Tesi etd-10092025-113603 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
BIANCALANA, MARTINA SARA
URN
etd-10092025-113603
Titolo
Gestione delle polmoniti in Pronto Soccorso: dalla diagnosi al setting di ricovero
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA D'EMERGENZA URGENZA
Relatori
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
correlatore Dott.ssa Barbieri, Greta
correlatore Dott.ssa Barbieri, Greta
Parole chiave
- CURB-65
- pneumonia
- polmoniti
- PSI/PORT
Data inizio appello
26/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/11/2095
Riassunto
ABSTRACT
Introduzione:
La polmonite acquisita in comunità (CAP) rappresenta una delle principali cause di accesso
al Pronto Soccorso e di ospedalizzazione nei Paesi industrializzati. La corretta identificazione
dei pazienti candidabili a gestione domiciliare o ospedaliera costituisce una fase cruciale del
percorso assistenziale. Gli score prognostici CURB-65 e PSI/PORT sono strumenti validati per
stimare la gravità e guidare le decisioni cliniche; tuttavia, la loro applicazione nella pratica
reale può essere condizionata da fattori clinici, sociali e organizzativi non contemplati dagli
algoritmi.
Obiettivi:
Scopo dello studio è stato analizzare la gestione clinico-decisionale dei pazienti con
diagnosi di polmonite afferenti al Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA)
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP), valutando l’utilizzo degli score di
gravità CURB-65 e PSI/PORT, le caratteristiche cliniche e laboratoristiche dei pazienti, e i
fattori che hanno orientato la scelta tra dimissione e ricovero. Obiettivi secondari
comprendevano l’analisi delle comorbidità, dei parametri respiratori e delle variabili non
incluse negli score ma potenzialmente determinanti nella decisione clinica.
Materiali e Metodi:
È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 230 pazienti adulti afferiti al
DEA dell’AOUP tra Gennaio e Aprile 2024 con diagnosi di polmonite radiologicamente
confermata. Sono stati raccolti dati anagrafici, clinici, laboratoristici e gestionali. È stata
quindi valutata la correlazione tra gli score CURB-65 e PSI/PORT, le variabili cliniche e l’esito
del percorso (dimissione vs ricovero).
Risultati:
Dei 230 pazienti inclusi, il 60,3% è stato ricoverato e il 39,6% dimesso. L’età media era
67,1 ± 19,5 anni; il 9% proveniva da strutture socio-sanitarie. Tra le comorbidità più frequenti
figuravano ipertensione (40,9%), malattie cardiovascolari (28,7%) e BPCO (17%).
È emersa una correlazione statisticamente significativa tra punteggi elevati di CURB-65 e
PSI/PORT e l’indicazione al ricovero (p < 0,001). Tuttavia, il 50,7% dei pazienti con CURB-65 <
2 e il 45,5% con PSI/PORT < 91 sono stati ugualmente ricoverati, evidenziando una tendenza alla sovrastima della gravità clinica rispetto a quanto suggerito dagli score. L’età avanzata, la
provenienza da RSA e la presenza di comorbidità (ipertensione, BPCO, neoplasie) si sono
associate a un rischio significativamente maggiore di ospedalizzazione (p < 0,05). I parametri
respiratori (SpO₂, FR, PaO₂, P/F) e alcuni marker biochimici (lattati, PCR, PCT, glicemia) si sono
confermati fortemente predittivi della decisione di ricovero. La durata media della degenza
è risultata di 5,65 ± 6,4 giorni; la mortalità intraospedaliera del 6,5%.
Conclusioni:
I risultati confermano l’utilità degli score CURB-65 e PSI/PORT come strumenti di supporto
decisionale nella gestione della CAP, ma evidenziano come la scelta finale di ricovero o
dimissione dipenda da un equilibrio tra gravità oggettiva, valutazione clinica globale e fattori
organizzativi. La propensione a ricoverare pazienti con bassi punteggi riflette l’influenza di
elementi non inclusi negli score, quali fragilità, contesto sociale e limitata disponibilità di
percorsi territoriali di follow-up. Un utilizzo più standardizzato degli score, integrato da una
valutazione clinico-contestuale e da modelli assistenziali intermedi (es. osservazione breve
intensiva), potrebbe migliorare la stratificazione del rischio e ottimizzare le risorse
ospedaliere, mantenendo al contempo elevati standard di sicurezza per il paziente.
Introduzione:
La polmonite acquisita in comunità (CAP) rappresenta una delle principali cause di accesso
al Pronto Soccorso e di ospedalizzazione nei Paesi industrializzati. La corretta identificazione
dei pazienti candidabili a gestione domiciliare o ospedaliera costituisce una fase cruciale del
percorso assistenziale. Gli score prognostici CURB-65 e PSI/PORT sono strumenti validati per
stimare la gravità e guidare le decisioni cliniche; tuttavia, la loro applicazione nella pratica
reale può essere condizionata da fattori clinici, sociali e organizzativi non contemplati dagli
algoritmi.
Obiettivi:
Scopo dello studio è stato analizzare la gestione clinico-decisionale dei pazienti con
diagnosi di polmonite afferenti al Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA)
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP), valutando l’utilizzo degli score di
gravità CURB-65 e PSI/PORT, le caratteristiche cliniche e laboratoristiche dei pazienti, e i
fattori che hanno orientato la scelta tra dimissione e ricovero. Obiettivi secondari
comprendevano l’analisi delle comorbidità, dei parametri respiratori e delle variabili non
incluse negli score ma potenzialmente determinanti nella decisione clinica.
Materiali e Metodi:
È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 230 pazienti adulti afferiti al
DEA dell’AOUP tra Gennaio e Aprile 2024 con diagnosi di polmonite radiologicamente
confermata. Sono stati raccolti dati anagrafici, clinici, laboratoristici e gestionali. È stata
quindi valutata la correlazione tra gli score CURB-65 e PSI/PORT, le variabili cliniche e l’esito
del percorso (dimissione vs ricovero).
Risultati:
Dei 230 pazienti inclusi, il 60,3% è stato ricoverato e il 39,6% dimesso. L’età media era
67,1 ± 19,5 anni; il 9% proveniva da strutture socio-sanitarie. Tra le comorbidità più frequenti
figuravano ipertensione (40,9%), malattie cardiovascolari (28,7%) e BPCO (17%).
È emersa una correlazione statisticamente significativa tra punteggi elevati di CURB-65 e
PSI/PORT e l’indicazione al ricovero (p < 0,001). Tuttavia, il 50,7% dei pazienti con CURB-65 <
2 e il 45,5% con PSI/PORT < 91 sono stati ugualmente ricoverati, evidenziando una tendenza alla sovrastima della gravità clinica rispetto a quanto suggerito dagli score. L’età avanzata, la
provenienza da RSA e la presenza di comorbidità (ipertensione, BPCO, neoplasie) si sono
associate a un rischio significativamente maggiore di ospedalizzazione (p < 0,05). I parametri
respiratori (SpO₂, FR, PaO₂, P/F) e alcuni marker biochimici (lattati, PCR, PCT, glicemia) si sono
confermati fortemente predittivi della decisione di ricovero. La durata media della degenza
è risultata di 5,65 ± 6,4 giorni; la mortalità intraospedaliera del 6,5%.
Conclusioni:
I risultati confermano l’utilità degli score CURB-65 e PSI/PORT come strumenti di supporto
decisionale nella gestione della CAP, ma evidenziano come la scelta finale di ricovero o
dimissione dipenda da un equilibrio tra gravità oggettiva, valutazione clinica globale e fattori
organizzativi. La propensione a ricoverare pazienti con bassi punteggi riflette l’influenza di
elementi non inclusi negli score, quali fragilità, contesto sociale e limitata disponibilità di
percorsi territoriali di follow-up. Un utilizzo più standardizzato degli score, integrato da una
valutazione clinico-contestuale e da modelli assistenziali intermedi (es. osservazione breve
intensiva), potrebbe migliorare la stratificazione del rischio e ottimizzare le risorse
ospedaliere, mantenendo al contempo elevati standard di sicurezza per il paziente.
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