Tesi etd-10142024-104205 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
BORSELLI, MATTEO
URN
etd-10142024-104205
Titolo
Intossicazioni acute in Pronto Soccorso: stato dell’arte di un Dipartimento di Emergenza Accettazione di II livello
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA D'EMERGENZA URGENZA
Relatori
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
relatore Dott.ssa Barbieri, Greta
relatore Dott.ssa Barbieri, Greta
Parole chiave
- acute intoxications
- acute poisoning
- clnical toxicology
- emergency department
- intossicazioni acute
- pronto soccorso
- tossicologia clinica
Data inizio appello
04/11/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Introduzione: Le intossicazioni acute rappresentano una problematica di crescente rilevanza nelle attività cliniche dei Pronto Soccorso (0,3-1% degli accessi annui). I report presenti in letteratura riportano dati provenienti principalmente dai Centri AntiVeleni, mentre sono carenti gli studi relativi alla gestione iniziale all’interno dei PS. Per questo motivo abbiamo deciso di realizzare una statistica dei casi di intossicazione acuta gestiti presso il PS dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana (AOUP).
Materiali e Metodi: Sono stati raccolti i casi di tutte le intossicazioni acute (sospette/accertate) afferenti presso il PS di Pisa (AOUP) nell’anno solare 2023. Per la raccolta dati è stato utilizzato il software gestionale di Pronto Soccorso, da cui sono stati estrapolati tutti gli accessi potenziali da inserire nel database una volta verificata la loro aderenza ai criteri di inclusione. Il disegno dello studio è stato tipo monocentrico, retrospettivo e descrittivo.
Gli obiettivi dello studio sono stati quelli di analizzare le caratteristiche clinico-anagrafiche della popolazione, indagare gli outcomes clinici principali (gravità clinica, diagnosi, trattamento esito e prognosi) dei casi di intossicazione acuta e valutare il grado di autonomia gestionale del personale di PS.
Risultati: Dalla raccolta dati abbiamo ottenuto 308 casi di intossicazione acuta gestiti presso il PS AOUP nell’anno 2023. L’incidenza globale di casi di intossicazione è stata dello 0,40% (se consideriamo tutti gli accessi in PS AOUP anno 2023).
L’età media della popolazione è di 43,4±19,2 anni, con una lieve prevalenza di soggetti maschi (56,5% vs 43,5%). La maggior parte dei casi si è concentrata nelle fasce di età 18-34 (39,9%) e 35-54 anni (29,9%).
La maggior parte delle intossicazioni ha avuto una genesi intenzionale (68,5%), ricondotta ad abuso volontario (48,4%) e condotta autolesiva (18,2%). La via di contatto principale si conferma l’ingestione per via orale (79,5%), seguita da quella inalatoria (18,8%) e parenterale (3,9%); la maggioranza degli eventi è stata legata ad 1 singola sostanza (79,9%).
La causa principale di intossicazione in PS AOUP si conferma, come in altri studi simili di altre realtà, l’alcol, presente nel 41,2% dei casi; seguono i farmaci (27,9%), in particolare quelli neuro-psichiatrici (21,4%), le sostanze d’abuso (15,9%), le intossicazioni da fumi e gas (soprattutto CO, 7,5%) e i prodotti domestici (6,5%).
La maggior parte dei pazienti ha avuto manifestazioni cliniche nulle o lievi-transitorie (PSS 0-1, 74%), mentre il restante 26% ha mostrato segni e sintomi moderato-severi (PSS 2-3). Le alterazioni sintomatiche più comuni sono state quelle neurologiche e gastrointestinali.
In almeno tre quarti dei casi (76,3%) è stato eseguito un esame diagnostico, più frequentemente gli esami ematici (63,6%), Emogas (51,6%) ed ECG (42,5%); un quinto circa dei pazienti (21,8%) è stato sottoposto anche ad un’indagine strumentale, la più comune è stata la TC cranio-encefalo (11%).
Hanno subito un qualche trattamento il 69,2% dei pazienti; il 66,2% è stato sottoposto a trattamento sintomatico, principalmente fluidi e gastroprotettori. Da segnalare che il 9,4% dei pazienti ha richiesto una qualche terapia sedativa. Nel 8% dei casi è stato necessario eseguire una qualche terapia/manovra supportiva, e più di un quarto dei pazienti è stato monitorizzato durante la permanenza in PS.
Il 12,7% dei pazienti è stato sottoposto a terapia decontaminante (quasi sempre orale), nella maggioranza dei casi con CVA (12%); la gastrolusi è stata eseguita nel 4,9% dei casi. Gli antidoti sono stati impiegati nel 16,6% dei casi, i più utilizzati sono stati Flumazenil, Naloxone, ossigeno normo-iperbarico (per CO) e la N-Acetilcisteina; in 2 casi sono state impiegate anche tecniche depurative (emodialisi).
La consulenza del CAV è stata richiesta in 69 casi su 308 (22,4%) le indicazioni diagnostico-terapeutiche e le tempistiche di osservazione indicate sono state globalmente rispettate.
L’esito dei pazienti è stato principalmente la dimissione (83,1%), rapida (entro 12 ore) nel 54,9% e dopo osservazione breve nel 16,6% dei casi, con 10% circa di abbandoni/dimissioni volontari.
Sono stati effettuati ricoveri in 52 casi (16,9%), principalmente in Psichiatria (33, 10,7%) per gesti autolesivi, in HDU (4 casi, 1,3%) e in terapia intensiva (10 casi, 3,2%); si sono verificati 2 decessi, legati ad intossicazione da funghi (amatossina) durante il ricovero in UTI. Nessun decesso si è verificato nei locali del PS.
Dal confronto dei principali outcomes tra le diverse categorie di sostanze emergono alcuni pattern caratteristici: per le sostanze stupefacenti, sono per lo più maschi, giovani, che si presentano in PS tardivamente, hanno quasi sempre sintomatologia nulla-lieve transitoria, necessitano di minori indagini diagnostiche (39,9% nessun esame), hanno un minore tasso di trattamento (sintomatico, decontaminante o antidotico) e vengono più spesso dimessi dopo poche ore dall’ingresso (66,6%), e quasi mai ricoverati (4,1%); hanno inoltre un elevato tasso di abbandono dal PS (21,7%).
I casi associati a farmaci sono più tipici dei soggetti femminili, di età medio-adulta, sono spesso secondari a intenti autolesivi (61,9%), frequenti le poli-intossicazioni (36,9%), hanno spesso quadro clinico moderato (19%) – severo (6%); quasi sempre vengono sottoposti a esami di base (92,9%) e spesso anche strumentali (29,8%); vengono quasi sempre sottoposti a qualche trattamento (79,8%), sia di tipo decontaminante (35,7%) che antidotico (32,1%).
Sono la causa fonte principale di contatti con i CAV (consulenze 1 caso su 2). Hanno il tasso di ricovero più elevato (44%), principalmente in psichiatria (gesti autolesivi).
I non farmaci presentano prevalentemente caratteristiche intermedie tra i 2 gruppi, ma con la peculiarità che quasi tutti i casi sono secondari ed esposizione accidentale (94,5%), richiedono quasi sempre indagini diagnostiche, ma di base (poca strumentale); vengono trattati spesso (70,4%) ma quasi sempre con terapie sintomatiche. Hanno un basso tasso di ricoveri (11,3%) ma quasi sempre in unità di alta intensità (UTI); sono responsabili dei 2 decessi (funghi).
Conclusioni: Questo studio presenta alcuni limiti, dettati principalmente dalla bassa numerosità di campione, dalla possibile parziale perdita di dati (pazienti non inclusi perché non valutati, persi perché non codificati con la giusta diagnosi), e dal disegno retrospettivo.
Pur considerando questi elementi, questo studio mostra alcuni dati interessanti sull’epidemiologia dei casi di intossicazione acuta presenti nella nostra realtà di Pronto Soccorso, contribuisce ad ampliare la letteratura di questo ambito e ci fornisce alcuni dati indicativi sugli outcome principali (dimissioni, ricoveri, mortalità), confermando i buoni risultati raggiunti nella gestione di questo tipo di patologia nella nostra realtà di Pronto Soccorso.
Materiali e Metodi: Sono stati raccolti i casi di tutte le intossicazioni acute (sospette/accertate) afferenti presso il PS di Pisa (AOUP) nell’anno solare 2023. Per la raccolta dati è stato utilizzato il software gestionale di Pronto Soccorso, da cui sono stati estrapolati tutti gli accessi potenziali da inserire nel database una volta verificata la loro aderenza ai criteri di inclusione. Il disegno dello studio è stato tipo monocentrico, retrospettivo e descrittivo.
Gli obiettivi dello studio sono stati quelli di analizzare le caratteristiche clinico-anagrafiche della popolazione, indagare gli outcomes clinici principali (gravità clinica, diagnosi, trattamento esito e prognosi) dei casi di intossicazione acuta e valutare il grado di autonomia gestionale del personale di PS.
Risultati: Dalla raccolta dati abbiamo ottenuto 308 casi di intossicazione acuta gestiti presso il PS AOUP nell’anno 2023. L’incidenza globale di casi di intossicazione è stata dello 0,40% (se consideriamo tutti gli accessi in PS AOUP anno 2023).
L’età media della popolazione è di 43,4±19,2 anni, con una lieve prevalenza di soggetti maschi (56,5% vs 43,5%). La maggior parte dei casi si è concentrata nelle fasce di età 18-34 (39,9%) e 35-54 anni (29,9%).
La maggior parte delle intossicazioni ha avuto una genesi intenzionale (68,5%), ricondotta ad abuso volontario (48,4%) e condotta autolesiva (18,2%). La via di contatto principale si conferma l’ingestione per via orale (79,5%), seguita da quella inalatoria (18,8%) e parenterale (3,9%); la maggioranza degli eventi è stata legata ad 1 singola sostanza (79,9%).
La causa principale di intossicazione in PS AOUP si conferma, come in altri studi simili di altre realtà, l’alcol, presente nel 41,2% dei casi; seguono i farmaci (27,9%), in particolare quelli neuro-psichiatrici (21,4%), le sostanze d’abuso (15,9%), le intossicazioni da fumi e gas (soprattutto CO, 7,5%) e i prodotti domestici (6,5%).
La maggior parte dei pazienti ha avuto manifestazioni cliniche nulle o lievi-transitorie (PSS 0-1, 74%), mentre il restante 26% ha mostrato segni e sintomi moderato-severi (PSS 2-3). Le alterazioni sintomatiche più comuni sono state quelle neurologiche e gastrointestinali.
In almeno tre quarti dei casi (76,3%) è stato eseguito un esame diagnostico, più frequentemente gli esami ematici (63,6%), Emogas (51,6%) ed ECG (42,5%); un quinto circa dei pazienti (21,8%) è stato sottoposto anche ad un’indagine strumentale, la più comune è stata la TC cranio-encefalo (11%).
Hanno subito un qualche trattamento il 69,2% dei pazienti; il 66,2% è stato sottoposto a trattamento sintomatico, principalmente fluidi e gastroprotettori. Da segnalare che il 9,4% dei pazienti ha richiesto una qualche terapia sedativa. Nel 8% dei casi è stato necessario eseguire una qualche terapia/manovra supportiva, e più di un quarto dei pazienti è stato monitorizzato durante la permanenza in PS.
Il 12,7% dei pazienti è stato sottoposto a terapia decontaminante (quasi sempre orale), nella maggioranza dei casi con CVA (12%); la gastrolusi è stata eseguita nel 4,9% dei casi. Gli antidoti sono stati impiegati nel 16,6% dei casi, i più utilizzati sono stati Flumazenil, Naloxone, ossigeno normo-iperbarico (per CO) e la N-Acetilcisteina; in 2 casi sono state impiegate anche tecniche depurative (emodialisi).
La consulenza del CAV è stata richiesta in 69 casi su 308 (22,4%) le indicazioni diagnostico-terapeutiche e le tempistiche di osservazione indicate sono state globalmente rispettate.
L’esito dei pazienti è stato principalmente la dimissione (83,1%), rapida (entro 12 ore) nel 54,9% e dopo osservazione breve nel 16,6% dei casi, con 10% circa di abbandoni/dimissioni volontari.
Sono stati effettuati ricoveri in 52 casi (16,9%), principalmente in Psichiatria (33, 10,7%) per gesti autolesivi, in HDU (4 casi, 1,3%) e in terapia intensiva (10 casi, 3,2%); si sono verificati 2 decessi, legati ad intossicazione da funghi (amatossina) durante il ricovero in UTI. Nessun decesso si è verificato nei locali del PS.
Dal confronto dei principali outcomes tra le diverse categorie di sostanze emergono alcuni pattern caratteristici: per le sostanze stupefacenti, sono per lo più maschi, giovani, che si presentano in PS tardivamente, hanno quasi sempre sintomatologia nulla-lieve transitoria, necessitano di minori indagini diagnostiche (39,9% nessun esame), hanno un minore tasso di trattamento (sintomatico, decontaminante o antidotico) e vengono più spesso dimessi dopo poche ore dall’ingresso (66,6%), e quasi mai ricoverati (4,1%); hanno inoltre un elevato tasso di abbandono dal PS (21,7%).
I casi associati a farmaci sono più tipici dei soggetti femminili, di età medio-adulta, sono spesso secondari a intenti autolesivi (61,9%), frequenti le poli-intossicazioni (36,9%), hanno spesso quadro clinico moderato (19%) – severo (6%); quasi sempre vengono sottoposti a esami di base (92,9%) e spesso anche strumentali (29,8%); vengono quasi sempre sottoposti a qualche trattamento (79,8%), sia di tipo decontaminante (35,7%) che antidotico (32,1%).
Sono la causa fonte principale di contatti con i CAV (consulenze 1 caso su 2). Hanno il tasso di ricovero più elevato (44%), principalmente in psichiatria (gesti autolesivi).
I non farmaci presentano prevalentemente caratteristiche intermedie tra i 2 gruppi, ma con la peculiarità che quasi tutti i casi sono secondari ed esposizione accidentale (94,5%), richiedono quasi sempre indagini diagnostiche, ma di base (poca strumentale); vengono trattati spesso (70,4%) ma quasi sempre con terapie sintomatiche. Hanno un basso tasso di ricoveri (11,3%) ma quasi sempre in unità di alta intensità (UTI); sono responsabili dei 2 decessi (funghi).
Conclusioni: Questo studio presenta alcuni limiti, dettati principalmente dalla bassa numerosità di campione, dalla possibile parziale perdita di dati (pazienti non inclusi perché non valutati, persi perché non codificati con la giusta diagnosi), e dal disegno retrospettivo.
Pur considerando questi elementi, questo studio mostra alcuni dati interessanti sull’epidemiologia dei casi di intossicazione acuta presenti nella nostra realtà di Pronto Soccorso, contribuisce ad ampliare la letteratura di questo ambito e ci fornisce alcuni dati indicativi sugli outcome principali (dimissioni, ricoveri, mortalità), confermando i buoni risultati raggiunti nella gestione di questo tipo di patologia nella nostra realtà di Pronto Soccorso.
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