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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10112021-204828


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RIGGIO, CHIARA
URN
etd-10112021-204828
Titolo
Lupo e ungulati selvatici: rapporti predatore-preda in un'area mediterranea
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE ED EVOLUZIONE
Relatori
relatore Luschi, Paolo
relatore Ferretti, Francesco
Parole chiave
  • Lupo
  • relationship
  • sovrapposizione temporale
  • temporal overlap
  • ungulates
  • ungulati
  • wolf
Data inizio appello
14/12/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Negli ultimi decenni il lupo Canis lupus ha ricolonizzato gran parte del suo areale originario in Italia. Considerando il ruolo ecologico di questo predatore apicale, nonché il relativo potenziale conflitto con attività antropiche come p.es. la pastorizia, la valutazione dei rapporti che esso instaura con le prede selvatiche ha significative implicazioni sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista gestionale. L’obiettivo del mio lavoro di tesi è stato quello di indagare le relazioni tra il lupo e le sue principali prede selvatiche (daino Dama dama, il capriolo Capreolus capreolus e il cinghiale Sus scrofa) in un'area mediterranea recentemente ricolonizzata dal predatore, il Parco Regionale della Maremma (GR). Tra ottobre 2019 e marzo 2020 ho analizzato la dieta del lupo, tramite la valutazione del contenuto di campioni fecali raccolti sul campo (N=386), e i rapporti spazio-temporali tra predatore e preda, indagati mediante fototrappolaggio. L’alimentazione del lupo si è basata essenzialmente su prede selvatiche, in particolar modo cinghiale e daino, con frequenze assolute pari a 43.1% e 27.7% rispettivamente, seguiti da meso-mammiferi (9.9%) e capriolo (6.5%). Il bestiame (vitelli) è stato particolarmente utilizzato durante il mio periodo di studio (FA: 18.6%) rispetto ai 3 anni precedenti (in cui aveva mostrato frequenze inferiori al 2%), ma sempre con minor frequenza rispetto alle prede selvatiche. Rispetto a studi precedenti (2016-2018), i risultati hanno indicato un decremento dell'utilizzo del daino (che rappresentava la principale preda del lupo) e un incremento dell'uso del cinghiale. L’analisi dei filmati ottenuti tramite il fototrappolaggio (lupo: N = 435; daino: N = 1435; cinghiale: N = 1416; capriolo: N = 63) ha evidenziato ritmi di attività locomotoria prevalentemente notturni per lupo e cinghiale, con un elevato coefficiente di sovrapposizione interspecifica (∆₄=0.90). Livelli di sovrapposizione inferiori sono stati rilevati tra lupo e daino (∆₄=0.53), il quale ha presentato ritmi di attività prevalentemente diurni, e tra lupo e capriolo (∆₄=0.47). Inoltre, il confronto con studi precedenti svolti nella stessa area ha evidenziato uno slittamento dei ritmi di attività del daino, da notturni a diurni, probabilmente legato alla forte pressione predatoria esercitata dal lupo; come conseguenza di ciò il lupo potrebbe aver spostato il proprio interesse verso una preda più facilmente reperibile, come il cinghiale. I risultati pertanto suggeriscono l’attuazione di strategie comportamentali basate sull’evitamento temporale del predatore da parte del daino. Tali strategie non sembrano essere presenti nel cinghiale, e ciò potrebbe spiegare l’aumento di questo ungulato nella dieta del lupo. Questo studio conferma la natura dinamica dei rapporti ecologici e comportamentali tra predatore e prede. Futuri approfondimenti saranno necessari per valutare le risposte comportamentali e numeriche di lupo e ungulati nel lungo termine.
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