Tesi etd-10042021-114124 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
RUBINI, GIANLUCA
URN
etd-10042021-114124
Titolo
Il Difetto del Setto Atriale tipo Ostium Secundum in Pediatria: Iter Diagnostico e Opzioni Terapeutiche. Esperienza dell'Ospedale del Cuore di Massa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Peroni, Diego
correlatore Dott.ssa Assanta, Nadia
correlatore Dott.ssa Assanta, Nadia
Parole chiave
- atrial septal defect
- cardiologia pediatrica
- cardiopatie congenite
- difetto del setto atriale
- difetto interatriale
- pediatria
Data inizio appello
26/10/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/10/2024
Riassunto
Il difetto del setto atriale rappresenta una delle cardiopatie congenite più frequenti. Esso è costituito da una anomala comunicazione tra l’atrio sinistro e l’atrio destro, che si realizza a livello del setto interatriale. Esistono vari tipi di difetto ma il più frequente in assoluto è il DIA tipo ostium secundum.
La caratteristica principale di questa cardiopatia è la presenza di uno shunt sinistro – destro, che quando di grande entità genera dilatazione delle sezioni destre del cuore e sovraccarico emodinamico nel circolo polmonare.
Si tratta di una condizione patologica frequentemente asintomatica, sospettata dal medico mediante il riscontro di un soffio cardiaco o di un altro reperto cardiologico anomalo, la cui diagnosi viene solitamente effettuata attraverso l’ecocardiografia.
La strategia terapeutica prevede come opzione principale la chiusura del difetto, che può essere realizzata mediante un intervento chirurgico o tramite una procedura emodinamica.
Lo scopo di questa tesi è confrontare la chiusura chirurgica e quella emodinamica in età pediatrica dei DIA tipo ostium secundum.
Sono stati arruolati per lo studio pazienti di ambo i sessi e di età inferiore a 18 anni, con diagnosi principale di difetto del setto atriale tipo Ostium Secundum, afferiti nel periodo 01/01/2017 – 31/12/2020 presso l’Ospedale del Cuore di Massa della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.
Il campione analizzato è risultato essere di 134 pazienti, di cui 33 andati incontro ad intervento chirurgico e 101 sottoposti a procedura emodinamica.
L’analisi ha messo in luce come l’età media – e di conseguenza il peso ed il BSA – sia significativamente inferiore nella popolazione chirurgica. Il diametro del difetto, sempre nella popolazione chirurgica, è risultato invece essere statisticamente maggiore.
I risultati dello studio hanno inoltre riflettuto la tendenza all’uso ormai prevalente della tecnica percutanea, che ha relegato l’uso della tecnica chirurgica a casi selezionati di pazienti piccoli con difetti di grandi dimensioni.
La caratteristica principale di questa cardiopatia è la presenza di uno shunt sinistro – destro, che quando di grande entità genera dilatazione delle sezioni destre del cuore e sovraccarico emodinamico nel circolo polmonare.
Si tratta di una condizione patologica frequentemente asintomatica, sospettata dal medico mediante il riscontro di un soffio cardiaco o di un altro reperto cardiologico anomalo, la cui diagnosi viene solitamente effettuata attraverso l’ecocardiografia.
La strategia terapeutica prevede come opzione principale la chiusura del difetto, che può essere realizzata mediante un intervento chirurgico o tramite una procedura emodinamica.
Lo scopo di questa tesi è confrontare la chiusura chirurgica e quella emodinamica in età pediatrica dei DIA tipo ostium secundum.
Sono stati arruolati per lo studio pazienti di ambo i sessi e di età inferiore a 18 anni, con diagnosi principale di difetto del setto atriale tipo Ostium Secundum, afferiti nel periodo 01/01/2017 – 31/12/2020 presso l’Ospedale del Cuore di Massa della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.
Il campione analizzato è risultato essere di 134 pazienti, di cui 33 andati incontro ad intervento chirurgico e 101 sottoposti a procedura emodinamica.
L’analisi ha messo in luce come l’età media – e di conseguenza il peso ed il BSA – sia significativamente inferiore nella popolazione chirurgica. Il diametro del difetto, sempre nella popolazione chirurgica, è risultato invece essere statisticamente maggiore.
I risultati dello studio hanno inoltre riflettuto la tendenza all’uso ormai prevalente della tecnica percutanea, che ha relegato l’uso della tecnica chirurgica a casi selezionati di pazienti piccoli con difetti di grandi dimensioni.
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