Tesi etd-10072025-163454 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ARENELLA, SARA
URN
etd-10072025-163454
Titolo
Il serpente nella tradizione religiosa: un viaggio tra miti, medicina e ereditá spirituale
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ORIENTALISTICA: EGITTO, VICINO E MEDIO ORIENTE
Relatori
relatore Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
- divinitá egizie
- medicina egizia
- religioni
- ritualistica contemporanea
- serpente
- theriaká
Data inizio appello
07/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/11/2095
Riassunto
Il serpente ha assunto, dalle origini, per le culture di tutto il mondo, un ruolo molto significativo.
La sua figura è stata sempre soggetta all'idea di dualità, nonché circondata da una concezione positiva e negativa dell'animale, che lo riconosceva come protettore e al tempo stesso come essere pericoloso e mortale.
Macchiato da significati molteplici ma allo stesso tempo contrastanti, quella del serpente costituisce una delle figure iniziali più antiche presenti nelle mitologie, con capacità e significato che variano a seconda del contesto culturale e religioso su cui ci si sofferma.
Da qui nasce l’idea chiave di questo primo capitolo di introdurre la figura del serpente attraverso quello che può essere definito “l'immaginario religioso dei popoli antichi”, considerando sotto analisi introduttiva, alcune delle principali culture, suddivise per territorio, facendo riferimento al continente attuale di appartenenza, con uno sguardo rivolto alla mitologia propria dei popoli che un tempo rivestivano quei territori, dando inizio ad un vero e proprio viaggio attraverso il culto di questo animale, con lo scopo di presentare, in parte, la sua figura e il ruolo da lui ricoperto in ciascun continente.
La sua figura, è riuscita a farsi spazio nei racconti dei popoli di tutto il mondo grazie alle sue principali caratteristiche, per cui non è mai passata inosservata, e grazie alle quali è stata accerchiata per secoli da miti e leggende, che col passare del tempo, sono cresciute con essa, cospargendola con un velo di magia e mistero talmente forte che persiste anche ai giorni nostri.
Si venera ciò di cui si ha paura e si comprende poco, dall’inizio dei tempi, ciò che risulta affascinante ma pericoloso, a cui è difficile trovare una spiegazione repentina e scientifica.
Il serpente, infatti, con le sue capacità fisiche è riuscito a incantare e a prendere parte alla storia delle religioni di intere popolazioni.
Da sempre visto come un essere appartenente più al regno dell’oltretomba che a quello dei vivi, la prima caratteristica che non passò inosservata e ne fece un essere considerato immortale, fu quella del cambiamento periodico della muta, per cui fu, in seguito, all’interno del racconto mitologico e letterario, riconosciuto come simbolo di rinascita e rinnovamento.
Altra caratteristica di questo rettile, fu la sua forma circolare, che per la maggior parte dei popoli cominciò ad essere un richiamo al simbolo dell’eternità, della morte e della rinascita, nonché del ciclo della vita.
Da qui, nacque, il nominativo di “Ouroboros”[Fig.1], con la rappresentazione del serpente che, nel cercare di mangiarsi la coda, crea un circolo .
Le prime forme artistiche relative all’uroboro sono risalenti al 5000-3000 a.C. circa, il cui tema proliferò in Egitto e si diffuse, successivamente, nel mondo classico durante il periodo ellenistico, destinato, così, a segnare la storia delle culture di tutto il mondo.
La nostra analisi conoscitiva del serpente attraverso i popoli, inizierà nel continente Africano, per farsi strada tra le culture del continente europeo e asiatico, arrivando in Oceania attraverso le popolazioni aborigene per terminare con le due Americhe. Un’indagine maggiore è stata affrontata in merito al serpente nella religione e nella cultura del popolo dell’Antico Egitto, con lo scopo di improntare la ricerca su una base egittologica.
I dati riguarderanno fattori appartenenti ad una linea temporale che parte dal periodo Protodinastico fino al termine dell’età Tolemaica, rispettivamente dal 3150 a.C circa al 30 a.C con la morte di Cleopatra.
Dalle ricerche precedenti, è stato possibile ricavare informazioni utili per delineare il contorno della figura del serpente nello schema religioso delle maggiori culture di tutto il mondo, in cui sono emerse le sue principali peculiarità; simbolicamente legato alla guarigione quanto all’eternità, alla saggezza e alla supremazia, ma anche all’astuzia e al pericolo.
Il compito di questo secondo capitolo è quello di far emergere il ruolo e le caratteristiche del serpente nell’ambito religioso di un territorio maggiormente circoscritto, servendomi della tradizione mitologica col fine di estrapolarne le maggiori caratteristiche.
A titolo introduttivo, il serpente nell’Antico Egitto racchiude molteplici caratteristiche, alcune delle quali tanto contrastanti tra di loro da renderlo una figura prettamente duale; il simbolo di protezione e rinascita, al contempo diventa fautore del caos, un fattore decisamente negativo, ma necessario a mantenere l’equilibrio universale.
La sua figura è stata sempre soggetta all'idea di dualità, nonché circondata da una concezione positiva e negativa dell'animale, che lo riconosceva come protettore e al tempo stesso come essere pericoloso e mortale.
Macchiato da significati molteplici ma allo stesso tempo contrastanti, quella del serpente costituisce una delle figure iniziali più antiche presenti nelle mitologie, con capacità e significato che variano a seconda del contesto culturale e religioso su cui ci si sofferma.
Da qui nasce l’idea chiave di questo primo capitolo di introdurre la figura del serpente attraverso quello che può essere definito “l'immaginario religioso dei popoli antichi”, considerando sotto analisi introduttiva, alcune delle principali culture, suddivise per territorio, facendo riferimento al continente attuale di appartenenza, con uno sguardo rivolto alla mitologia propria dei popoli che un tempo rivestivano quei territori, dando inizio ad un vero e proprio viaggio attraverso il culto di questo animale, con lo scopo di presentare, in parte, la sua figura e il ruolo da lui ricoperto in ciascun continente.
La sua figura, è riuscita a farsi spazio nei racconti dei popoli di tutto il mondo grazie alle sue principali caratteristiche, per cui non è mai passata inosservata, e grazie alle quali è stata accerchiata per secoli da miti e leggende, che col passare del tempo, sono cresciute con essa, cospargendola con un velo di magia e mistero talmente forte che persiste anche ai giorni nostri.
Si venera ciò di cui si ha paura e si comprende poco, dall’inizio dei tempi, ciò che risulta affascinante ma pericoloso, a cui è difficile trovare una spiegazione repentina e scientifica.
Il serpente, infatti, con le sue capacità fisiche è riuscito a incantare e a prendere parte alla storia delle religioni di intere popolazioni.
Da sempre visto come un essere appartenente più al regno dell’oltretomba che a quello dei vivi, la prima caratteristica che non passò inosservata e ne fece un essere considerato immortale, fu quella del cambiamento periodico della muta, per cui fu, in seguito, all’interno del racconto mitologico e letterario, riconosciuto come simbolo di rinascita e rinnovamento.
Altra caratteristica di questo rettile, fu la sua forma circolare, che per la maggior parte dei popoli cominciò ad essere un richiamo al simbolo dell’eternità, della morte e della rinascita, nonché del ciclo della vita.
Da qui, nacque, il nominativo di “Ouroboros”[Fig.1], con la rappresentazione del serpente che, nel cercare di mangiarsi la coda, crea un circolo .
Le prime forme artistiche relative all’uroboro sono risalenti al 5000-3000 a.C. circa, il cui tema proliferò in Egitto e si diffuse, successivamente, nel mondo classico durante il periodo ellenistico, destinato, così, a segnare la storia delle culture di tutto il mondo.
La nostra analisi conoscitiva del serpente attraverso i popoli, inizierà nel continente Africano, per farsi strada tra le culture del continente europeo e asiatico, arrivando in Oceania attraverso le popolazioni aborigene per terminare con le due Americhe. Un’indagine maggiore è stata affrontata in merito al serpente nella religione e nella cultura del popolo dell’Antico Egitto, con lo scopo di improntare la ricerca su una base egittologica.
I dati riguarderanno fattori appartenenti ad una linea temporale che parte dal periodo Protodinastico fino al termine dell’età Tolemaica, rispettivamente dal 3150 a.C circa al 30 a.C con la morte di Cleopatra.
Dalle ricerche precedenti, è stato possibile ricavare informazioni utili per delineare il contorno della figura del serpente nello schema religioso delle maggiori culture di tutto il mondo, in cui sono emerse le sue principali peculiarità; simbolicamente legato alla guarigione quanto all’eternità, alla saggezza e alla supremazia, ma anche all’astuzia e al pericolo.
Il compito di questo secondo capitolo è quello di far emergere il ruolo e le caratteristiche del serpente nell’ambito religioso di un territorio maggiormente circoscritto, servendomi della tradizione mitologica col fine di estrapolarne le maggiori caratteristiche.
A titolo introduttivo, il serpente nell’Antico Egitto racchiude molteplici caratteristiche, alcune delle quali tanto contrastanti tra di loro da renderlo una figura prettamente duale; il simbolo di protezione e rinascita, al contempo diventa fautore del caos, un fattore decisamente negativo, ma necessario a mantenere l’equilibrio universale.
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