Tesi etd-10092024-114005 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
D'ANGELO, MARTA
URN
etd-10092024-114005
Titolo
Female gaze nel panorama mediale contemporaneo: Greta Gerwig e Phoebe Waller-Bridge
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Tognolotti, Chiara
Parole chiave
- cinema
- femalegaze
- femminismo
- Greta Gerwig
- malegaze
- Phoebe Waller-bridge
Data inizio appello
08/11/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/11/2064
Riassunto
La presente tesi di Laurea nasce dalla confluenza di un interesse personale per il mondo delle arti visive e del percorso di studi magistrale intrapreso. Essa si propone di esplorare il concetto di "female gaze" o sguardo femminile nel contesto cinematografico e televisivo contemporaneo, focalizzandosi sugli sguardi autoriali di due figure di spicco: Greta Gerwig e Phoebe Waller-Bridge. Attraverso un breve studio storico-concettuale delle teorie femministe nel mondo cinematografico, si giunge a definire il female gaze e il suo significato nel contesto attuale. L'analisi delle opere di Gerwig e Waller-Bridge mette in luce le diverse e convergenti prospettive che offrono sul tema della femminilità, della rappresentazione di genere e della narrazione sul piccolo e grande schermo.
Il primo capitolo traccia un percorso storico del concetto di sguardo femminile nel cinema, dalle sue origini dopo la teorizzazione del male gaze di Laura Mulvey negli anni ’70, all’evoluzione odierna.
Si analizza come il "male gaze" (lo sguardo maschile) dominante abbia tradizionalmente oggettivato e sessualizzato il corpo femminile sullo schermo, relegando le donne a ruoli passivi e rendendole identità dimezzate, alle quali viene negata la pienezza della realtà, quella reale e femminile. Si indaga poi l'emergere di una risposta femminista nel cinema, con la nascita di autrici e registe che hanno iniziato a sovvertire queste dinamiche di potere e a proporre nuove rappresentazioni della femminilità.
Nel secondo capitolo vengono analizzate le opere di Greta Gerwig, tra cui il suo primo lungometraggio da regista e sceneggiatrice "Ladybird" (2017), che narra la complessa relazione tra una giovane donna e la madre; la reinterpretazione del classico romanzo di Louisa May Alcott "Piccole Donne" (2019); e il successo di "Barbie" (2024), tentativo di offrire una nuova prospettiva di un'icona. Si evidenzia come il suo sguardo cinematografico, caratterizzato da una forte enfasi sull'interiorità femminile, l'amicizia e le relazioni tra donne, offra una rappresentazione autentica e complessa delle protagoniste, donne indipendenti, ambiziose e con aspirazioni.
Il terzo capitolo esplora lo sguardo autoriale di Phoebe Waller-Bridge e l'opera considerata è la pluripremiata serie televisiva
"Fleabag" (2016-2019). Si analizza come la serie, attraverso l'umorismo e l'autoironia, proponga una cruda rappresentazione della femminilità contemporanea, con tutte le sue contraddizioni e complessità. Con la creazione e l'interpretazione della protagonista Fleabag, Waller-Bridge rompe le convenzioni narrative tradizionali e offre una nuova prospettiva sull'identità femminile alle prese con la ricerca di sé e le relazioni con gli altri all'interno della nostra società. L'ultima parte della tesi mette a confronto i due sguardi autoriali e si analizza come entrambe le autrici, pur utilizzando stili, approcci e generi differenti, contribuiscano a definire un nuovo concetto di female gaze e nuove prospettive narrative nel contesto contemporaneo che riflettono la realtà delle donne di oggi.
Il primo capitolo traccia un percorso storico del concetto di sguardo femminile nel cinema, dalle sue origini dopo la teorizzazione del male gaze di Laura Mulvey negli anni ’70, all’evoluzione odierna.
Si analizza come il "male gaze" (lo sguardo maschile) dominante abbia tradizionalmente oggettivato e sessualizzato il corpo femminile sullo schermo, relegando le donne a ruoli passivi e rendendole identità dimezzate, alle quali viene negata la pienezza della realtà, quella reale e femminile. Si indaga poi l'emergere di una risposta femminista nel cinema, con la nascita di autrici e registe che hanno iniziato a sovvertire queste dinamiche di potere e a proporre nuove rappresentazioni della femminilità.
Nel secondo capitolo vengono analizzate le opere di Greta Gerwig, tra cui il suo primo lungometraggio da regista e sceneggiatrice "Ladybird" (2017), che narra la complessa relazione tra una giovane donna e la madre; la reinterpretazione del classico romanzo di Louisa May Alcott "Piccole Donne" (2019); e il successo di "Barbie" (2024), tentativo di offrire una nuova prospettiva di un'icona. Si evidenzia come il suo sguardo cinematografico, caratterizzato da una forte enfasi sull'interiorità femminile, l'amicizia e le relazioni tra donne, offra una rappresentazione autentica e complessa delle protagoniste, donne indipendenti, ambiziose e con aspirazioni.
Il terzo capitolo esplora lo sguardo autoriale di Phoebe Waller-Bridge e l'opera considerata è la pluripremiata serie televisiva
"Fleabag" (2016-2019). Si analizza come la serie, attraverso l'umorismo e l'autoironia, proponga una cruda rappresentazione della femminilità contemporanea, con tutte le sue contraddizioni e complessità. Con la creazione e l'interpretazione della protagonista Fleabag, Waller-Bridge rompe le convenzioni narrative tradizionali e offre una nuova prospettiva sull'identità femminile alle prese con la ricerca di sé e le relazioni con gli altri all'interno della nostra società. L'ultima parte della tesi mette a confronto i due sguardi autoriali e si analizza come entrambe le autrici, pur utilizzando stili, approcci e generi differenti, contribuiscano a definire un nuovo concetto di female gaze e nuove prospettive narrative nel contesto contemporaneo che riflettono la realtà delle donne di oggi.
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