (11,1%). L’84% dei partecipanti considera il lavoro notturno un rischio per la salute, con percezioni più elevate tra i non esposti (88,5%) rispetto agli esposti (77%), probabilmente per meccanismi di adattamento o sottostima. Tra i disturbi più riconosciuti figurano affaticamento e alterazioni del sonno, seguiti da stress e disturbi dell’umore, con differenze tra esposti e non esposti. I disturbi gastrointestinali, invece, risultano maggiormente segnalati dai turnisti.
Il 54,7% degli intervistati associa il lavoro notturno a un rischio oncologico, con una percezione più elevata tra i lavoratori turnisti (66,7%). Tale convinzione è supportata dalla letteratura scientifica, che collega l’esposizione notturna alla soppressione della melatonina e a un possibile aumento del rischio di carcinoma mammario. La IARC classifica infatti il lavoro notturno come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2A).
Lo studio propone, inoltre, un modello di valutazione del rischio di carcinoma mammario nelle lavoratrici notturne che integra fattori di rischio professionali (durata, intensità, modalità dei turni) ed extraprofessionali (età, genetica, storia personale e familiare, caratteristiche ormonali e metaboliche), con una stratificazione in tre livelli di rischio (basso, medio, alto). Questo algoritmo si inserisce nell’ottica di garantire ed orientare la sorveglianza sanitaria verso un modello personalizzato in cui la valutazione del rischio non si limiti alla mera valutazione generale dell’esposizione, ma consideri la suscettibilità individuale valutando le interazioni tra fattori occupazionali e personali.
L’obiettivo finale è quello di migliorare la tutela della salute delle lavoratrici, promuovendo strategie preventive sempre più personalizzate, anche ai fini della formulazione di un giudizio di idoneità più accurato e mirato.
Lo studio ha avuto due obiettivi principali: analizzare la prevalenza del lavoro notturno e la percezione dei rischi associati in un campione di 132 lavoratori affetti da carcinoma mammario e proporre un metodo integrato di valutazione del rischio di carcinoma mammario, utile al medico competente per una sorveglianza sanitaria più personalizzata.
Dai risultati emerge che il 19% del campione ha svolto o svolge lavoro notturno, una percentuale superiore alla media nazionale (11,1%). L’84% dei partecipanti considera il lavoro notturno un rischio per la salute, con percezioni più elevate tra i non esposti (88,5%) rispetto agli esposti (77%), probabilmente per meccanismi di adattamento o sottostima. Tra i disturbi più riconosciuti figurano affaticamento e alterazioni del sonno, seguiti da stress e disturbi dell’umore, con differenze tra esposti e non esposti. I disturbi gastrointestinali, invece, risultano maggiormente segnalati dai turnisti.
Il 54,7% degli intervistati associa il lavoro notturno a un rischio oncologico, con una percezione più elevata tra i lavoratori turnisti (66,7%). Tale convinzione è supportata dalla letteratura scientifica, che collega l’esposizione notturna alla soppressione della melatonina e a un possibile aumento del rischio di carcinoma mammario. La IARC classifica infatti il lavoro notturno come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2A).
Lo studio propone, inoltre, un modello di valutazione del rischio di carcinoma mammario nelle lavoratrici notturne che integra fattori di rischio professionali (durata, intensità, modalità dei turni) ed extraprofessionali (età, genetica, storia personale e familiare, caratteristiche ormonali e metaboliche), con una stratificazione in tre livelli di rischio (basso, medio, alto). Questo algoritmo si inserisce nell’ottica di garantire ed orientare la sorveglianza sanitaria verso un modello personalizzato in cui la valutazione del rischio non si limiti alla mera valutazione generale dell’esposizione, ma consideri la suscettibilità individuale valutando le interazioni tra fattori occupazionali e personali.
L’obiettivo finale è quello di migliorare la tutela della salute delle lavoratrici, promuovendo strategie preventive sempre più personalizzate, anche ai fini della formulazione di un giudizio di idoneità più accurato e mirato.
File
| Nome file | Dimensione |
|---|---|
| Tesi_spe...zione.pdf | 1.84 Mb |
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