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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10092024-122854


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DAINI, MARTINA ANNA
URN
etd-10092024-122854
Titolo
Il ruolo dei sigillanti nella prevenzione primaria
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Giuca, Maria Rita
Parole chiave
  • bisfenolo A
  • carie occlusale
  • cementi vetroionomerici
  • linee guida nazionali ed internazionali
  • prevenzione primaria
  • resine composite
  • sigillanti per solchi e fossette
Data inizio appello
29/10/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/10/2094
Riassunto
I primi passi verso la sigillatura iniziarono nel 1905 ovvero quando iniziarono i primi tentativi per prevenire la patologia cariosa, fino ad arrivare ad oggi dove possiamo parlare di una strategia preventiva denominata “sigillatura", la cui efficacia nella prevenzione della lesione cariosa risulta scientificamente provata grazie ai vari studi che hanno dimostrato come questa procedura riduca drasticamente l’incidenza della lesione cariosa. La sigillatura è una procedura che rientra nella prevenzione primaria e si effettua tramite un materiale a base resinosa o di altro tipo definito “sigillante" che viene applicato nei solchi e nelle fossette dei denti, soprattuto nei molari permanenti, in modo da impedire l’ingresso di batteri cariogeni e dei loro nutrienti, conferendo così una barriera meccanica. Ad oggi, esistono linee guida sulla sigillatura, fornite da enti sia a livello internazionale, al fine di fornire al clinico le giuste indicazioni operative su questa procedura in base alle diverse situazioni cliniche. Attualmente, sono presenti sul mercato un'ampia gamma di materiali per le sigillature come i cementi vetroionomerici, compomeri e resine composite. Quest’ultime risultano essere il gold standard grazie alla loro documentata ritezione ed efficacia mentre nel caso di uno scarso controllo dell’umidità, si prediligono i cementi vetroionomerici come ad esempio nel caso di elementi in fase d’eruzione. In letteratura è stato osservato come l’applicazione di alcuni biomateriali dentali a livello orale rilasciano componenti come, ad esempio, monomeri in grado di determinare reazioni citotossiche ed il composto che ha catturato l’attenzione è il bisfenolo A o BPA, utilizzato in odontoiatria come precursore del bis-DMA e bisGMA per la produzione delle resine dentali; però l’esposizione al bisfenolo A che avviene in ambiente orale, sembra essere transitoria quindi non sarebbe significativa se comparata a quella dovuta ai fattori ambientali ed alimentari. Per quanto riguarda il successo di questa procedura, al fine di una corretta prevenzione, dipende da vari fattori, oltre il corretto isolamento del campo, le proprietà̀ del materiale, il mantenimento della sua integrità̀ ed il suo livello di ritenzione, un altro fattore da tenere in considerazione è anche l’utilizzo di un corretto protocollo di applicazione da parte dell’operatore che deve seguire scrupolosamente le varie tappe del procedimento. Sebbene questa questa procedura porti ad enormi vantaggi al paziente sia a livello economico che a livello di salute orale, purtroppo si assiste ad un sottoutilizzo quindi sarebbe opportuno una maggiore promozione dei sigillanti a livello mondiale visto che la salute orale risulta essere fra gli elementi di maggior importanza per il conseguimento della salute generale.
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