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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10132025-152853


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
D'ALESSANDRO, FRANCESCO
URN
etd-10132025-152853
Titolo
JAK inibitori nell’Artrite Reumatoide: Retention rate e safety in una corte di pazienti monocentrica
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
REUMATOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Mosca, Marta
correlatore Dott. Cazzato, Massimiliano
Parole chiave
  • artrite reumatoide
  • Jak-inibitori
Data inizio appello
14/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/11/2028
Riassunto
Introduzione: L’artrite reumatoide (AR) è una malattia autoimmune cronica caratterizzata da infiammazione articolare e sistemica, con conseguente progressivo danno strutturale e disabilità. Negli ultimi anni, i JAK-inibitori (JAKis) si sono affermati come una nuova classe di farmaci orali in grado di modulare la via JAK-STAT, risultando efficaci nel controllo dell’attività di malattia. Tuttavia, i recenti allarmi relativi al rischio cardiovascolare, tromboembolico e neoplastico hanno reso necessaria una valutazione real-world della loro sicurezza e persistenza in terapia.
Scopo del lavoro di tesi: Obiettivo primario dello studio è stato valutare la drug retention rate (DDR), la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine dei JAKis in pazienti affetti da AR. Obiettivo secondario è stato analizzare l’efficacia clinica, attraverso indici compositi (DAS28-PCR, CDAI, SDAI), e la concordanza tra Patient-Reported Outcomes (PROs) e indici di attività di malattia.
Materiali e metodi: È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 102 pazienti (82 donne, 20 uomini) con diagnosi di AR secondo i criteri ACR/EULAR 2010, trattati con JAKis tra gennaio 2021 e settembre 2025 presso l’U.O. di Reumatologia.
Risultati: La DDR complessiva a 48 mesi è risultata del 51,3%, con valori più elevati per Filgotinib (62,5%) e più bassi per Upadacitinib (32%). La principale causa di sospensione della terapia è stata la comparsa di eventi avversi (60,9%). Filgotinib ha mostrato il miglior profilo di sicurezza, mentre Tofacitinib è risultato associato a un’incidenza significativamente maggiore di infezioni non gravi e disturbi metabolici. Tutti i JAKis hanno determinato un miglioramento della clinimetria, con mantenimento della risposta fino a 48 mesi. È stata inoltre osservata un’elevata concordanza tra PROs e valutazioni cliniche, suggerendo un miglioramento sia oggettivo che percepito della malattia.
Conclusioni: Lo studio conferma l’efficacia dei JAKis nel trattamento dell’AR in real-world, con un rapido miglioramento clinico mantenuto a lungo termine. Di particolare interesse l’elevata concordanza tra valutazioni cliniche e PROs, che potrebbe riflettere anche un effetto diretto sulla percezione del dolore.
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