Tesi etd-10072025-094303 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
TORACCA, TOMMASO
URN
etd-10072025-094303
Titolo
Recidiva della glomerulonefrite di Berger su rene trapiantato: esperienza pisana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Panichi, Vincenzo
correlatore Giannese, Domenico
correlatore Giannese, Domenico
Parole chiave
- glomerulonefrite
- glomerulonephritis
- IgA
- IgA nephropathy (IgAN)
- nefropatia da IgA (IgAN)
- recidiva
- recurrence
Data inizio appello
28/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
La nefropatia da IgA (IgAN) è la glomerulonefrite primaria più comune e rappresenta una delle principali cause di insufficienza renale terminale, spesso richiedendo il trapianto renale come terapia definitiva. Tuttavia, la recidiva della malattia sul rene trapiantato costituisce una complicanza rilevante, con incidenza riportata tra il 9% e il 53% a seconda delle casistiche e delle metodologie diagnostiche adottate. La recidiva può presentarsi come semplice riscontro istologico o manifestarsi clinicamente con proteinuria, microematuria e progressivo deterioramento della funzione renale.
Dal punto di vista fisiopatologico, la recidiva riflette la persistenza del disordine immunitario sistemico tipico della IgAN nativa, caratterizzato dalla produzione di IgA1 galattosio-carenti, dalla formazione di immunocomplessi e dall’attivazione del complemento, che nel contesto del trapianto interagiscono con i fenomeni di alloinfiammazione. La biopsia renale rimane essenziale per la diagnosi, consentendo la distinzione da rigetto e da altre nefropatie del graft.
Lo studio retrospettivo condotto presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana ha analizzato 43 pazienti trapiantati tra il 2010 e il 2024 con nefropatia da IgA come malattia di base. L’obiettivo era valutare la frequenza di recidiva e i fattori di rischio associati. La recidiva è comparsa in media dopo 64 mesi dal trapianto, in linea con i dati internazionali. Non sono emerse associazioni statisticamente significative con età, sesso, tipo o grado di consanguineità del donatore. Tuttavia, i pazienti che hanno sviluppato recidiva presentavano valori più elevati di creatininemia e proteinuria già a un anno dal trapianto, suggerendo la possibilità di marker precoci di ripresa della malattia.
L’analisi multivariata non ha identificato fattori indipendenti predittivi, confermando la complessità patogenetica e la variabilità individuale della recidiva, influenzata da fattori genetici, immunologici e ambientali. In conclusione, la recidiva della nefropatia da IgA nel rene trapiantato rappresenta un evento clinicamente rilevante ma difficilmente prevedibile. I risultati dello studio sottolineano la necessità di follow-up personalizzati e monitoraggio precoce di proteinuria e funzione renale, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione a lungo termine del paziente trapiantato.
IgA nephropathy (IgAN) is the most common primary glomerulonephritis and one of the leading causes of end-stage renal disease, often requiring kidney transplantation as the only definitive treatment. However, recurrence of the disease in the transplanted kidney is a significant complication, with an incidence ranging from 9% to 53%, depending on study design and diagnostic criteria. Recurrence may appear as an isolated histological finding or manifest clinically with proteinuria, microhematuria, and progressive renal function decline.
From a pathophysiological perspective, recurrence reflects the persistence of the systemic immune disorder underlying native IgAN, characterized by the production of galactose-deficient IgA1, formation of immune complexes, and complement activation, which interact with alloimmune inflammation in the transplant setting. Kidney biopsy remains essential for diagnosis, allowing differentiation from rejection and other graft-related nephropathies.
This retrospective study, conducted at the Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, analyzed 43 kidney transplant recipients (2010–2024) whose underlying renal disease was IgA nephropathy. The aim was to assess the frequency of recurrence and identify potential risk factors. Recurrence occurred on average 64 months post-transplant, consistent with international data. No statistically significant associations were found with age, sex, donor type, or degree of kinship. However, patients who developed recurrence showed higher serum creatinine and proteinuria levels one year after transplantation, suggesting early markers of disease reactivation.
Multivariate analysis did not identify independent predictive factors, confirming the complex and multifactorial nature of recurrence, influenced by genetic, immunologic, and environmental components. In conclusion, IgA nephropathy recurrence in the transplanted kidney is clinically relevant but difficult to predict. These findings emphasize the need for personalized follow-up and early monitoring of proteinuria and renal function to optimize long-term graft outcomes.
Dal punto di vista fisiopatologico, la recidiva riflette la persistenza del disordine immunitario sistemico tipico della IgAN nativa, caratterizzato dalla produzione di IgA1 galattosio-carenti, dalla formazione di immunocomplessi e dall’attivazione del complemento, che nel contesto del trapianto interagiscono con i fenomeni di alloinfiammazione. La biopsia renale rimane essenziale per la diagnosi, consentendo la distinzione da rigetto e da altre nefropatie del graft.
Lo studio retrospettivo condotto presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana ha analizzato 43 pazienti trapiantati tra il 2010 e il 2024 con nefropatia da IgA come malattia di base. L’obiettivo era valutare la frequenza di recidiva e i fattori di rischio associati. La recidiva è comparsa in media dopo 64 mesi dal trapianto, in linea con i dati internazionali. Non sono emerse associazioni statisticamente significative con età, sesso, tipo o grado di consanguineità del donatore. Tuttavia, i pazienti che hanno sviluppato recidiva presentavano valori più elevati di creatininemia e proteinuria già a un anno dal trapianto, suggerendo la possibilità di marker precoci di ripresa della malattia.
L’analisi multivariata non ha identificato fattori indipendenti predittivi, confermando la complessità patogenetica e la variabilità individuale della recidiva, influenzata da fattori genetici, immunologici e ambientali. In conclusione, la recidiva della nefropatia da IgA nel rene trapiantato rappresenta un evento clinicamente rilevante ma difficilmente prevedibile. I risultati dello studio sottolineano la necessità di follow-up personalizzati e monitoraggio precoce di proteinuria e funzione renale, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione a lungo termine del paziente trapiantato.
IgA nephropathy (IgAN) is the most common primary glomerulonephritis and one of the leading causes of end-stage renal disease, often requiring kidney transplantation as the only definitive treatment. However, recurrence of the disease in the transplanted kidney is a significant complication, with an incidence ranging from 9% to 53%, depending on study design and diagnostic criteria. Recurrence may appear as an isolated histological finding or manifest clinically with proteinuria, microhematuria, and progressive renal function decline.
From a pathophysiological perspective, recurrence reflects the persistence of the systemic immune disorder underlying native IgAN, characterized by the production of galactose-deficient IgA1, formation of immune complexes, and complement activation, which interact with alloimmune inflammation in the transplant setting. Kidney biopsy remains essential for diagnosis, allowing differentiation from rejection and other graft-related nephropathies.
This retrospective study, conducted at the Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, analyzed 43 kidney transplant recipients (2010–2024) whose underlying renal disease was IgA nephropathy. The aim was to assess the frequency of recurrence and identify potential risk factors. Recurrence occurred on average 64 months post-transplant, consistent with international data. No statistically significant associations were found with age, sex, donor type, or degree of kinship. However, patients who developed recurrence showed higher serum creatinine and proteinuria levels one year after transplantation, suggesting early markers of disease reactivation.
Multivariate analysis did not identify independent predictive factors, confirming the complex and multifactorial nature of recurrence, influenced by genetic, immunologic, and environmental components. In conclusion, IgA nephropathy recurrence in the transplanted kidney is clinically relevant but difficult to predict. These findings emphasize the need for personalized follow-up and early monitoring of proteinuria and renal function to optimize long-term graft outcomes.
File
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| TESI_TOR...MMASO.pdf | 663.94 Kb |
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