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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10022025-161358


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
QUARTARONE, IRENE
URN
etd-10022025-161358
Titolo
Doppio “ritratto” di famiglia: l’autocelebrazione di Federico Zuccari nel Palazzo sul Pincio e nella biografia figurata del fratello Taddeo.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Maffei, Sonia
Parole chiave
  • Federico Zuccari
Data inizio appello
07/11/2025
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/11/2028
Riassunto
Questa tesi analizza l'ambizioso e complesso progetto culturale con cui Federico Zuccari, figura chiave del tardo Manierismo, tentò di ridefinire il ruolo dell'artista nella società romana di fine Cinquecento. L'indagine si concentra su come Zuccari abbia orchestrato tre strumenti potentemente interconnessi – la sua dimora personale, un'istituzione formativa e un racconto biografico – per costruire e promuovere un'immagine inedita dell'artista: non più un semplice artigiano, ma un intellettuale, un teorico e un maestro di virtù. Queste iniziative non furono episodi slegati, ma le tessere di un unico mosaico, pensato per elevare lo status dell'intera categoria artistica.
La prima parte della ricerca è dedicata al Palazzo Zuccari sul Pincio, qui interpretato non come una semplice abitazione, ma come una vera e propria casa di un artista-intellettuale. L'analisi parte dalla sua singolare architettura, con il celebre mascherone d'ingresso che, con la sua bocca spalancata, sembra inghiottire lo spettatore, introducendolo in un mondo meraviglioso e all’apparenza inquietante. Una volta all'interno, gli affreschi delle sale del pianoterra svelano un percorso che Federico ha meticolosamente tracciato. Questo itinerario si snoda attraverso un programma decorativo profondamente morale e filosofico, che va ben oltre la semplice autobiografia. Le sale raccontano un'ascesa ideale, un cammino che parte da una fondamentale scelta etica tra Vizio e Virtù e conduce alla glorificazione dell'uomo virtuoso e dell'artista che, attraverso il suo ingegno, si eleva spiritualmente e intellettualmente. Il palazzo si rivela così non solo un'autocelebrazione, ma una vera e propria dichiarazione programmatica sulla natura dell'arte e sul suo potere formativo.
Tuttavia, l'ambizione di Zuccari non si ferma alla realizzazione della sua dimora. La seconda parte dell'elaborato si focalizza quindi sull'Accademia di San Luca, da lui rifondata. L'Accademia rappresenta la traduzione pubblica e istituzionale dei principi espressi privatamente nel palazzo. Qui, le teorie artistiche e i valori morali si trasformano in un concreto programma didattico, volto a formare una nuova generazione di artisti colti e consapevoli del proprio ruolo sociale. La formazione, però, non era solo tecnica e teorica: era necessario fornire ai giovani un modello umano a cui ispirarsi, un esempio concreto di virtù e successo.
Infatti, questo ruolo esemplare è affidato al ciclo di disegni dedicato alla vita del fratello Taddeo, analizzato nella terza parte del lavoro. Questa serie non è un semplice resoconto, ma una vera e propria biografia figurata, in cui emerge la fatica, il sacrificio e infine il talento riconosciuto con la prima commissione. La storia narra del giovane Taddeo che, partendo dal suo paese natale a soli quattordici anni, affronta a Roma ogni tipo di ostacolo e umiliazione pur di affermarsi come pittore. La sua vicenda, destinata a essere trasposta in dipinti a olio su cuoio, diventa il prototipo del percorso virtuoso che ogni aspirante artista dovrebbe intraprendere. All'interno della tesi, si è cercato inoltre di individuare la datazione del ciclo e la sua collocazione originale. Infine, si mette in luce come Federico, narrando le gesta di Taddeo, stia in realtà costruendo un mito delle proprie origini, nobilitando la sua famiglia e, di riflesso, sé stesso. Questa operazione culturale, che unisce celebrazione familiare e autoaffermazione professionale, trova il suo culmine nella prestigiosa sepoltura di Taddeo nel Pantheon, accanto a Raffaello.
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