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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10142025-120056


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
SANGUINETTI, CHIARA
URN
etd-10142025-120056
Titolo
Caratterizzazione delle forme circolanti di transtiretina in pazienti affetti da amiloidosi cardiaca da transtiretina
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
PATOLOGIA CLINICA E BIOCHIMICA CLINICA (non medici)
Relatori
relatore Prof.ssa Franzini, Maria
Parole chiave
  • amiloidosi
  • transtiretina
Data inizio appello
10/11/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’amiloidosi da transtiretina (ATTR) è una malattia sistemica caratterizzata dalla deposizione extracellulare di fibrille proteiche insolubili originate dal mal ripiegamento della transtiretina (TTR), una proteina plasmatica omotetramerica prodotta principalmente dal fegato. La TTR svolge un ruolo fisiologico fondamentale nel trasporto della tiroxina (T4) e del complesso retinolo–proteina legante il retinolo (RBP4), grazie a specifici siti di legame presenti sulla sua struttura tetramerica.
In condizioni fisiologiche, la TTR circola prevalentemente nella forma tetramerica nativa (~55 kDa) associata ai suoi ligandi. Tuttavia, in determinate circostanze, come l’invecchiamento, lo stress ossidativo o la presenza di mutazioni genetiche, il tetramero può dissociarsi in monomeri instabili, che tendono ad aggregarsi in strutture oligomeriche e successivamente in fibrille amiloidi. Questo processo di amiloidogenesi è alla base di diverse patologie cliniche, tra cui la cardiomiopatia amiloide da transtiretina (ATTR-CM).
La ATTR-CM si presenta in due principali forme: una forma ereditaria (ATTRv), causata da mutazioni del gene TTR che determinano una maggiore instabilità del tetramero, e una forma wild-type (ATTRwt), associata all’età avanzata e priva di alterazioni genetiche note. Quest’ultima, in passato sottodiagnosticata, è oggi riconosciuta nei soggetti anziani come una causa frequente di scompenso cardiaco a frazione di eiezione conservata (HFpEF).
L’introduzione dei farmaci stabilizzatori del tetramero, come il tafamidis, ha rappresentato un significativo progresso terapeutico, dimostrando come la stabilizzazione della TTR possa prevenire la formazione di aggregati amiloidi e rallentare la progressione della malattia. Tuttavia, le metodiche di laboratorio comunemente utilizzate, come la nefelometria, consentono di misurare la concentrazione plasmatica totale della TTR ma non di distinguere tra le diverse forme strutturali, limitando la comprensione dei meccanismi patogenetici e la possibilità di identificare biomarcatori precoci o di risposta terapeutica.
Numerosi studi suggeriscono che la distribuzione delle specie TTR a basso e alto peso molecolare nel plasma possa riflettere l’equilibrio tra le forme native e quelle instabili, costituendo un potenziale indicatore di instabilità tetramerica e propensione all’amiloidogenesi. Tuttavia, la caratterizzazione accurata di tali forme è ostacolata dalla mancanza di metodiche analitiche capaci di preservare le interazioni native della proteina.
In questo contesto, il presente progetto si propone di approfondire la caratterizzazione delle forme circolanti di TTR e dei suoi complessi con RBP4 mediante l’impiego di una metodica basata su elettroforesi in condizioni native (Native PAGE) accoppiata a Western blot e analisi proteomica mediante spettrometria di massa. Tale approccio consente di preservare la struttura quaternaria della proteina e di distinguere le diverse specie oligomeriche o associate ai ligandi presenti nel plasma.
Attraverso l’analisi comparativa di pazienti affetti da ATTR-CM e soggetti di controllo, e la valutazione longitudinale delle modificazioni indotte dal trattamento con tafamidis, questo lavoro mira a fornire nuove informazioni sui meccanismi di stabilizzazione della TTR in vivo e sul comportamento dinamico delle sue diverse forme circolanti.
I risultati di questo studio potranno contribuire a migliorare la comprensione dei meccanismi patogenetici dell’amiloidosi da TTR e a identificare nuovi potenziali biomarcatori di instabilità tetramerica e risposta terapeutica, con importanti implicazioni per la diagnosi precoce e il monitoraggio clinico della malattia.
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