• peng block
• analgesia

Attualmente l’intervento di protesi d’anca è uno degli interventi protesici più comuni in tutto il mondo e viene eseguito al fine di migliorare la mobilità e la qualità della vita dei pazienti affetti da dolore all’anca.
Essendo una procedura associata a significativo dolore postoperatorio, un efficace trattamento antalgico dei pazienti che vi si sottopongono potrebbe permettere, oltre all’aumento della soddisfazione e del benessere degli operandi nel periodo postoperatorio, una precoce riabilitazione fisioterapica nonché una riduzione dei tempi di prima mobilizzazione e dei tempi di degenza ospedaliera.
Non è stato ancora identificato un approccio di facile esecuzione e scevro di importanti effetti collaterali, quali ad esempio il blocco motorio prolungato.
L’ottimizzazione dunque della gestione anestesiologica dei pazienti sottoposti al suddetto intervento, implementando una tecnica antalgica sicura, opioid-free e di facile esecuzione è una vera sfida per gli anestesisti. Per questo motivo risulta essenziale un approccio analgesico multimodale nel quale le tecniche locoregionali rappresentano un pilastro sempre più importante.
Il PENG block, primariamente descritto ed applicato nei pazienti con frattura di femore, vede aumentare le sue applicazioni e viene attualmente utilizzato come blocco antalgico in molte procedure riguardanti la regione dell’anca, come nell’intervento di protesizzazione di questa.
Si tratta di un blocco ecoguidato che ha l’obiettivo di bloccare le branche nervose articolari sensitive dei nervi femorale, otturatorio ed otturatorio accessorio che innervano la capsula anteriore dell’anca, proponendosi come un blocco puramente sensitivo.
L’ambizione del presente lavoro pertanto è quella di valutare il ruolo del PENG block sulla riduzione del dolore postoperatorio e del consumo di oppiodi nei pazienti sottoposti ad intervento di protesi d’anca eseguito per via anteriore.