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L’ottimizzazione di forma è un aspetto che da sempre interessa tutti i campi della progettazione. Con il termine “ottimizzazione di forma” si indica il generico tentativo di identificare la configurazione di una struttura ritenuta migliore rispetto a tutte le altre in base ad un certo criterio, da definire a priori.
Da tempi relativamente recenti stanno andandosi diffondendo delle tecniche che, combinate all’analisi FEM, consentono di gestire in maniera automatica il processo d’ottimizzazione, processo inevitabilmente caratterizzato da una forte natura iterativa.
Lo studio che la presente tesi si prefigge di riassumere nasce dalla volontà della Ferrari settore Formula 1 di valutare l’effettiva potenzialità di tali tecniche. È stato infatti richiesto dall’azienda di testare i moduli di ottimizzazione presenti nel programma Ansys, uno dei programmi ad elementi finiti più diffusi in commercio, con particolare riferimento ad un caso applicativo ad un componente della sospensione anteriore della vettura, il camber plate.
Si premette che, al contrario di ciò che può apparire dalla modalità d’esposizione adottata, lo sviluppo dell’oggetto ottimizzato è stato condotto seguendo una procedura non strettamente sequenziale. Infatti, le informazioni acquisite ad ogni nuova fase dello studio hanno spesso motivato il riesame dello stadio precedente, ed ogni attività si è così sovrapposta alle altre. La presenza di questi legami, che rispecchiano l’incerta evoluzione che caratterizza lo sviluppo di un qualsiasi prodotto, ha reso non sempre semplice il conseguimento degli obiettivi, richiedendo numerose ma talvolta proficue iterazioni.