Tesi etd-10052025-225557 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANI, FRANCESCO
URN
etd-10052025-225557
Titolo
L'abuso di posizione dominante da parte delle piattaforme web
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
COMUNICAZIONE D'IMPRESA E POLITICA DELLE RISORSE UMANE
Relatori
relatore Mangani, Andrea
Parole chiave
- antitrust
- economia dei media
- mercato a due versanti
- posizione dominante
Data inizio appello
20/10/2025
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le piattaforme web operano in assetti di mercato tendenzialmente oligopolistici, assumendo un ruolo infrastrutturale: non si limitano a intermediare, ma definiscono regole di accesso, criteri di visibilità e modalità di utilizzo. Questo potere discende dalla capacità dell’uso strategico dei dati, operando con un livello di controllo elevato dell'ambiente usando gli algoritmi come leva per il proprio potere orientando le decisioni degli utenti. In questo quadro si colloca il tema della tesi: l'abuso di posizione dominante, fenomeno particolarmente critico nei mercati digitali, rapidi e cumulativi, dove le pratiche escludenti producono effetti immediati e tendono a consolidarsi.
L'elaborato è articolato in tre capitoli. Il primo, di taglio economico, ricostruisce l’affermarsi del potere delle piattaforme a partire dalla trasformazione dei media e dalle caratteristiche strutturali dei mercati a due versanti, analizzando in particolare esternalità di rete,massa critica, ritorni di scala e lock-in degli utenti. Questi meccanismi chiariscono la tendenza alla concentrazione tipica del settore e la formazione di barriere all’entrata.
Il secondo capitolo si sposta sul piano giuridico, ripercorrendo i principi dell’antitrust e il suo sviluppo negli ordinamento statunitensi ed europeo, soffermandosi su quest’ultimo: principi, normativa (tra cui l’articolo 102 TFUE) e i limiti dell’enforcement ex post nei mercati digitali. Da qui, l’unione europea ha sviluppato una regolazione ex ante, il Digital Markets Act (DMA), che mira alla prevenzione imponendo obblighi e divieti preventivi.
Infine, il terzo capitolo analizza due casi concreti: Google Shopping, concluso dalla Commissione nel 2017, che esamina la rilevanza delle pratiche auto-preferenziali e la costruzione di una nuova categoria di abuso in ambito digitale, nonchè la lentezza del procedimento; e Facebook Marketplace, concluso nel 2024, che evidenzia un approccio più ampio della Commissione in un contesto con il DMA già in vigore, affrontando categorie classiche di abuso.
Dall’analisi comparata emerge che la sola applicazione classica ex post dell’art. 102 TFUE risulta insufficiente a garantire un effettivo rispetto delle condizioni di concorrenza nei mercati digitali. L’efficacia complessiva richiede tempestività negli interventi, così come rigore applicativo, al fine di garantire ai nuovi entranti e agli operatori consolidati effettivi spazi di competizione. L’Unione europa si pone all’avanguardia con una legislazione specifica del settore; dove in prospettiva conterà, il coordinamento internazionale tra le autorità per evitare asimmetrie regolatorie e garantire mercati digitali aperti, competitivi e realmente contendibili.
In conclusione, la tutela della concorrenza nei mercati digitali richiede un mix di strumenti: il solo approccio ex post è insufficiente e va integrato con regole ex ante per assicurare mercati realmente competitivi e innovativi, nell’interesse di imprese e consumatori per garantire loro massimo benessere.
L'elaborato è articolato in tre capitoli. Il primo, di taglio economico, ricostruisce l’affermarsi del potere delle piattaforme a partire dalla trasformazione dei media e dalle caratteristiche strutturali dei mercati a due versanti, analizzando in particolare esternalità di rete,massa critica, ritorni di scala e lock-in degli utenti. Questi meccanismi chiariscono la tendenza alla concentrazione tipica del settore e la formazione di barriere all’entrata.
Il secondo capitolo si sposta sul piano giuridico, ripercorrendo i principi dell’antitrust e il suo sviluppo negli ordinamento statunitensi ed europeo, soffermandosi su quest’ultimo: principi, normativa (tra cui l’articolo 102 TFUE) e i limiti dell’enforcement ex post nei mercati digitali. Da qui, l’unione europea ha sviluppato una regolazione ex ante, il Digital Markets Act (DMA), che mira alla prevenzione imponendo obblighi e divieti preventivi.
Infine, il terzo capitolo analizza due casi concreti: Google Shopping, concluso dalla Commissione nel 2017, che esamina la rilevanza delle pratiche auto-preferenziali e la costruzione di una nuova categoria di abuso in ambito digitale, nonchè la lentezza del procedimento; e Facebook Marketplace, concluso nel 2024, che evidenzia un approccio più ampio della Commissione in un contesto con il DMA già in vigore, affrontando categorie classiche di abuso.
Dall’analisi comparata emerge che la sola applicazione classica ex post dell’art. 102 TFUE risulta insufficiente a garantire un effettivo rispetto delle condizioni di concorrenza nei mercati digitali. L’efficacia complessiva richiede tempestività negli interventi, così come rigore applicativo, al fine di garantire ai nuovi entranti e agli operatori consolidati effettivi spazi di competizione. L’Unione europa si pone all’avanguardia con una legislazione specifica del settore; dove in prospettiva conterà, il coordinamento internazionale tra le autorità per evitare asimmetrie regolatorie e garantire mercati digitali aperti, competitivi e realmente contendibili.
In conclusione, la tutela della concorrenza nei mercati digitali richiede un mix di strumenti: il solo approccio ex post è insufficiente e va integrato con regole ex ante per assicurare mercati realmente competitivi e innovativi, nell’interesse di imprese e consumatori per garantire loro massimo benessere.
File
| Nome file | Dimensione |
|---|---|
| TESI_San...itiva.pdf | 777.08 Kb |
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