Tesi etd-10072024-111853 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MAIO, EUGENIO
URN
etd-10072024-111853
Titolo
Studio del grasso epicardico e parametri di rigidità arteriosa in una popolazione di pazienti ipertesi.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
Parole chiave
- Arterial Stiffness.
- cf-PWV
- EAT
- Grasso Epicardico
- Ipertensione Arteriosa
- Rigidità Arteriosa
Data inizio appello
29/10/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
La pressione che il sangue esercita sull’albero vascolare arterioso (PA) è un parametro di grande importanza pratica, dal momento che caratterizza lo stesso fluido a partire dall'aorta ascendente fino ai tessuti periferici. Quando questo parametro, misurato arbitrariamente a livello dell’arteria brachiale, supera persistentemente quei valori soglia associati ad un incremento della mortalità si parla di ipertensione arteriosa, responsabile di oltre 9 milioni di morti l’anno per via delle sue complicanze.
Un fattore importante nella patogenesi dell’ipertensione è rappresentato dalla rigidità arteriosa, che si configura sia come complicanza dell’ipertensione che come elemento fisiopatologico alla base di questa. La rigidità arteriosa si sviluppa come conseguenza di alterazioni strutturali nelle grandi arterie, in particolare nelle arterie elastiche.
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di esplorare la relazione tra la rigidità arteriosa (cf-PWV) e alcuni biomarcatori di adiposità, quali il BMI e il grasso epicardico (EAT) mediante risonanza magnetica cardiovascolare (CMR), in soggetti ipertesi.
La tesi si basa su uno studio multicentrico retrospettivo in cui abbiamo analizzato i dati di 205 pazienti affetti da ipertensione arteriosa. Questi sono stati sottoposti a misurazione della cf-PWV, rilevazioni antropometriche, BMI e EAT in una singola visita giornaliera. L’EAT è stato misurato per mezzo della Risonanza Magnetica Cardiaca (CMR) CINE a quattro camere. Sono stati sviluppati modelli di regressione lineare per valutare l'associazione tra i biomarcatori dell'adiposità e la cf-PWV. I modelli sono stati corretti per la pressione arteriosa ed età.
Nell’analisi sono stati inclusi soggetti di mezza età, nella fattispecie 43 ± 13 anni. Di questi il 35% era rappresentato da donne. Maschi e femmine presentavano un'età comparabile, una pressione arteriosa simile, una durata dell'ipertensione analoga; un indice di massa corporea (BMI) e una velocità dell'onda di polso carotido-femorale (cf-PWV) simili. I valori di cf-PWV sono risultati di 10,3 ± 2,8 m/s nelle donne, rispetto a 9,8 ± 2,7 m/s negli uomini (P=0,8). Le donne presentavano un EAT inferiore rispetto agli uomini: 7,7 cm² contro 9 cm², P<0,01. Nell'intera popolazione è stata rilevata una correlazione significativa tra cf-PWV e le misurazioni di adiposità, con P<0,05. Dopo la stratificazione per sesso e l'aggiustamento per pressione arteriosa ed età è emerso che BMI ed EAT erano positivamente associati a cf-PWV negli uomini, ma non nelle donne (P<0,05 per tutti).
Dal nostro studio si evince che la composizione corporea, dunque il grasso viscerale che comprende anche l’EAT, sono correlati con la rigidità arteriosa negli uomini, ma non nelle donne in premenopausa con ipertensione. Ciò conferma che fattori come gli ormoni sessuali proteggono le donne in età fertile dagli effetti negativi del grasso viscerale sulle arterie.
Un fattore importante nella patogenesi dell’ipertensione è rappresentato dalla rigidità arteriosa, che si configura sia come complicanza dell’ipertensione che come elemento fisiopatologico alla base di questa. La rigidità arteriosa si sviluppa come conseguenza di alterazioni strutturali nelle grandi arterie, in particolare nelle arterie elastiche.
L’obiettivo del nostro studio è stato quello di esplorare la relazione tra la rigidità arteriosa (cf-PWV) e alcuni biomarcatori di adiposità, quali il BMI e il grasso epicardico (EAT) mediante risonanza magnetica cardiovascolare (CMR), in soggetti ipertesi.
La tesi si basa su uno studio multicentrico retrospettivo in cui abbiamo analizzato i dati di 205 pazienti affetti da ipertensione arteriosa. Questi sono stati sottoposti a misurazione della cf-PWV, rilevazioni antropometriche, BMI e EAT in una singola visita giornaliera. L’EAT è stato misurato per mezzo della Risonanza Magnetica Cardiaca (CMR) CINE a quattro camere. Sono stati sviluppati modelli di regressione lineare per valutare l'associazione tra i biomarcatori dell'adiposità e la cf-PWV. I modelli sono stati corretti per la pressione arteriosa ed età.
Nell’analisi sono stati inclusi soggetti di mezza età, nella fattispecie 43 ± 13 anni. Di questi il 35% era rappresentato da donne. Maschi e femmine presentavano un'età comparabile, una pressione arteriosa simile, una durata dell'ipertensione analoga; un indice di massa corporea (BMI) e una velocità dell'onda di polso carotido-femorale (cf-PWV) simili. I valori di cf-PWV sono risultati di 10,3 ± 2,8 m/s nelle donne, rispetto a 9,8 ± 2,7 m/s negli uomini (P=0,8). Le donne presentavano un EAT inferiore rispetto agli uomini: 7,7 cm² contro 9 cm², P<0,01. Nell'intera popolazione è stata rilevata una correlazione significativa tra cf-PWV e le misurazioni di adiposità, con P<0,05. Dopo la stratificazione per sesso e l'aggiustamento per pressione arteriosa ed età è emerso che BMI ed EAT erano positivamente associati a cf-PWV negli uomini, ma non nelle donne (P<0,05 per tutti).
Dal nostro studio si evince che la composizione corporea, dunque il grasso viscerale che comprende anche l’EAT, sono correlati con la rigidità arteriosa negli uomini, ma non nelle donne in premenopausa con ipertensione. Ciò conferma che fattori come gli ormoni sessuali proteggono le donne in età fertile dagli effetti negativi del grasso viscerale sulle arterie.
File
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